Era pronto, il sindaco, già il 30 luglio scorso, a rispondere alla interpellanza presentata da Lottero e Morgante sulla questione “ambulanza” ma, in realtà, ad oggi di risposta nemmeno l’ombra. E così i consiglieri del gruppo “Cittadini Responsabili”, hanno preso carta e penna e hanno scritto al Commissario Straordinario dell’ASP, Santo Gioffrè, alla Conferenza dei Sindaci, alla Prefettura e al Presidente della Regione Calabria, per segnalare il danno provocato alla città e richiamarli alle loro responsabilità.
«La politica» – scrivono i due consiglieri – «torni ad essere una cosa seria, così come deve tornare a diventare responsabile l’amministrazione delle città», riferendosi, evidentemente, al lungo tempo fatto trascorrere inutilmente dall’amministrazione locale che, il 5 aprile del 2011 sottoscriveva la “convenzione” con l’Azienda Sanitaria Provinciale e da allora non risulta abbia adottato alcun provvedimento. «E» – annunciano – «domani, non voteremo la mozione della maggioranza sulla questione “ambulanza”», in segno di protesta nei confronti di chi ha inteso negare un diritto alla città.
Il sindaco, insomma, punta a fare melina, a perdere tempo mentre di tempo da perdere non ce n’è più: « A parte l’interrogazione al sindaco» aggiungono Lottero e Morgante «che a distanza di più di un mese non ha ancora trovato risposta, segno delle difficoltà di Messina a trovare giustificazioni plausibili», convinto – sembra – che il vecchio metodo “dell’abbraccio mortale” possa ancora suscitare “buone emozioni” e far dimenticare i ritardi e le promesse mancate che ora si pesentano agli occhi degli elettori.
COME INQUINARE I POZZI
L’accusa rivolta, in buona sostanza, è talmente evidente da non avere bisogno di ulteriori spiegazioni: Messina si porta dietro una maggioranza priva di “peso specifico” e senza alcuna esperienza e tenta inquinare le carte, convinto di poter dare l’impressione di essere al servizio della città.
Una città – viene specificato- che non deve essere valutata per i quasi 14.000 abitanti e per la sua vicinanza a Reggio Calabria ma perché «costituisce un nodo intermodale storico naturale per la sua vicinanza con la Sicilia» e che – continuano – «I flussi di traffico che l’attraversano, i cui report scientificamente rilevati siamo disponibili a fornire, parlano di circa 28.000 veicoli/giorno per spostamenti dentro la città e circa 15.000 per il traffico diretto in Sicilia».
Dunque la città di Villa San Giovanni deve essere considerata una «città di medie dimensioni» (circa 100.000 abitanti) «ma con una configurazione da città dipiccole dimensioni econ le problematiche che ne conseguono»
ALIBI E RICATTI
Tutto questo – scrivono – senza un presidio sanitario di emergenza e con eventi trascorsi che testimoniano come, anche nel passato, i soccorsi del 118 non siano nemmeno riusciti a raggiungere il luogo dell’evento.
Una situazione destinata ad aggravarsi dal momento che, a gennaio, l’ANAS ha comunicato che inizieranno i lavori per l’ammodernamento del tratto dell’A3 da Campo Calabro a Reggio Calabria, con tutto quello che ciò comporta.
Sono elementi, questi, che oltre a segnare la disattenzione dell’amministrazione comunale, che incalzata dalla minoranza ha anche cercato improbabili scorciatoie, vanno valutati con la serietà necessaria a far trovare risposte adeguate alle istanze di una Comunità, le cui peculiarità non possono essere cancellate da un Piano di Rientro che risponde solo ai requisiti di bilancio.
In attesa di capire quali elementi abbiano indotto il perdurare di quella che appare una grave omissione alla piena realizzazione di una Convenzione stipulata ben 4 anni fa, non consentiremo – aggiungono – che questa giusta rivendicazione funga da alibi e da ritorsione per sottrarre alla città altri presidi sanitari.
• Scarica la lettera inviata all’ASP, alla Prefettura ed alla Regione_per Istituzione del PET
05/08/2015
di Antonio Morabito
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