31 MARZO, AMMINISTRAZIONE INADEMPIENTE SUL PIANO ANTICORRUZIONE. VUOI VEDERE CHE LA COLPA E’ DI BENVENUTI AL SUD?

Chiariamo una cosa: la mission di questo blog non è quella di “demolire” tutte le iniziative dell’amministrazione comunale, anche perché ci riesce benissimo da sola.

benvenuti al sudPerò comprendiamo quanti, in perfetta buona fede, ritengono ridondanti le valanghe di critiche che vengono riservate alla coalizione che governa la città. E tutto questo lo riteniamo normale, perché quanti hanno fatto una scelta elettorale che ha premiato “La Valle&Co”, hanno, difficoltà, oggi, ad ammettere che dietro l’evidente fallacità della Giunta La Valle si nasconde anche l’errore da loro commesso nel segreto dell’urna.

In questo loro pensiero non c’è malafede ma solo un difetto culturale. La malafede è, invece, di quella minoranza che ricevendo prebende e benefit, agita continuamente lo spauracchio del “complotto” contro coloro i quali hanno il coraggio, semplicemente, di criticare. E di coraggio si tratta, perché chi ha imparato ad andare oltre i “mi piace” sui social network, capisce benissimo anche i “vorrei ma non posso” che stanno dietro i numeri pazzeschi di  statistiche incredibili che il fornitore dello spazio web indica in favore di questo blog.

Lo abbiamo scritto: solo nell’ultimo mese 8.085 utenti unici (quindi con indirizzo ip univoco, cioè un pc, tablet, smartphone o altro device) e 43.579 pagine visitate, ma la cosa più strabiliante è che grazie a questi numeri il blog “benvenutiasud” si è guadagnato il 566° posto nella classifica generale su oltre un milione e mezzo di siti web ospitati dallo stesso server ed il 27° posto nella classifica di categoria (attualità).

Così come avevamo detto che questo blog è nato per fronteggiare il tentativo di occupare,“manu militari”, tutta l’informazione, in ossequio al “manuale di Arcore” che contempla l’occupazione di ogni spazio di agibilità democratica.

 

OLTRE IL GIRO DI BOA
OLTRE IL GIRO DI BOA

Questa battaglia La Valle l’ha persa miseramente, cosicché non ha  potuto nascondere (e non certo solo per merito nostro), la lunga sequela di fallimenti e bugie che hanno caratterizzato questa stagione amministrativa: il Ponte svanito, il mostro di Cannitello a imperitura memoria, il disastro di Piale, il lungomare di “penelope”, il porto turistico dei sospiri, il lido “cenide” raso al suolo, i soldi dell’ecopass volatilizzati, il pianobar ed i cocktails, le opere pubbliche fallocche, le aree di servizio che stavano per essere svendute con tutti i lavoratori, le scuole impresentabili, il porto a sud sparito, le sagre grottesche, un’azione amministrativa infelice come non era mai accaduto. Un elenco infinito di fallimenti incancellabili, nemmeno con “benemerenze” che premiano vicini di casa ed amici “fatti in casa”.

Cambiare si può (in peggio), lo slogan elettorale di La Valle
Cambiare si può (in peggio), lo slogan elettorale di La Valle

Qualcuno può negare tutto questo? Qualcuno è forse in grado di guardare a tutto questo senza esprimere un giudizio negativo di fronte a quella che non è più nemmeno una “navigazione a vista” ma una vera deriva?

E mentre ci si sforza di guardare da un’altra parte, per evitare di dover ancora intervenire, criticare, redarguire, ad ogni “ruotar di testa” La Valle&Co sono subito pronti a sfornare l’ennesimo vuoto, l’ennesimo errore, l’ennesimo inadempimento.

L’ultimo, ancora caldo, è dato dalla mancata adozione del “Piano Triennale Anticorruzione” che avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio Comunale entro il 31 marzo scorso. Termine, questo, che l’Autorità Nazionale Anticorruzione, individuata dal legislatore nella “CIVIT”, solo pochi giorni fa ha chiarito non essere un termine perentorio.

Il che non toglie nulla all’inadempimento grave, l’ennesimo, di questa amministrazione. Perché se è vero che al termine è stato attribuito un valore “ordinatorio”, è anche vero che questo non esonera l’Ente dagli obblighi e dagli adempimenti previsti, in tema di trasparenza, dall’articolato normativo.

Con la legge 190/2012, infatti, il legislatore non ha solo inteso rispondere ad una sollecitazione internazionale (la normativa anticorruzione discende dalla Convenzione ONU del 2003 e dalla Convenzione Penale sulla corruzione dell’UE del 1999) ma anche per dare una maggiore spinta a quel percorso di trasparenza che pone il cittadino al centro dell’azione amministrativa e obbliga gli Enti a pubblicare tutti gli atti più “sensibili”.

D’altro canto l’importanza del tema è fotografato dai dati: secondo l’OCSE, in Italia il fenomeno “pesa” sui bilanci pubblici con una cifra che oscilla tra i 60 ed i 70 mld di euro all’anno. Molto più di una manovra finanziaria “lacrime e sangue” ed il cui contenimento permetterebbe di liberare nuove risorse o di alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie.

La cifra, paurosa, è semplicemente la sommatoria di tante piccole vicende. Il percorso, al contrario, di quel “pensare globalmente, agire localmente” diventato principio con “Agenda 21 locale”. Una serie di azioni a livello locale che avrebbero un effetto globale. Esattamente come le norme anticorruzione, la cui applicazione porterebbe ad una significativa riduzione della incredibile cifra sottratta alle imprese ed alle famiglie dai bilanci pubblici.

Arabo? Certo, ma non per tutti! Perché chi si candida a governare una comunità di persone, ha l’obbligo di farlo nell’interesse delle persone che governa, non certo nell’interesse personale o di qualche capo di partito o di corrente, nella speranza di ottenere benifici e prebende.

La logica corrente, incurante di trascendere nel ridicolo, tenderebbe ad affermare che non sia colpa dell’Amministrazione se, oltre tutte le cose citate prima, anche il “piano triennale anticorruzione” non è stato predisposto e sottoposto al vaglio del Consiglio Comunale ma di “benvenuti al sud” che se n’è accorto e lo sta denunciando.

Detto questo, corre voce che La Valle stia già pensando ad una “exit strategy”, perché stanco ed avvilito di un’esperienza così frustrante e convinto a non ripresentarsi davanti agli elettori.

Lo comprendiamo, questo si. Di meno comprendiamo il medico che gli ha prescritto l’obbligo di terminare il mandato, dal momento che esiste l’istituto delle dimissioni volontarie e che questo non comporta alcun effetto collaterale.

Certo, una scelta difficile ma se proprio non lo vuol fare per se stesso, La Valle lo faccia per amore di una città che non ha più tempo da perdere per avviare quei processi necessari a rilanciare occupazione e sviluppo, per dare una speranza vera alle generazioni future.

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