Vicenda “Perla dello Stretto”: niente colpi di spugna e piena chiarezza sulle responsabilità del passato

suapHomeErrare umanum est, perseverare autem diabolicum, et tertia non datur. No, infatti, la terza possibilità non verrà data, così come non verrà concessa la possibilità di imporre una sorta di clima di “normalizzazione” intorno agli ultimi avvenimenti che riguardano la (ri-ri)apertura del centro commerciale “La Perla dello Stretto.

Iniziamo dalla fine: il Comune con una “ordinanza” molto dubbia ha “sospeso” l’autorizzazione n. 1/GSV per l’esercizio di “grande struttura di vendita” per tutelare “l’incolumità pubblica” (e quella privata?) messa a rischio dai lavori edili per la realizzazione di nuove unità immobiliari. E l’ordinanza veniva notificata a tutti gli altri “esercenti” diversi dalla “Romeo A. srl”.

Ciò vuol dire che l’ordinanza di sospensione è valida solo per la “Romeo A. srl”? Strano!

Pur non citando alcun riferimento normativo, proprio per la straordinarietà del provvedimento, l’ordinanza in questione deve essere ricondotta al potere “extra ordinem” concesso (al sindaco) per fronteggiare situazioni di pericolo “eccezionali, imprevedibili, attuali ed imminenti” e non ci pare che tali condizioni fossero presenti: intanto perché il titolare di questo potere è il Sindaco e non altri, in secondo luogo perché la sospensione avviene a tre mesi dall’inizio dei lavori “autorizzati” ed, infine, perché il provvedimento avrebbe, al massimo, dovuto sospendere e sanzionare le modalità di esecuzione dei lavori, posti in essere in modo tale da pregiudicare l’incolumità, non solo pubblica ma anche privata (i clienti, i fornitori ecc. ecc)

No, non basta, è vero! Non basta perché dopo averlo spiegato al sindaco in tutte le lingue, dopo che il

gatta da pelare
gatta da pelare

TAR lo ha snocciolato, espresso, spiegato come meglio non si poteva, il Comune Villese ha continuato ad ignorare una legge dello Stato (D.Lgs 160/2010), la quale prevede che “tutte”, nessuna esclusa, le richieste aventi ad oggetto “attività produttive” sono di “esclusiva” competenza dello Sportello Unico delle Attività Produttive e che gli altri “Uffici” NON POSSONO svolgere alcuna attività, dovendo limitarsi a trasmettere, IMMEDIATAMENTE, tutta la documentazione ad essi pervenuta.

Allora è chiaro che adesso non possa più trovare spazio l’errore, l’incompetenza tecnica e che emerga come l’intreccio d’interessi che attraversa e coinvolge l’amministrazione comunale, la buona fede, l’ingenuità, l’inesperienza, non risultano solo affievolite ma polverizzate e dissipate.

La Valle la smetta, quindi, di fare lo gnorri e si assuma per intero la responsabilità politica, senza tentare di

il senso dello humor
Potere e Responsabilità

addebitarla alla dirigenza e non solo per non aver promosso un’attività accertativa. E’ successo, per citare alcuni esempi, per il “Parco dei Falchi”, per la “Ditta Boccaccio”, oggi per la “Perla dello Stretto”. Dunque ora basta!

Ancora di più preoccupa che il provvedimento adottato dal Comune, pur manifestando diversi profili di illegittimità, ha finito per svelare verità che si intrecciano pericolosamente con altre notizie, finendo per fotografare una situazione davvero inquietante.

Grazie al provvedimento di “sospensione”, infatti, è divenuto palese che la struttura commerciale ha operato, sin dalla sua apertura, in totale illegittimità per assenza del certificato di agibilità e, con molta probabilità, per la destinazione d’uso della struttura che, se non totalmente, era parzialmente difforme da quella prevista per questo genere di attività.

Un crimine bello e buono, all’ombra del quale, sin dai primi anni dell’apertura del centro commerciale si sono consumati decine e decine di drammi di altre attività commerciali, riferibili agli esercizi di vicinato esistenti. Un atto non solo “socialmente delinquenziale”, rispetto al quale andrebbero certamente perseguiti i responsabili materiali ma anche tutte quelle istituzioni, in testa proprio l’Ente locale, che si sono macchiati del “delitto d’omissione”.

Il contenuto dell’articolo richiamato nel “post” del 17 luglio scorso, infatti, non lascia spazio a interpretazioni: l’affare “Perla dello Stretto” si è svolto sotto la regia di organizzazioni criminali e di una fitta rete di fiancheggiatori e favoreggiatori che hanno consentito l’apertura della struttura commerciale in assenza di tutte le prescritte autorizzazioni.

la struttura della "Perla"
la struttura della “Perla”

Su questo aspetto e senza tentennamenti, prima di tutto La Valle, dimostri di voler fare chiarezza invocando l’intervento della Procura Distrettuale Antimafia, perché diversamente egli non sarà più un interlocutore credibile ed aprirà ad una stagione senza precedenti sul piano delle battaglie per la ricerca e l’affermazione di verità e giustizia.

Altra cosa, invece, visto che il danno al tradizionale sistema commerciale della città è stato già compromesso, l’adozione di iniziative, politiche ed amministrative, dirette a sanare l’attuale situazione (ove vi siano le condizioni giuridiche ed amministrative), previa assunzione di formali e garantiti impegni diretti ad assicurare la continuità d’impiego, prioritariamente, agli ex dipendenti per i quali erano stati attivati gli ammortizzatori sociali!

19 luglio 2013

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