IL LUNGOMARE DEI VISIONARI-MIOPI CON SOLDI PUBBLICI

la mascheratura della variante di Cann

Prima di tutto sgomberiamo il campo da ogni equivoco: a nessuno degli amministratori villesi dobbiamo il progetto del lungomare e della mascheratura della variante di Cannitello. Semmai a loro dobbiamo un rimaneggiamento del progetto, frutto di un accordo al ribasso e una molto discutibile mercificazione e accordicchio bypartisan.

A dirlo (nonostante lo diciamo da quel lontano 2012) non siamo noi ma la documentazione che giornalai muniti di veline forse non hanno mai letto con attenzione o che hanno letto e che per comodità diremo, hanno scordato.

Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, nel 2006, con la delibera nr. 83 (clicca per andare alla delibera CIPE) per la prima volta approvava la Variante Ferroviaria di Cannitello quale opera propedeutica alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Nell’ambito di tale deliberazione, il CIPE prendeva atto delle osservazioni vincolanti del Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture (all. 1 alla delibera) che consistevano nel: … completo ricoprimento della galleria artificiale in maniera da ottenere un completo mascheramento, estendendo ad un ambito più vasto di alcuni chilometri, ove possibile, la riconformazione e ricontestualizzazione morfologica. Vale a dire il lungomare e il mascheramento della variante.

VISIONARI: STEVE JOBS MI FA UN BAFFO

La realizzazione della Variante Ferroviaria di Cannitello, in base alla Delibera CIPE doveva essere affidata ad RFI, una delle società che compongono il Gruppo Ferrovie, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tuttavia, dopo il rifiuto di Ferrovie, l’onere della realizzazione veniva affidato a Eurolink, il General Contractor che avrebbe dovuto occuparsi del Ponte sullo Stretto.

Tra alti e bassi l’opera da 26 mln di euro (Stretto di Messina SpA fu costretta ad accendere un mutuo di 11 mln di euro)fu conclusa nel 2012 e mentre noi davamo l’allarme e il vice sindaco ci rassicurava tutti (clicca per leggere). E, infatti, per avere certezza che gli amministratori stessero dicendo stupidate dovemmo aspettare fino al 4 ottobre successivo, quando il Sindaco dell’epoca, Rocco La Valle, firmò il cosiddetto “avviso ai creditori” all’epoca previsto dall’art. 189 del D.P.R. 554/99 e dall’art 218 del Regolamento al Codice dei Contratti.

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L’atto era condizione essenziale per effettuare il collaudo dell’opera, autorizzare la stazione appaltante ad ottenere quanto dovuto e mettere in esercizio l’opera medesima. E la Delibera CIPE? Per l’Amministrazione La Valle, di cui Messina, Siclari e Richichi facevano parte, l’opera era ultimata e la sua mascheratura e la riconformazione dell’area estesa per un paio di chilometri erano un dettaglio ininfluente, erchè la città non era creditrice nei confronti di Eurolink. No, il danno ambientale è anche immateriale!

MA IL LUNGOMARE CHE C’ENTRA?

Il lungomare era, appunto, un’opera mitigatrice e compensativa dell’impatto ambientale provocato dalla Variante di Cannitello e il Presidente della Stretto di Messina, Pietro CIUCCI, il 26 settembre del 2011 (clicca per vedere il video) annunciava che per l’inizio del 2012 era previsto l’avvio dei lavori per la prima parte del lungomare (dagli approdi alla chiesa di Pezzo).

Il progetto era stato dal Comune consegnato per tempo alla Stretto di Messina SpA. Fui io stesso ad indicare al Sindaco, in luogo del solito progetto dell’ufficio tecnico, di convocare l’Arch. Nino Cogliandro poichè ricordavo ch’egli, in Spagna, a Barcellona, aveva vinto il primo premio presentando un progetto di lungomare. Di li a breve il progetto dell’arch. Cogliandro ebbe tre nuovi (sic!) coautori. L’elaborato fu poi approvato dalla Stretto di Messina SpA e (credo) dal Comune, visto l’annuncio di Ciucci.

SVANITO IL PONTE E LA STRETTO DI MESSINA SpA!

A gennaio del 2012 il lungomare non vide la luce mentre ad ottobre, su un emendamento di IDV appoggiato dalla maggioranza a guida Berlusconi, il progetto del Ponte venne definanziato e i fondi destinati al Trasporto Pubblico Locale. Mentre nel marzo successivo anche la società del Ponte finiva in mano al Commissario liquidatore.

Il tutto nel silenzio della politica locale, incapace (o troppo capace) di ribellarsi a quell’enorme ferita lasciata dall’Ecomostro. Fino a quando, la consapevolezza della batosta subita alle elezioni Europee del maggio 2014, i cittadini lanciano un messaggio chiarissimo. Che le menti raffinatissime piegano a proprio vantaggio!

Nel luglio del 2014, infatti, il CIPE trasferisce 7 mln di euro ad RFI, incaricata di ultimare il lavoro lasciato da Eurolink. A sua volta, RFI da incarico alla propria controllata Italfer di effettuare la stima dei costi. Italfer di cui è dipendente il consigliere piddino Salvatore CICCONE, all’epoca Consigliere Comunale con forti inclinazioni verso l’ala “migliorista” del partito che fu di Veltroni (Clicca per leggere). Scaduto il mandato del Consiglio, CIccone, molto stranamente, non si presentò alla tornata successiva, dove vinse Antonio Messina!

SVANITI I SOLDI RESTAVA IL CONTENZIOSO

Dal conteggio fatto, ITALFER si accorse che la provvista economica non era più sufficiente (Stretto di Messina SpA aveva consegnato i progetti del lungomare e del Parco che avrebbe dovuto sorgere ed al quale impropriamente venne attribuito il nome di “Caracciolo”). Ma prima, ora il progetto andava rifatto e giù altri soldi per i progettisti (diciamo 100 mila euro? e diciamolo) ma prima di rifarlo occorreva ottenere l’assenso dal Consiglio Comunale. Che si ottenne da maggioranza e minoranza, reduci da una trasferta romana nel quartier generale del Gruppo Ferrovie.

Il nuovo progetto cambiava il primo (che già era stato pagato dalla Stretto di Messina SpA) così come cambiava l’Amministrazione Messina a seguito della “sentenza Bandafalò. Dapprima con le dimissioni dei due “Lavalliani”, dei due Piddini e infine con le dimissioni dello stesso Messina.

In sostanza, con la complicità di maggioranza e minoranza, veniva approvato un progetto molto rimaneggiato rispetto al progetto iniziale, voluto – lo ribadiamo – dal Ministero delle Infrastrutture che lo aveva prescritto in delibera CIPE. Piuttosto che aprire un contenzioso, per il gravissimo danno ambientale provocato, chissà perchè la politica si accontentava.

PROGETTO COMPLETATO?

Il rapporto tra i piddini “miglioristi” di Ciccone ed il gruppo La Valle, consolidato nel tempo con la “galleria Piale” dell’Autostrada puo uscire allo scoperto. E lo fa, dopo poco più di un anno di commissariamento, con l’elezione del 2017, con una lista capeggiata proprio da Ciccone. Ma con alterne fortune vince Siclari che infine verrà mandato in esilio.

Al progetto del lungomare mancava soltanto la gara d’appalto. Tant’è che vennero incaricati altri quattro (tra architetti e ingegneri alla modica cifra di altri 100.000 euro). E tra questi, come giovane professionista, in linea con il bando emanato dall’Ufficio Tecnico, il figlio del responsabile dell’Ufficio Tecnico (certe volte il caso….).

Poi due immani tragedie sconvolgono la normale vita di questa tribù: prima la Procura di Reggio Calabria che effettua una decimazione tra politica e ufficio tecnico ed a seguire (il male non viene mai da solo) la pandemia da Covid-19 che ritarda l’inizio dei lavori fino a martedì scorso, quando con una manifestazione scintillante vengono consegnati i lavori, pagati tre volte e frutto di un accordo al ribasso che svende la dignità e l’autorevolezza di questa città!

Quando l’opera verrà ultimata non capiremo la differenza tra spesa e investimento ma capiremo cosa significa caos!

Cosa avete da vantarvi?

11/04/2021

antonio morabito

VARIANTE E LUNGOMARE: TUTTE LE RESPONSABILITA’

VARIANTE BYPARTISAN ANZI NO

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