Ponte, improbabili le affinità elettive con l’Akashy kaikyo

il ponte che colega l’isola di Awaij con Kobe in giappone

Due cose, entrambe molto gravi, vengono subito all’occhio leggendo il lavoro svolto dalla Struttura Tecnica di Missione, incaricata dal “Governo Conte 2”: la prima è che tra i tecnici incaricati dello studio non c’è traccia nemmeno di un bidello dell’Università Mediterranea. Anzi, non c’è traccia di alcun docente degli Atenei Siciliani e Calabresi, seppure sia nota la qualità e capacità di tecnici che il mondo (senza esagerazione) ci contende ma solo una audizione ai margini; la seconda è che la grande e la piccola stampa omette di dire che le opzioni valutate non siano state tre (tunnel, campata unica o più campate) ma quattro con la più economica e meno invasiva.

Ecco, nel leggere le conclusioni cui è giunto il Gruppo di Lavoro, occorre approcciarsi all’analisi consapevoli di un obiettivo già precostituito, quello di tenere la scienza locale fuori dai giochi e di mantenere un profilo basso (senza però poterla escludere) questa quarta opzione.

Il tunnel e le campate in aria

Per una serie di ragioni tecniche, economiche, morfologiche che non staremo qui a raccontare, la soluzione del tunnel sospeso viene scartata (per realizzare il tunnel ferroviario, peraltro, occorrerebbe realizzare una galleria lunga tra 18 e 45 km). Le soluzioni “preferite”, dunque, a parere degli scienziati chiamati a valutare, rimangono il Ponte sospeso a campata unica ed il Ponte sospeso a più campate.

La soluzione del Ponte a più campate (innovativa perchè mai indagata sullo Stretto, e questo vuol dire diolaztazione dei tempi, progettazioni, varianti…insomma soldi ai progettisti), rappresenta oltre che una novità anche un’incognita, tant’è che la scienza lo dice: L’esperienza acquisita nel mondo con questo tipo di ponti, la possibilità di ridurre l’estensione delle campate per la presenza di pile in acqua, la localizzazione non strettamente legata alla distanza minima tra le sponde, costituiscono aspetti da considerare per questa alternativa. Alcuni ulteriori aspetti emersi durante le audizioni da approfondire e valutare sono: • effetto delle correnti marine • fruibilità continua anche in condizioni metereologiche particolarmente severe • rischi di collisioni • tempi e costi di realizzazione.“…

L’esperienza acquisita nel mondo si condensa in un manufatto: l’Akashy Kaikyo ponte a campata “unica” più lungo al mondo e che unisce la città di Kobe all’isola di Awaij, in Giappone. Senza voler sostituire gli esimi analisti, prendiamo atto di quanto si trova e si vede in rete: l’Akashy è un ponte nato per essere stradale e ferroviario ma ha finito per essere solo stradale, come tutti i suoi parenti stretti, sebbene di dimensioni più ridotte. Ed anche l’Akashy non è a campata unica ma poggia su altre due pile per una distanza di circa 1000 mt. Dunque allo stato attuale non esistono conoscenze tecniche che consentano di realizzare il Ponte sullo Stretto.

Ieri il de profundis del Ponte

C’erano tutti, ieri, all’ideale stipula di un patto per il ponte. Quasi tutti! Come sempre l’ambiguità del Partito Democratico, annunciata in pompa magna dall’organizzatore, si è ridotta al sindaco di Campo Calabro e quella dei 5 Stelle a due ex, la deputata Vono, già transitata in Italia Viva e il deputato Trizzino, transitato invece nella Lega. Poi tecnici, alcuni dei quali presenti solo per garbo istituzionale, altri in pieno conflitto d’interessi (facendo parte del Gruppo di Lavoro incaricato dal Governo). Nessuno che abbia analizzato quella che pare l’ipotesi, non solo più praticabile ma anche la meno impattante dal punto di vista socio-ambientale.

Dall’analisi degli esperti, infatti, emerge come nel breve/medio (e noi aggiungiamo lungo) periodo, l’unica soluzione possibile pare sia quella del potenziamento del naviglio in termini di modernità ed efficacia e la revisione e rimodulazione dei servizi annessi. Il tutto traendo spunto da quanto già progettato e da qualche regalo che l’Autorità Portuale dello Stretto sta riservando alla città di Villa San Giovanni, con la complicità chiara ed evidente dell’intero sistema politico locale.

Secondo l’Authority, infatti, cui la politica locale non ha voluto contrapporsi, oltre ai nuovi approdi in adesione al Porto storico in uso ad RFI, verrebbero realizzati almeno altri tre approdi nell’area ex Lido Cenide, mantenendo inalterato l’attuale assetto.

L’ennesima occasione persa

Ci fosse stata una politica con gli attributi, per nulla ripiegata sugli interessi privati, avrebbe detto: benissimo, volete fare il Ponte sullo Stretto? Ecco, allora prima ripristinate il finanziamento originario della mascheratura della variante (mitigazione dell’impatto ambientale), poi innovate il sistema logistico dei trasporti con la realizzazione di tapirulan, ascensori, vie d’accesso al mare e realizzate i nuovi approdi in adesione al Porto Storico.

Tanto più che in clima di Recovery Fund tali opere non sono da considerarsi connesse al Ponte sullo Stretto (per il quale l’UE ha già detto che non scucirà un euro ma sono opere dirette a snellire e modernizzare il sistema dei trasporti e realizziamo l’Autoporto (che qualche stolto continua a definire polmone di stoccaggio non avendone compreso la portata), già finanziato e progettato sin dal 2012 in luogo di quel Polmoncino (costato anni di battaglie) di 8,500 mq così come ridotto dal Sindaco Cassone e dal Prefetto D’Onofrio poi allontanato da Reggio Calabria. (clicca per leggere)

Ma i nostri eroi non hanno gli attributi su niente, vere e proprie amebe quando si tratta di difendere gli interessi comuni e leoni da tastiera quando si deve difendere il proprio orticello (clicca per leggere), per cui occorre sperare in una reazione dei più giovani (ormai quasi scomparsi) e degli anziani. Il resto solo pusillanimi!

La città dei furfanti e pusillanimi

Se un’opera così importante, qual è il Ponte sullo Stretto, fosse garantito si potesse realizzare per le necessità stradali e ferroviarie, l’invocazione della mancanza di altre infrastruture per la città sarebbe ben poca cosa rispetto agli interessi di un Paese: è da trogloditi dire che Villa è sporca, che la sanità va rafforzata ecc ecc. Se il ponte fosse utile ed adeguato alle necessità si farebbe! il problema è che non si può fare ferroviario e questo scrive, per ora, la parola fine a questo inutile esercizio letterario.

Non si chiude per nulla, invece, l’idea progettuale ed i progetti rimasti nel cassetto per 8 anni che il Partito democratico, dopo averli avversati, tenta ora di ascriverseli come fossero trofei conquistati sul campo. E su questo facciamo solo notare che mentre il “migliorista” capogruppo del PD era beatamente accomodato sulla poltrona di assessore, c’era chi si prendeva la briga di continuare le battaglie per l’ambiente e indurre Sottosegretari di Stato a dare ragione ad una contestazione che lui, pur comodamente accomodato, ha glissato ed eluso.

Oggi, il Partito che si dice democratico e la presunta sinistra estrema (fino all’ora di cena ma che è andata a letto con il nemico) pretenderebbe di appropriarsi di quelle battaglie e di quelle vittorie, usando linguaggi assolutamente estranei al complesso programma di opere costruito in costanza di un Governo tutt’altro che amico ma forte di un’idea che ha piegato il potere.

08/05/2021

antonio morabito

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