SCUOLA ELEMENTARE: IL DEBITO PUBBLICO HA VOLTI E NOMI FAMILIARI

Non hanno avuto il coraggio di presentarsi, con lustrini e paillettes e tanto di nastro da tagliare e, naturalmente, i loro faccioni sorridenti da immortalare per la stampa che nemmeno è stata invitata, in occasione della parziale riappropriazione dell’edificio della scuola elementare “Giovanni XXIII” da parte dei legittimi frequentatori.

L’occasione era tra le più ghiotte: un edificio, secondo quanto avevano affermato i tromboni dell’Amministrazione comunale, completamente ristrutturato e restituito agli alunni in perfetta efficienza, dotato di ogni comfort, dei riscaldamenti, di servizi igienici a norma e con la cura di ogni dettaglio.

Pur tuttavia è prevalso il silenzio. Non la sobrietà, il rigore ma il silenzio. Ed è una delle occasioni, questa, in cui il silenzio vale più di qualsiasi parola, perché dietro questa vicenda che ha un retrogusto squallido, si nasconde qualcosa di cui ora potremo occuparci pretendendo tutta la chiarezza cui sino ad ora aveva fatto da paravento una fitta coltre di ambiguità.

Non è il caso, ancora, di entrare nel merito, nei meandri di uno dei pasticci peggiori della storia istituzionale di questa città. Basti, per ora, accennare che a due giorni dall’ingresso degli alunni, i riscaldamenti non sono ancora in funzione e che, ben visibili, sul tetto, restano operai intenti a stendere la guaina di catrame.

immagine del 30/1/2013 - il tetto della scuola ancora intatto
immagine del 30/1/2013 – il tetto della scuola ancora intatto

Una barzelletta, è vero: prima si ristrutturano i servizi igienici, si realizza l’impianto termico, si dipingono i muri ed, infine, si isola il tetto. Il tutto per consentire all’acqua caduta copiosamente in questi mesi, di penetrare ben bene, di infiltrarsi tra murature ed intonaci, di provocare muffe e inevitabili distacchi di pittura. Davvero un’operazione da manuale, roba che persino un “geometrello” da strapazzo avrebbe saputo essere una perfetta idiozia!

Tuttavia non è questo il punto. Sulla vicenda della Scuola Elementare “Centro” si giocherà una partita talmente importante da coinvolgere l’intera Calabria. Altro che micio micio bau bau!

L’argomento che oggi vorremmo trattare, invece, è il modo con cui vengono dilapidate le risorse economiche. Non quelle pubbliche ma quelle private. Si, perché sono lerisorse economiche private, versate dai cittadini e dagli imprenditori sotto forma di tasse che, una volta trasferite allo Stato ed agli Enti Locali, entrano in quel circuito infernale che si chiama incapacità pubblica di governo.

Diamo per scontato che la scuola, appena ristrutturata, proprio per effetto della pessima ristrutturazione, dovrà essere ridipinta, con aggravio dei costi. Ovvero non lo sarà, col risultato che i bambini vivranno in un ambiente malsano, quindi una incidenza negativa sul servizio pubblico ed obbligatorio offerto.

Ecco perché ogni cittadino, compresi i neonati, in questo momento ha già un debito procapite di oltre 33 mila euro.

Partiamo, però dall’origine:

il 29 marzo 2012, si procede all’assegnazione provvisoria dell’appalto per i lavori di ristrutturazione della scuola elementare “centro”.

a beautiful mind
a beautiful mind

Essendo una prestazione obbligatoria, quella di garantire l’istruzione scolastica, i validi amministratori villesi, primo tra tutti l’Assessore all’edilizia scolastica Marco Santoro ed, a seguire l’innominabile Assessore alla Cultura con in testa il Sindaco, Rocco La Valle, avrebbero dovuto applicare quanto previsto dall’art. 11, comma 9, Codice dei Contratti D. Lgs. 163/2006 e, cioè l’esecuzione anticipata del contratto.

Sicché, dal 29 marzo, ricorsi o non ricorsi, l’aggiudicatario provvisorio sarebbe stato nelle condizioni, alla chiusura dell’anno scolastico (giugno 2012) di avviare i lavori che, secondo le previsioni, avrebbero dovuto perdurare per circa 120 giorni, quindi in prossimità del riavvio dell’anno scolastico 2012/2013.

L'uomo della provvidenza... mancato
IL SINDACO SACRIFICIO E SOFFERENZA

Come tutti sanno, le cose sono andate diversamente. Cosicché i lavori sono stati consegnati il 1° di settembre e, naturalmente, gli alunni trasferiti a Cannitello. Ma questa è storia nota e, con tutti i particolari, annotata e pronta ad essere consegnata, non solo alla storia.

Quello che molti non sanno, invece, è che per trasferire, giornalmente, i bambini a Cannitello, l’Amministrazione Comunale, bontà sua, ha speso oltre 6600 Euro al mese che, per cinque mesi, fa all’incirca  33.000 € di spese giustificabili solo sotto il profilo dell’alta incapacità.

Già, 33.000 €, la stessa quota che ogni italiano ha, di debito, già all’atto della nascita e che, come ognuno può verificare alla fine di questo post,  aumenta ogni 3 secondi!

Noi abbiamo idea che queste somme avrebbero potuto benissimo essere risparmiate ed utilizzate, in questo momento di grave disagio per le famiglie, nel settore “Affari Sociali” oppure per abbassare i costi di qualche servizio. Oppure per cominciare diminuire il numero di italiani indebitati.

Come diceva Totò, infatti, è la somma che fa il totale!

 

error: Content is protected !!
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: