Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio

ARROGANCE
ARROGANCE

Dunque, arrogante, e vada! Ma non un manipolatore (di teste pensanti o meno poco importa). E per fortuna non il solo, perché altrimenti il fatto sarebbe grave. Ma la questione rimane: il Museo dello Stretto “sharing” (a richiesta), ha avuto in concessione d’uso i locali dell’ex Magistrale dal Comune che, a sua volta, lo aveva avuto dalla Provincia in comodato, con espressa clausola che sarebbe stato restituito a semplice richiesta.

La semplice richiesta, arrivata a fine settembre dopo che da marzo, Provincia e Comune, non sono riusciti a trovare una soluzione per il “Liceo Nostro-Repaci”. Richiesta che la Provincia, ritualmente, notifica al Comune.

Proteste, minacce di manifestazioni degli studenti, si cominciano a far sentire, preoccupando la signora “Museo del Mare” che, ben nota, si nasconde dietro questa sigla e che, sino ad allora, aveva ricevuto l’ordine di restare in silenzio. Che dà il via alle “truppe cammellate” in difesa del Museo, lanciando un «appello a TUTTI per quell’assurda e paradossale decisione» assunta dalla provincia che le imponeva di rilasciare i locali.

Che strana coincidenza

All’assemblea organizzata presso il “Liceo Nostro-Repaci”, un minuto prima che il Museo lanciasse l’appello, l’assessore Siclari, riferendosi al “Museo”, dice che quello è «l’unico presidio culturale», dimenticando che – con tutto il rispetto per il “Museo” – la scuola “aperta a tutti” è il presidio culturale per eccellenza, tutelata e garantita dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato.

memoser lightMa visto che le difficoltà della scuola, nascevano a marzo, perchè mai, l’appello, il “Museo” non lo ha fatto prima? Perchè mai non ha inteso dire una sola parola, schierandosi a difesa della scuola? E perché mai, solo il 1° ottobre, ha invocato una “guerra santa”, chiamando “TUTTI” a raccolta? E perchè mai ha reagito “malamente” quando qualcuno tutto questo lo ha ricordato? Cioè ha ricordato che quell’appello arrivava “fuori tempo massimo” e che “cultura e civiltà” rappresentano due presidi di un concetto più grande, che si chiama “legalità!.

astio1Dell’appello, lanciato dalla signora “Museo dello Stretto” risulta, ora, una flebile traccia, perché si sa, se lanci un “post” su Facebook, poi ti becchi pure i commenti. E non va bene se non sono come te li aspettavi. Non per essere contro il Museo ma perchè diventa anomalo farlo quando la vicenda sembra farti soccombore. E non è uno, il commento!

titoli accademici

La legge non ammette ignoranza. E nemmeno la tollera! Cosicché avere concesso una “Scuola” ad un Museo senza avergli fatto, prima, perdere la destinazione d’uso, indica soltanto che si è voluto creare un problema, semplicemente per inadeguatezza della classe politica. Ma indica anche che chi lo ha ricevuto, il favore, specie se vanta titoli e “si vanta” di fare cultura, o sapeva di ricevere un favore o comunque avrebbe dovuto sapere che non era per nulla legittimo.

astio2Sicché con la complicità dell’allegro gestore di una pagina Facebook, uno ad uno, spariscono tutti i commenti e i post e iniziano le offese campate in aria, le fantasia perverse di chi, essendo inginocchiato, deve recuperare per amor di servitù. E non basta, perché arriva pure l’Assessore Regionale, Caligiuri, (anzi due con l’innominabile) a recar visita all’importante presidio culturale. Che è un gran bel dire se un Assessore Regionale si presta ad una azione del genere. Lui, che della “cultura” ha fatto la sua ragione di vita!

Ora, se due più due fa quattro, è ovvio che, il 1° ottobre, è scattata la reazione della signora “Museo dello Stretto”, che la dice lunga sulla sua buona fede e sulla “genuinità” della sua azione. E pure sulle dimissioni del sindaco La Valle.

Da marzo, quindi, a quasi un mese dopo l’inizio della scuola, la Provincia estrae dal cilindro una soluzione per la scuola, trovando 700 mila euro per realizzare nuove aule (e se i soldi ci sono perchè chiedere 50 euro come “contributo volontario” alle famiglie?). Ma non specifica cosa ne sarà dell’Alberghiero sotto sequestro e pronto per essere demolito (per costruire cosa,se verrà ricostruito?). Soprattutto non risolve il problema dell’illegittimità di far convivere i ragazzi con un “Museo”.

Traditi!
Traditi!

Ora, si può dire che noi (uno, nessuno, centomila), e per noi intendo quelli che non sono disponibili a “vivere in ginocchio”, siamo arroganti e presuntuosi e senza titoli accademici da mostrare. Ma di certo non siamo ignoranti.

Il Museo li dov’è non ci può stare, e non ci potrà stare nemmeno se arrivasse il Presidente della Repubblica per dire che è un “presidio di cultura”, perché l’Italia (dove abitiamo noi), è uno Stato di diritto e il diritto afferma che una scuola non può convivere con nient’altro. Checché ne dica La Valle, Raffa, Caligiuri e anche La “signora” Museo dello Stretto!

E lo rammentiamo:

Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297
Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione

Art. 96 – Uso delle attrezzature delle scuole per attività diverse da quelle scolastiche

1. Per lo svolgimento delle attività rientranti nelle loro attribuzioni, è consentito alle regioni ed agli enti locali territoriali l’uso dei locali e delle attrezzature delle scuole e degli istituti scolastici dipendenti dal Ministero della pubblica istruzione, secondo i criteri generali deliberati dai consigli scolastici provinciali ai sensi della lettera f) dell’articolo 22.
2. A tal fine sono stipulate apposite convenzioni tra le regioni e gli enti locali territoriali con i competenti organi dello Stato.
3. In esse sono stabiliti le procedure per l’utilizzazione dei locali e delle attrezzature, i soggetti responsabili e le spese a carico della regione per il personale, le pulizie, il consumo del materiale e l’impiego dei servizi strumentali.
4. Gli edifici e le attrezzature scolastiche possono essere utilizzati fuori dell’orario del servizio scolastico per attività che realizzino la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile; il comune o la provincia hanno facoltà di disporne la temporanea concessione, previo assenso dei consigli di circolo o di istituto, nel rispetto dei criteri stabiliti dal consiglio scolastico provinciale.
5. Le autorizzazioni sono trasmesse di volta in volta, per iscritto, agli interessati che hanno inoltrato formale istanza e devono stabilire le modalità dell’uso e le conseguenti responsabilità in ordine alla sicurezza, all’igiene ed alla salvaguardia del patrimonio.

6. Nell’ambito delle strutture scolastiche, in orari non dedicati all’attività istituzionale o nel periodo estivo, possono essere attuate, a norma dell’articolo 1 della legge 19 luglio 1991 n. 216, iniziative volte a tutelare e favorire la crescita, la maturazione individuale e la socializzazione della persona di età minore al fine di fronteggiare il rischio di coinvolgimento dei minori in attività criminose.

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