Elezioni Act II | La confusione del CDX su principi e valori

Il cdx attacca sui debiti e in parte ha ragione! Un accumulo di più di 11 mln di euro, perché tanti sono, non è un debito che può appartenere all’ultima gestione comunale. Semmai alle ultime gestioni va ascritta la negligenza di non avere attuato i relativi controlli, anche attraverso Dirigenti che, come per legge, ogni sindaco nomina! Ed è altrettanto vero che una parte dei debiti deve essere ricondotta alle amministrazioni degli anni ‘80/’90 e ci riferiamo al pauroso debito dell’acqua che negli anni ’80 fece rischiare alla città il dissesto, provocato da circa 9 mld di lire, poi bloccato aprendo un contenzioso che dette, in parte, ragione all’Ente dimezzando la cifra.

Rimanevano, comunque, più di 4 mln di euro che il Comune doveva alla Regione. Un debito che da allora il Comune si riporta dietro con Calabrò, Cassone, Melito, La Valle, Messina e infine Siclari. E qui nasce il primo problema: nessuno se ne era accorto? E il prestito trentennale presso Cassa DD.PP. accesso con l’Amministrazione La Valle, non serviva a pagare tutti i debiti? E i successivi Consiglio Comunali (perché il bilancio appartiene al Consiglio), non hanno forse omesso di effettuare quello che era uno dei compiti specifici? E dunque un altro assunto è dimostrato: c’è una responsabilità trasversale di maggioranze e minoranze!!!

A pagare non può essere la città

Se da un lato è vero che gli elettori scelgono da chi farsi amministrare e, dunque, sono loro i responsabili ultimi e per questo devono pagare, dall’altro e per come sono andate le cose, anche nel corso dell’ultima presentazione delle liste, sono stati gli oligarchi a decidere chi, come e quando poteva presentare le liste e come presentarle, drogando la democrazia (e ci fermiamo a questo che è meglio) ma, soprattutto, sollevando gli elettori dal peso della loro responsabilità in un sistema fintamente democratico ispirato alla Russia di Putin.

Il concetto, quindi di una politica che si assume la responsabilità (anche di altri) degli errori fatti e rinuncia a percepire indennità fino alla definizione del dissesto (che rivendico perché ne rivendico la paternità), va inquadrato non solo per il fatto in sé ma anche per tutti i valori che una tale affermazione si porta dietro e potrebbe contribuire a rinsaldare i rapporti di fiducia con l’elettorato. E vedremo successivamente come e da quando questo debito, sull’acqua, sia cresciuto esponenzialmente.

Altro che farsa, altro che infondato! Infondata è la cifra che viene attribuita al dissesto che contabilizza 6,5 mln di euro di debito, quando invece, accertati, sono 8,0 mln di cui uno e mezzo assorbiti grazie ad un artificio contabile (dovuto ad una sentenza di somme inesigibili) che io ho trovato nella spasmodica ricerca di evitare una situazione di dissesto. E c’è un vecchio detto che spiega benissimo il senso: le azioni dicono chi sei, le parole chi credi di essere!

L’Esercizio della retorica da rigattiere

Dire “no” ai voti della ndrangheta non è una cosa semplice e neppure scontata. E infatti il portavoce di FdI non lo fa, ci gira intorno, tentenna, farfuglia ma non lo fa. E questo dimostra la validità dell’affermazione (ennesima di cui rivendico la paternità), perché Villa è una città di ndrangheta!

A dirlo non è solo la certificazione di carta straccia di due Commissioni d’Accesso Antimafia (vado oltre e dico tre commissioni) ma anche la Commissione d’Accesso che ha portato allo scioglimento del Comune di Scilla che chi ha letto gli atti sa essere stata sciolta, in buona sostanza, perché troppo vicina al Comune di Villa che è un luogo ad alta densità mafiosa. Ma anche per le modalità del mancato scioglimento del Comune di Villa, dove dagli atti giudiziari emerge che uno dei sub-commissari la mattina svolgeva il proprio compitino e il pomeriggio chiedeva al Responsabile dell’Ufficio Tecnico incarichi per propri amici. Siamo sicuri che la relazione non sia viziata? Io non sarei così sicuro dell’integrità di un Ente che gestisce un territorio che le cronache giudiziarie, anche di questi giorni, dimostrano la pesante presenza della ndrangheta!

Tra inciuci e trasformismi

Una cosa va condivisa con il portavoce di FdI che è dimostrata da fatti inconfutabili, contestati prima di questa sua uscita: Ciccone è il Re dei trasformisti e dell’Inciucio, che affonda le proprie radici in epoche lontane, quando da consigliere di opposizione nell’era “La Valle” ha gestito quella vergognosa vicenda ANAS-PIALE e poi proseguita con la costituzione dell’Associazione Listretto, insieme allo stesso La Valle con cui ha condiviso anche la lista successiva all’accordo spartitorio ed al ribasso della mascheratura della variante di Cannitello, con la preparazione della lista che lo ha visto candidato a sindaco ed, infine, con l’inciucio citato dal portavoce di FdI, nella gestione di una programmazione che vede come protagonista l’Autorità Portuale dello Stretto, di cui però nessuno dei candidati a sindaco ha preso le distanze, affermando con chiarezza la volontà di vederci chiaro sino in fondo.

D’altro canto colui il quale si è calato le braghe di fronte a Ciccone, violando il primo articolo dello Statuto Comunale, non a caso è rimasto candidato sindaco del CDX fino alle 12,00 di Sabato 14 Maggio, per poi passare un minuto dopo a sostenere la consanguinea della lista opposta ma che autorevoli personaggi del CDX continuano a ritenerlo un azzurro di fede!

C’è ancora bisogno di prove dell’avvenuto e pregresso inciucio?

05/06/2022

Italia dei Valori
Villa San Giovanni
Antonio Morabito

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