I DRINK E IL PIANOBAR DEGLI AMMINISTRATORI VILLESI FINISCONO SUL “CORRIERE DELLA CALABRIA”

Quelli che al Pianobar
Quelli che al Pianobar

Noi lo avevamo detto in tempi non sospetti, quando non era ancora scoppiata la baraonda che avrebbe portato, gli uomini della Guardia di Finanza, ad indagare su tutti i rimborsi spese dei Consiglieri di varie Regioni italiane. Una “rimborsopoli” il cui più autorevole esponente è considerato “Batman”, al secolo Francesco Fiorito, Consigliere Regionale PDL del Lazio. E con lui molti altri, a destra, a sinistra al centro.

Certo noi c’eravamo solo permessi di dubitare sulla legittimità di alcuni rimborsi a livello locale, poche migliaia di euro di fronte alla valanga di denaro che è stata fatta emergere nel corso delle varie inchieste. Ma il “modus” era simile. Non ci convinceva e non ci convince, perché mai una “serata di pianobar”, una divagazione istituzionale, una digressione privata dovesse diventare un fatto pubblico, con la richiesta di rimborso da parte di tre fantastici amministratori villesi.

 

Così come non ci convincono i 12.000,00 Euri di rimborso, con la stessa motivazione delle “spese di rappresentanza”, dilapidati in pranzi e cene non si sa con chi, non si sa quando.

Il numero in edicola del periodico diretto da Paolo Pollichieni
Il numero in edicola del periodico diretto da Paolo Pollichieni

Ebbene quei dubbi che hanno fatto arrabbiare moltissimo il nostro amabilissimo sindaco, al punto da indurlo a rivolgersi addirittura alla giustizia perché punisse gli autori di quella critica, ora hanno varcato i confini di un misero “blog” con una media di soli 250 “utenti unici” al giorno e circa 20.000 (si, ventimila) pagine visitate solo nell’ultimo mese.

Non se ne abbia a male, dunque, il sindaco, e pure i suoi amministratori, se da oggi non ci limiteremo a manifestare il nostro pensiero e le nostre critiche, solo sugli organi di stampa ma anche nelle sedi più opportune. E lo faremo così, per cautelarci rispetto alla possibilità che dopo i diktat, le maldicenze e le denunce, a qualcuno possa scivolare la mano altrove.

Così la città diventa famosa! Mica per avere innovato il sistema di raccolta dei rifiuti, oppure per le politiche ambientali o per l’uso delle energie rinnovabili o, ancora, per i tratti di piste ciclabili e le zone pedonali? E neanche per le politiche di sostegno all’occupazione, per quelle sui servizi sociali o per le attività produttive?

No, la città diventa famosa per le “divagazioni istituzionali” dei suoi amministratori la cui immagine viene demolita, non già per l’ammontare degli importi richiesti a rimborso ma, per la stessa domanda che qualsiasi mediocre cittadino, con un minimo di nozioni di educazione civica dovrebbe porsi: ma possibile che cotanti imprenditori prestati alla politica siano arrivati a questo?

Il risultato è che, dopo l’articolo pubblicato su “Corriere della Calabria” e che potete leggere cliccando sul link, l’immagine della città ne esce a pezzi, derisa e schernita come mai le era successo. Roba da “civica benemerenza” che andrebbe certamente assegnata a questi rigorosi e sobri amministratori, fedeli interpreti del ruolo, del valore e del rispetto che ciascuno dovrebbe avere, soprattutto quando riveste ruoli istituzionali.

Magra consolazione, anche Fiorito interpretava le istituzioni. Ma quella è un’altra storia?

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