Villa San Giovanni: Lungomare con i soldi Ecopass

Ciucci, Fiammenghi e La Valle
Ciucci, Fiammenghi e La Valle

Tra tante colpe, il Primo Ministro, Mario Monti, ha il merito di avere legato il nome del suo Governo alla cancellazione definitiva dell’opera più inutile della storia d’Italia: il Ponte sullo Stretto.

Finite le buone notizie, ci sono aspetti sui quali i Calabresi, noti per la succinta memoria, dovrebbero cominciare a riflettere: Nel 2009 il Governo Regionale, guidato da Agazio LOIERO, ch’aveva visto giusto, denegando il proprio parere favorevole alla mostruosità del “Ponte sullo Stretto” e, costretto a dover comunque esprimere un parere sulla “Variante di Cannitello”, insieme all’Assessore ai Trasporti, Demetrio NACCARI, pretese che la stessa opera fosse legata alla ferrovia e non già all’attraversamento stabile dello Stretto di Messina.

Detta così sembra un riconoscimento fine a se stesso.

Invece non è cosi ed, infatti, appare notizia che l’Amministrazione Comunale di Villa San Giovanni abbia impegnato 50.000,00 Euro (non 500.000) per rappezzare una parte di lungomare. Quindi soldi della Comunità che avrebbero potuto e dovuto essere spesi per sistemare altro.

Bene, anzi male. Male perché quel tratto di lungomare sarebbe dovuto rientrare tra le opere “compensative e mitigatrici” della “Variante di Cannitello” che, però, all’atto del cambio della guardia alla Regione Calabria, con il Governatore Scopelliti e con la Giunta La Valle è ridiventata opera propedeutica alPonte sullo Stretto”, riconducendo le opere mitigatrici e compensative alla più imponente infrastruttura.

Variante Ferroviaria - l'ecomostro visto dall'alto
Variante Cannitello: l’ecomostro visto dall’alto

Bene, anzi male. Male perché il “Ponte sullo Stretto” non si realizza, mentre alla società presieduta da CIUCCI sono state sottratte tutte le risorse economiche e, miseramente, si avvia ad essere definitivamente liquidata, col risultato che il ribattezzato “Mostro di Cannitello” rimarrà ad imperitura memoria a deturpare un’area meravigliosa cui un’Amministrazione attenta e capace avrebbe potuto riservare floride prospettive di sviluppo.

Che questa sia la tragicomica fine del “balletto degli annunci” sul sempre imminente avvio dei lavori per la riqualificazione del lungomare e della “mascheratura” della variante, addirittura ad opera di un Archistar del calibro di Daniel Libeskind, oggi è certificato dallo stesso Rocco La Valle che, per limitare i danni d’immagine, è stato costretto ad attingere ai fondi comunali. Lui, La Valle, sapeva bene che dentro la “Stretto di Messina” non c’erano le condizioni per quelle opere compensative.

Altro che “mascheratura” della variante. Non osiamo nemmeno immaginare i lettori di questo blog chi pensano dovrebbe indossare la maschera per continuare a mostrarsi in pubblico, così come riteniamo ingeneroso attribuire l’aggettivo “mostro” a Cannitello, essendo più appropriato identificare quell’opera con coloro i quali hanno permesso venisse realizzata.

Si sa, La Valle sul Ponte aveva puntato tutto (politicamente che avete capito?), forse anche in buona fede, al punto che lo si legge negli occhi lo stato di disperazione e di smarrimento seguito allo stop imposto da Monti e Passera a quell’opera. Ed oggi, finita l’ipotesi dei turisti che in visita al Papa sarebbero venuti “ad ammirar cotanta opera d’arte”, “La Valle” si è reso conto di non avere altro cui attingere. Anzi no, lo sa bene, visto che per “mascherare” il modo distratto con cui ha difeso gli interessi della città, è stato costretto ad attingere ai fondi Ecopass, cioè ad una iniziativa politica ed amministrativa che non gli appartiene!

Se ancora ce ne fosse bisogno, questa è l’ennesima dimostrazione che all’Amministrazione La Valle, se fosse una società, non resterebbe che portare i libri contabili in tribunale e dichiarare fallimento.

 

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