Elezioni: Solo una questione di verbi

struzzoE’ tutta una questione di verbi, ora lo sappiamo con certezza! La questione elettorale che ci vedrà impegnati il 31 maggio prossimo, si gioca tutta sulla grammatica italiana, quella studiata a scuola, quella che consente – soggetto, predicato e complemento – di costruire una frase di senso compiuto.

Così buttiamo a mare – che è pur sempre a due passi – tutti i valori e le regole della democrazia ma non importa. Lo ha deciso una classe politica inconcludente ma anche gli elettori, quelli che hanno frequentato la “Scuola buona” di Renzi ma non quella che insegna le regole del vivere civile.

Schermata-2015-04-17-alle-21.53.14Nel suo programma Messina è stato chiarissimo: dopo 11 (leggansi undici) anni di compartecipazione azionaria al Comune e che negli ultimi cinque ha detenuto la “golden share”, ha cautamente usato il “tempo futuro”. Faremo, realizzeremo, manderemo in appalto, costruiremo. Tutte opere che vengono dal passato e che aspettano da almeno dieci anni di essere realizzate.

Il PD, capeggiato da “un sindaco mai nato”, tanto per parafrasare l’opera letteraria di Oriana Fallaci, che negli ultimi 5 anni ha fatto finta di guardare dall’opposizione le vicende amministrative si presenta agli elettori usando il “passato”: abbiamo fatto, abbiamo realizzato, abbiamo costruito.

Entrambi, però, non riescono ad esprimere una idea di prospettiva di città, una visione che integri tutti gli interventi, in modo che uno sia funzionale all’altro, che interagisca garantendo la funzionalità del tutto. Insomma restano ancora avviluppati ad un’idea mediocre e superata di politica e di governo del territorio.

Il paese dei balocchi

stretto_di_MessinaSingolare la contraddizione che viene fuori: chi ha governato, manderà in appalto l’Autoporto fermo da 10 anni e ultimerà il molo di sottoflutto avviato in pari data; realizzerà l’area mercatale e parcheggio, ferma al palo dal 2003; istituirà l’isola pedonale; attuerà la ZTL; costruirà l’orto botanico a 200 metri dal parco della Variante che s’impegnerà ad ultimare dopo avere consentito lo scempio, perché gli sfugge che a consentire ad Eurolink di abbandonare il cantiere è stato proprio il sindaco.

Il PD, invece, che stando ai risultati di 5 anni fa è risultato minoranza, ha invece realizzato tanto: dall’ecopass alla riduzione delle tasse, tanto che gli osservatori acuti si chiedono se non sia più utile essere minoranza, invece di perdersi tra le mille difficoltà della maggioranza.

A godere di cotanta progettualità e cotanta programmazione, i cittadini, che in questo sistema democratico perfetto si sentono tanto soddisfatti da non curarsi più della “cosa pubblica”, affidata alle mani sicure di una politica che dopo avere straziato il territorio e stancato gli elettori, si rammaricano che alle manifestazioni elettorali si vedano solo candidati e i loro parenti più stretti.

Il governo della città è cosa nostra

Silvia Lottero
Silvia Lottero

Già, i parenti più prossimi. I leaders politici di una volta allevavano i loro fedelissimi, li facevano entrare nelle segreterie politiche, iniziavano a fargli ascoltare le argomentazioni, poi le fotocopie, i primi incarichi non impegnativi, i primi contatti con gli elettori, fino a diventare autosufficienti e pronti a sostituirli.

Oggi tutto si risolve in famiglia: il fratello, la figlia, insomma i parenti più prossimi sono subito gettati nell’agone politico, per sostituire il politico “azzoppato” o quello in disarmo per sopraggiunti limiti d’età. A dimostrazione che la politica è un servizio alla comunità e che non vi sono interessi personali da difendere.

La politica, dunque, ridotta ad eredità famigliare, a lascito genealogico, a dimostrazione che interessi irrinunciabili facciano da sfondo ad un “servizio”. Anche per questo noi votiamo Silvia Lottero

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