IN CONSIGLIO COMUNALE IL RICORDO DI FALCONE E BORSELLINO. TRA DEMAGOGIA E POPULISMO!

Spenti i riflettori del Consiglio Comunale, in cui ci si è attardati a ricordare le figure di Falcone e Borsellino, ci si è dimenticati della necessità di trasformare in fatti quelle parole.

Peggio! Ci si è dimenticati che la lotta alla mafia ed a qualsiasi forma di criminalità, si combatte con comportamenti quotidiani fatti non solo di condotte amministrative trasparenti, di esempi comportamentali ma anche di momenti emblematici di solidarietà ed apprezzamento di quanti, rischiando di proprio, da decenni si fanno carico di ricordare il sacrificio di quei magistrati e di quegli uomini delle Forze dell’Ordine che hanno sacrificato la loro vita per difendere le libertà di tutti noi.

L’altra notizia è che ieri mattina, 31 maggio 2012, la Carovana Antimafia che da quasi vent’anni è impegnata a mantenere vivo il ricordo di quegli uomini trucidati dalla mafia, alle 8,30 di mattina si è imbarcata da Villa San Giovanni per la Sicilia senza che alcuno si degnasse di portare il saluto e la solidarietà di questa città, a chi sta facendo di questa battaglia una ragione di vita.

Che senso hanno, dunque, quelle frasi commemorative in Consiglio Comunale, in assenza di comportamenti, anche solo emblematici, rappresentativi? Demagogia e populismo!

La Carovana Antimafia rappresenta un modo tangibile per mantenere viva, nella memoria degli italiani e del mondo intero, la responsabilità che ciascuno di noi ha per quelle morti. La responsabilità per i troppi complici silenzi che rafforzano il potere criminale e stanno determinando la degenerazione del sistema. E la memoria rappresenta lo strumento senza il quale non può costruirsi una coscienza collettiva su cui poter fondare la reazione della società civile.

Pochi giorni fa, proprio in Calabria, il Sottosegretario agli Interni, Saverio RUPERTO, ricordava che la lotta all’illegalità non è una battaglia contro la violazione delle norme di legge. La lotta ad ogni forma di illegalità è una battaglia in difesa delle libertà.

“Sub Lege Libertas”, ha affermato RUPERTO, non è solo il motto adottato dalla Polizia di Stato ma il pilastro su cui si fondano le società evolute. Difendere la legge – ha chiosato RUPERTO – significa difendere le nostre libertà da quanti intendono imporre, con la violenza e la sopraffazione, regole e comportamenti indegne di una società civile.

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