Da un po’ di tempo dicono di avere lamentato la scarsa qualità dell’acqua che esce dai rubinetti delle loro case, rimanendo inascoltati nonostante queste lamentele siano state denunciate anche pubblicamente nel corso di apposite riunioni nel quartiere.

Gli abitanti del quartiere Piale, una volta centro di riferimento, tra realtà e leggenda, proprio per la qualità dell’acqua, si dicono esasperati per la situazione: privati del bene primario anche per gli usi igienici, soprattutto per quel che riguarda i bambini.

Esasperati anche perché privi di informazioni in grado di poter spiegare il fenomeno che provoca la cattiva qualità dell’acqua che – secondo quanto riferiscono – appare colorata alla vista e lascia un effetto appiccicoso.

Particolarmente irritato, qualcuno comincia a maledire quei lavori dell’autostrada che da quando sono iniziati hanno tolto la pace ad un quartiere che sembrava essere un’isola felice. Invece adesso i cittadini di Piale possono davvero dire di essere riusciti a non farsi mancare nulla. Dalle antenne di telefonia e dei radar al servizio del VTS, fino alle gallerie autostradali che hanno comportato diversi cedimenti e la necessità di strappare alcune famiglie dalle loro abitazioni.

Adesso, infine, il dramma: l’acqua, il bene più prezioso per la vita che nessuno sa bene perché sgorghi in quel modo dai rubinetti delle case di Piale. Ed è un fatto grave, questo della mancanza di informazioni, perché non tutti hanno la possibilità – non solo economica – di far fronte a questa vera emergenza.

Il dubbio che serpeggia è che ci possa essere un nesso tra i lavori di scavo delle gallerie ed il disagio che stanno subendo gli abitanti in merito all’erogazione dell’acqua.

Con l’acqua però non si scherza! Su questo tema occorre fare un fronte comune e chiedere alle Autorità di effettuare tutti i controlli con il dovuto rigore e con la consapevolezza che i cittadini hanno, prima di tutto, il diritto di essere informati sulle reali condizioni dell’acqua e di pretendere immediati e risolutivi interventi.