PONTE SULLO STRETTO 2/ – Sull’Ecomostro Calabrò scrive al Ministro Corrado Passera

Lettera Aperta al Ministro delle Infrastrutture, Corrado PASSERA

Gentilissimo Signor Ministro,

come Lei ben saprà, in questi mesi si è sviluppato uno sterile dibattito intorno alla realizzazione o meno del manufatto per l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, con il chiaro intento di utilizzare strumentalmente la questione con scopi diversi da quelli dichiarati.

Il precedente Governo, il 28 ottobre 2011, sostenendo l’emendamento presentato dall’IDV, ha definanziato le opere per il Ponte sullo Stretto ( 1,3 mld di euro) e la cosiddetta ” variante di Canitello (377 mln di euro).

Al riaccendersi della polemica, nei giorni scorsi, ha fatto eco l’autorevole intervento del Ministro dell’Ambiente, Corrado CLINI e, più in particolare, il Suo intervento al Question Time alla Camera dei Deputati, durante il quale Lei ha chiarito, una volta per tutte che, con la prossima Legge di Stabilità, il Governo è intenzionato a chiudere tutte le questioni ancora aperte che riguardano il Ponte sullo Stretto.

Il Presidente Ciucci e l’Ing. Fiammenghi sui cantieri della variante di Cannitello

Proprio su una di queste questioni ancora aperte si attaglia la vicenda che qui s’intende segnalare, perché afferisce ad un obbligo morale, prima ancora che istituzionale, nei confronti di questa Comunità.

Non essendo questa la sede per esprimere giudizi in merito all’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, sia tuttavia consentito di sottolineare che così come la “Legge Obiettivo” limita la sovranità delle Autonomie locali in tema di infrastrutture strategiche, una volta che esse opere perdano la decisività originaria, Governo e Parlamento hanno il dovere di garantire che ai territori interessati non vengano inferte nuove ferite e ci si adoperi per ripristinare quelle già inferte.

Orbene, questa città ha subito una “mutilazione paesaggistica” per far spazio a quella “Variante Ferroviaria di Cannitello” che ha spostato a monte la tratta ferrata, con l’impegno che alla galleria artificiale venisse operato “un completo mascheramento, estendendo ad un ambito più vasto di alcuni chilometri, ove possibile, la riconformazione e ricontestualizzazione morfologica.

Mascheramento che avrebbe dovuto prevedere la sistemazione a verde attrezzato, quale atto di ristoro

la fase dei lavori

per l’indecoroso scenario che tale opera offre e per il disagio subito dalla città, insieme alla ristrutturazione di un tratto di lungomare attiguo alla galleria artificiale.

Tale impegno il Governo lo ha assunto e prescritto nella sede del CIPE, con la delibera n. 83/2006.

Nei mesi scorsi, da piu’ parti, sono state espresse preoccupazioni riguardanti la dismissione del cantiere e l’abbandono dell’area, a fronte delle quali il Comune ha dato risposte evasive e  spesso contraddittorie, disorientando l’opinione pubblica.

Infatti, appena due giorni fa, il Sindaco ha dato “pubblicita’-notizia” che, il 21 maggio scorso, il Contraente Generale “Eurolink” ha ultimato i lavori e smobilitato il cantiere.

Resta cosi’, sul territorio, un manufatto esteticamente deteriore e paesisticamente deturpante che tanta preoccupazione e indignazione  sta provocando nella cittadinanza.

Il Manufatto così come ultimato ed il cantiere rimosso

Dovrà convenire, Signor Ministro, che rimanere in silenzio di fronte a tale indecoroso scempio, significa tradire i cittadini e lasciare che passi un messaggio di ulteriore sentimento di ostilità nei confronti della politica e delle Istituzioni.

Questo, sia detto francamente, è un fatto inaccettabile! E’ un fatto che tutti i rappresentanti delle istituzioni che abbiano consapevolezza e senso di responsabilità del ruolo che ricoprono, non possono accettare supinamente.

Oggi, Signor Ministro, noi non esercitiamo solo un ruolo di supplenza rispetto ad un’Autonomia locale incapace di reagire per difendere il proprio territorio ma un dovere morale nei confronti delle Istituzioni tutte, per evitare che nei cittadini venga meno quella flebile speranza ormai rimasta di poter fare affidamento sulle leggi e sulle Istituzioni.

E’ un ruolo che noi oggi intendiamo condividere con Lei, certi che il rigore e l’alto profilo morale che da sempre ha messo a disposizione del Paese, costituisca la più idonea garanzia affinché, anche in quest’area, cresca la convinzione di poter fare affidamento su uno Stato in grado di far prevalere i diritti di questa Comunità rispetto agli interessi dei privati.

Nel sollecitarLa, quindi, ad esercitare tutte le prerogative che la legge affida al suo Dicastero ed alla Sua funzione, affinché le imprese e le società affidatarie e delegate portino a compimento gli impegni contrattualmente assunti, è gradita l’occasione per porgerle cordiali saluti.

Villa San Giovanni, 6 ottobre 2012

Il Capogruppo del Partito Democratico

      Dott. Cosimo Antonio CALABRO’

4 Risposte a “PONTE SULLO STRETTO 2/ – Sull’Ecomostro Calabrò scrive al Ministro Corrado Passera”

  1. Sarebbe quanto mai opportuno chiedere l’abbattimento e il ripristino dell’aspetto urbano, piuttosto la bieca prosecuzione a completamento di un tale capolavoro di devastazione paesaggistica, ambientale e morale. Meglio spendere il resto dei soldi, se mai saranno accordati, per la rimozione e la riqualificazione dell’assetto urbano generale, magari affidato ad un architetto di chiara fama, e.g. Renzo Piano. Sarebbe la sola possibilita’ di porre finalmente un rimedio estremo alle grandi e piccole ferite perpetrate ad una cittadina sul mare per conto di interessi privati e manifesta incapacita’ dei politici e tecnici locali.

  2. Di certo la S.d.M. si sta affannando per la scadenza del 2013 e spera anche di trovare nel prossimo governo una compagine favorevole, (dato il suo modo di operare che tende a far pensare ad un’agenzia elettorale). Bisogna insistere per la cancellazione della Legge che l’ha istituita come concessionaria dello Stato, di certo, con le contingenze attuali, un grande spreco per la Nazione, e ribadire che i meccanismi della “legge obiettivo” hanno avuto come tragica conseguenza quella di favorire l’infiltrazione mafiosa in tutti i cantieri italiani.  (Sembravano profetiche le parole dell’ex ministro Lunardi; accusato di aprire con questa legge i cantieri alla mafia, testualmente rispose: “CON LA MAFIA BISOGNA CONVIVERE”) (Sic… !?!?)
    E’ un dovere civile e morale combattere l’inutilita’ di quest’opera e l’enorme consumo di denaro, e di prezioso territorio da utilizzare per le vere pubbliche utilità, che l’ha fino ad oggi caratterizzata. Non intendiamo abbassare la guardia e siamo pronti a ribadirlo anche al prossimo governo, qualunque sia il fronte che si prepara a governare, anche se persiste forte il timore che sia tutto finalizzato al solo scopo elettoralistico,  (Variante di Cannitello docet…), con ulteriori sprechi e salassi per la finanza dello Stato, ed un forte dubbio che in questi casi, come in diversi altri in passato, possa sfuggire anche ai più severi controlli un qualche meccanismo di finanziamento occulto ai partiti o ancora peggio a forme di finanza spregiudicata che nascondano riciclaggio e fondi neri.   In questa vicenda, i dubbi sullo stato dell’arte e sulla valenza definitiva del progetto, si continuano a considerare come aspetto puramente marginale ma con la probabile via di fuga: “però l’avevamo detto che non era definitivo…”.  Non so cosa ci possa essere di definitivo in un’opera che è ritenuta di per se irrealizzabile ed inutile dalle più qualificate comunità scientifiche internazionali.  Rimane il forte rammarico di quanto tempo stia andando perso nella realizzazione della vera continuità territoriale tra la Sicilia ed il Continente, che a mio modesto parere si potrà meglio realizzare con una vera portualità a Sud di Villa San Giovanni e di Messina, che sostituisca le precarie piattaforme di cemento, a stento soprannominate imbarcaderi, con una portualità multimodale vera; con un’unica autorità portuale, tra Calabria e Sicilia, per tutta l’area dello Stretto, da Saline a Gioia Tauro.  Quanto beneficio potrebbe inoltre procurare alle aree industriali coinvolte nel territorio, il poter dare spazio a fabbriche di assemblaggio, che non producono inquinamento e consumano pochissima energia, proprio per la vicinanza del porto di Gioia Tauro, che invece attualmente è il tramite per le “fabbriche cacciavite” svizzere, austriache ed olandesi (le centrali a carbone le propongono a noi). Noi forse guardiamo al futuro, altri continuano nell’agonia di un sistema destinato al fallimento, che non premia chi produce ricchezza vera per il paese, attraverso il lavoro onesto e produttivo, ma chi vende denaro, trovando nello stato un buon cliente, senza produrre assolutamente nulla di commestibile per la Nazione. Questo Governo con la proroga d i ulteriori due anni non ha capito che, dopo 25 anni di inutili progettazioni e spese, diventa offensivo alla comune inteliggenza, ritornare indietro allo studio di fattibilità dell’opera. Se potessi li prenderei a calci … nel fondo-schiena: non come atto di violenza, ma – poiché è lì che hanno dislocato il cervello – spero che si riscuota e riprenda in salita la sua giusta collocazione!
    piero idone – RETE NO PONTE

    1. E che dire di quanto sta avvenendo a Piale sotto il cui abitato vengono costruite, da circa tre anni, due gallerie complementari all’avveneristico ponte sullo stretto che hanno distrutto e reso inagibili tante case?

  3. Di cose da dire su quella vicenda ce ne sono tante. Noi abbiamo solo iniziato…. trovi l’articolo a questo link:
    http://benvenutiasud.altervista.org/blog/villa-allattenzione-del-procuratore-aggiunto-di-milano-ilda-boccassini-epilogo-di-una-ingloriosa-stagione-politica/

    Quello che fa riflettere è che in tutto questo tempo la notizia sia stata tenuta al “riparo” e che nemmeno i diretti interessati, cioè i cittadini residenti, siano stati animati da un moto d’indignazione.
    Sotto questo aspetto l’aver pubblicato notizie, anche generiche e parziali, su una vicenda che a tutti i costi si vuole mettere a tacere, per noi rappresenta motivo d’orgoglio. Che da solo non basta se nonc’è una reazione corale da parte dei cittadini.

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