Fiat, ndrangheta e inchiesta sulla Lega Nord. Per l’affaire “Auchan” ci mancava pure l’ordinanza del Comune.

Lega ti dagli interessi
Lega ti dagli interessi

La situazione del Centro Commerciale “La Perla dello Stretto” sembra complicarsi ogni giorno di più e, questa volta, sembra proprio essere definitivamente compromessa, al punto che evocare un intervento dell’Autorità Giudiziaria, più che un desiderio giustizialista diventa una necessità. Sempre che la stessa Autorità non abbia già un fascicolo aperto, come sembrerebbe probabile dall’articolo, a firma di Alessia Candito, apparso questa settimana sul “Corriere della Calabria” e secondo il quale la struttura poi divenuta “La Perla dello Stretto” sarebbe al centro di una fitta rete di interessi che intrecciano inchieste sulla ndrangheta reggina e quella sul partito Padano. (clicca per visualizzare l’articolo)

La vicenda, però, oggi si è arricchita di un altro elemento, un’ordinanza che potrebbe essere definita “cautelare” ma che definire anomala non esprime appieno i dubbi che

la struttura della "Perla"
la struttura della “Perla”

Secondo il responsabile del Settore Attività Produttive del Comune villese, i lavori edili, tuttora persistenti dentro la struttura e finalizzati alla creazione di nuove unità immobiliari, avrebbe compromesso le condizioni di sicurezza, salubrità ed igiene della struttura, ad oggi frequentata da titolari, dipendenti e clienti di altre attività commerciali esistenti, al punto da determinare la “sospensione” delle autorizzazioni a suo tempo rilasciate.(Clicca per leggere l’ordinanza)

Il provvedimento, proprio perché rilasciato al fine della salvaguardia della “pubblica incolumità”, pone il dubbio sulla legittimità del Responsabile di quel Settore comunale all’emanazione di un così drastico provvedimento che, generalmente, viene ricondotto al potere di ordinanza, contingibile ed urgente, del Sindaco.

Dettagli, probabilmente, ma che non risolvono un altro problema, relativo ai tempi di adozione del provvedimento, dal momento che la “dichiarazione di inizio attività” per i lavori edilizi risale, secondo quello che è stato possibile ricostruire da altri atti, all’8 aprile 2013, cioè più di tre mesi fa. Come dire che per tre mesi i titolari, i dipendenti ed i clienti delle altre attività commerciali è stato permesso di frequentare una struttura “pericolosa”.

gatta da pelare
gatta da pelare

L’ordinanza emanata non lo dice ma, sembrerebbe evidente, che il “cantiere”, all’atto del sopralluogo effettuato dalla Polizia Locale sia risultato sprovvisto anche delle misure necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori e degli altri frequentatori della struttura, col risultato che, altrettanto evidentemente, la Polizia Locale abbia anche provveduto a denunciare i fatti all’Autorità Giudiziaria.

Certo stupisce che queste “complicazioni” siano sorte all’indomani della notizia dell’arrivo del supermercato “Auchan” dentro quella struttura e delle conseguenti proteste inscenate dai proprietari degli altri supermercati. E se anche questo potrebbe indurre pensieri diversi, è quasi certo che sia, invece, frutto solo di fortuite coincidenze.

Il dubbio, in realtà è un altro, perché trattandosi di una struttura commerciale, il Comune di Villa San Giovanni, come peraltro affermato poche settimane fa dal TAR reggino, non ha alcuna competenza poiché il D.Lgs 160/2010 attribuisce la competenza esclusiva allo Sportello Unico delle Attività Produttive. Agli Uffici comunali, casomai, spetterebbe solo il compito di vigilanza sul rispetto delle autorizzazioni.

Tutti, però, elementi secondari di fronte all’effetto deflagrante che promette di avere un passaggio dell’ordinanza “cautelare” emanata il 15 luglio scorso e dal quale si rileva che la struttura denominata “La Perla dello Stretto” è stata priva della prescritta “agibilità” sin dall’origine.

lo stop imposto dalla Polizia Locale
lo stop imposto dalla Polizia Locale

Viene da riflettere su come abbia fatto una struttura di tali dimensioni, il primo grosso Centro Commerciale del reggino, ad ottenere autorizzazioni e certificazioni, ad attraversare indenne tutti questi anni di attività, tra finanziamenti regionali ed agevolazioni, senza che mai nessuno si accorgesse di un fatto che certificava un chiaro abuso.

Questo ci riporta alla prima notizia, quella riportata da Alessia Candito su Corriere della Calabria ma con una piccola variante e non del tutto irrilevante: certe azioni non possono così impunemente e spavaldamente trascorrere indenni per più di due lustri, senza evidenti complicità di tante, troppe istituzioni territoriali.

19 luglio 2013

error: Content is protected !!
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: