SCUOLA ELEMENTARE, TRA PROMISCUITA’ E TABU’ SPUNTA L’INCOMPETENZA

immagine della scuolaelementare
immagine della scuola elementare

Avevamo lasciato la scuola elementare “Giovanni XXIII”, appena rifatta e già da rifare già al reingresso degli alunni, perché menti raffinatissime hanno pensato bene che le infiltrazioni del lastrico solare andassero sistemate solo dopo aver ristrutturato e ridipinto l’interno. Roba che nemmeno un “geometrello” da strapazzo avrebbe mai nemmeno immaginato.

Roba che se fosse accaduto in un selvaggio, primitivo e sperduto borgo dell’Africa Nera (o dell’incivile e settaria Padania), i genitori, i loro rappresentanti, avrebbero alzato le barricate ed urlato allo scandalo.

Cambiare si può (in peggio), lo slogan elettorale di La Valle
Cambiare si può (in peggio)

Noi civili, invece, sopportiamo in silenzio, noi non parliamo. Aspettiamo che siano altri a farlo e se non lo fanno… pazienza, il problema si risolverà da solo. Tant’è. E il 4 marzo scorso, senza proclami e senza gaudenti amministratori coi loro faccioni in sorridente posa, gli alunni sono stati fatti rientrare. Parzialmente!

Già, parzialmente, perché per alcuni giorni i genitori, non tutti, ovviamente solo quelli con un po’ di sensibilità, si sono chiesti: ma perché i bambini non usano la palestra ed al posto di questa è stata attrezzata un’aula, al secondo piano, per le attività motorie?

Nessuno sa niente, i rappresentanti di classe, il consiglio di circolo, fedeli al ruolo loro assegnato, di portare dentro e fuori dalla scuola quello scambio di informazioni che è il perno della integrazione di quella istituzione nella realtà territoriale, sono in altre faccende affaccendati. E così la palestra è diventata un tabù, quasi come la verità.

E’ la civiltà, bellezza!

IL SINDACO SMENTITO
IL SINDACO SMENTITO

Sorge il sospetto e forse non solo quello che le “menti raffinatissime” che hanno partorito l’idea di regalare parte della scuola ad una “Associazione Onlus”, quindi senza scopo di lucro, la Do.Mi. Formazione e Sviluppo, si siano accorti adesso che si determina una pericolosa promiscuità tra le attività formative private volte anche al recupero, evidentemente, anche di soggetti disagiati ed una popolazione scolastica stanziale assolutamente vulnerabile. Cioè i bambini.

Sicché la palestra ora è impraticabile, così come il cortile tramutato in campo polivalente con tanto di erba sintetica che, a questo punto, può benissimo essere adibito, come annunciato dalla stessa Do.Mi. Formazione e Sviluppo, per le attività formative all’aperto della “nuova e moderna struttura”. Insomma, una sorta di espropriazione, illegittima, per privata utilità.

Perché illegittima è presto detto: chi ha concesso i locali ad uso gratuito, cioè la Giunta Comunale e il Consiglio di Circolo, non aveva la competenza per farlo e chi ha supposto di poter esprimere un “nulla osta”, cioè la Direzione Didattica, aveva la competenza ma non i poteri per poter negoziare una “cessione di fabbricato” di questo tipo..

Nessun dubbio su questo e tanto siamo convinti di questa tesi che la settimana prossima invieremo una nota esplicativa alla Direzione del Circolo Didattico ed al Sindaco, sollecitando l’adozione di un provvedimento in “autotutela” che dichiari l’inefficacia del provvedimento di concessione.

A prescindere dalle violazioni di legge che rendono l’atto annullabile, nel caso di specie siamo in una delle poche ipotesi in cui l’atto è viziato da difetto assoluto di attribuzione che rende l’atto invalido e inefficace.

Sarà, questa dell’autotutela, l’ultima chance offerta a quanti sono convinti che le istituzioni, tutte le istituzioni, una volta occupate, costituiscano patrimonio personale di cui disporre liberamente.

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