Il titolo di questo post non è frutto di fantasia ma costituisce la parabola della morale pubblica, la deriva culturale di un apparato politico inadeguato, costruito sul modello brianzolo. E’ la parafrasi di quel “La sera andavamo in via Veneto”, opera letteraria di Eugenio SCALFARI, in cui si raccontano gli anni più vivaci dell’intellettualismo nostrano, del luogo in cui le migliori intelligenze convergevano per discutere dell’Italia, di quello che avrebbe dovuto essere e invece non è stato.
La vicenda di oggi è proprio quello: il Paese mancato. Una vicenda figlia del modo distorto in cui si è evoluto. Ed è da tempo, infatti, che sosteniamo come di fronte al drammatico scenario economico che il Paese sta vivendo, sembra che gli unici a non accorgersi di nulla siano proprio gli Amministratori locali, i quali negli ultimi 5 anni almeno, sembrano aver vissuto su un’altra galassia.
E’ tempo di crisi, di austerità. E’ tempo, come ha dettato alla stampa pochi giorni fa il sindaco, Rocco LA VALLE, di “comportamenti significativi dei singoli”. Degli altri, naturalmente!
Sicché tra fogne che saltano per la pioggia (e cosa c’entrano le acque meteoriche con la condotta fognaria?) mari conseguentemente inquinati, l’acqua che è poca e anzi scarseggia, un disastro amministrativo che non ricorda stagioni analoghe, angustiato, affranto, stanco e stressato dai mille problemi, ha pensato bene, insieme al suo vice ed al plenipotenziario del “costo zero”, di affogare le amarezze della vita nella musica da pianobar, in una sera di maggio, nell’incantevole scenario offerto dalle magiche notti primaverili della “Città eterna” dei Papi, dei sette colli e dei Re.
Tutto regolarmente documentato dalla ricevuta n. 743, in cui si attesta che il 30 maggio 2012, al tavolo 10, del Pianobar dell’hotel “Valadier” (diverso da quello in cui alloggiavano) sono stati consumati: 1 whisky e coca, 2 vodka lemon e 1 gin lemon per un totale di 60 euro più 20 euro per il pianobar, per un totale, quindi, di 80,00 euro tondi tondi.
Affari suoi, anzi loro, direbbe qualcuno, se non fosse per il piccolo particolare che quella divagazione istituzionale, quel diletto turistico-ricreativo, abbia deciso di metterlo in conto a noi cittadini, confidando nella comprensione del “sacrificio” e del “dolore” con cui gli amministratori – come affermava lo stesso La Valle alcune lune orsono – si sacrificano per il bene comune ed assumono “comportamenti significativi”.
Si badi: non si tratta di gossip o di riservate confessioni personali. Questi sono fatti pubblici tratti da documenti pubblicati dall’Ente e contenuti nella determinazione N. 874 del 26 giugno 2012, con la quale, su richiesta dei (fantastici) tre amministratori si dispone la liquidazione di un importo pari a 1103, 54 euro di cui: 551,54 per indennità chilometrica, pedaggio autostradale e taxi e 552,00 euro per vitto e alloggio. Determinazione che chiunque potrà scaricare cliccando su questo link.
Mozzarelle di bufala (acquistate durante il viaggio e fuori dall’itinerario) e comportamenti etici deprecabili a parte, sui quali ciascuno potrà trarre le proprie considerazioni, coerentemente (?) con l’art. 6 del “Regolamento per la disciplina delle missioni degli amministratori e dei dipendenti comunali”, approvato con delibera del consiglio comunale n. 7/2011, il Settore Affari Generali del Comune provvedeva a disporre per la liquidazione della somma.
Ma cosa dice l’art. 6 del regolamento comunale? Qualunque cosa dica, non importa, perché il Decreto Ministeriale del 4 agosto 2011, emanato dal ministro dell’interno d’intesa con la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, concernente la fissazione della misura del rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno sostenute dagli amministratori locali, stabilisce, all’art. 4 che, nell’esercizio della propria autonomia finanziaria, gli enti locali possono SOLO rideterminare in riduzione le misure dei rimborsi, stabilite nello stesso decreto
Così, a naso, sembrerebbe che la normativa non preveda alcun rimborso di spese effettuate per scopi turistico-ricreativi, per diletto, distrazioni ed altre amenità ma, ancor di più, sembrerebbe addirittura che l’intera somma liquidata non sia compatibile con quanto stabilito dalle norme.
In Italia c’è di peggio, si potrebbe obiettare e la cifra non manderà di certo in dissesto ma, come diceva il buon Totò (De Curtis), è la somma che fa il totale. Se questa cifra venisse moltiplicata per gli oltre ottomila comuni? Ma per fortuna non tutti gli amministratori hanno gli stessi comportamenti. E non è, infatti, la cifra a creare un senso profondo di riprovazione, quanto il modello di comportamento che lascia intendere una visione privatistica e personalistica della “cosa pubblica”, ragion per cui, già da lunedì prossimo, chiederemo al Revisore dei Conti ed alla Commissione Consiliare Bilancio, di effettuare una ricognizione su tutte le spese ed i rimborsi degli amministratori villesi, segnalando eventuali anomalie agli organi competenti
Da quattro anni sono tornato in questo paese e sono sconvolto dalla realtà che ci circonda. Credo fortemente che non è solo un problema di essere molto indietro rispetto al resto del Paese, ma stiamo correndo freneticamente e ciecamente nel senso contrario: Regresso!!! L’interesse comune determina il cambiamento e il progresso…appunto “comune” e non dei soliti noti!
Hai proprio ragione, un livello cosi’ non si era mai visto e lo dimostra il successo straordinario che sta registrando questo blog che si occupa di segnalare tutte le malefatte
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