ELEZIONI: ASSOLTI PER NON AVER COMPRESO IL FATTO

giudice-sentenza-id12206Siamo alle battute finali di una campagna elettorale che si apre all’insegna di una deriva democratica che non ha precedenti nella storia politico-istituzionale di questo piccolo paesello di provincia, che crede di essere il “centro di gravità permanente” dell’universo mondo, dopo avere assaporato l’aspirazione a divenire una cittadina economicamente solida, moderna, proiettata dalla sua posizione naturale al centro delle più importanti direttrici turistiche e di traffico pedonale e di merci.

Erano gli anni delle intuizioni, dei pionieri del pensiero politico: da Turi Delfino, mente geniale da cui è scaturita “L’Area Integrata dello Stretto” (idea venti anni dopo usurpata da due politicanti di basso profilo), a Mimmo Aragona, l’ultimo vero uomo politico, la cui ascesa è stata bruscamente fermata da “menti raffinatissime”.

Oggi la democrazia, la Comunità, è stata soppiantata dalla mediocrità, dall’affaruccio a danno di tanti, dall’ipocrisia e da una politica che vive (o sopravvive) di se stessa, senza dar conto a nessuno, dove maggioranze e minoranze si muovono all’unisono e il “palazzo” diventa il luogo della casta: brutto, opaco, estraneo alla comunità.

Eppure c’è un tempo in cui lo scettro del comando passa al “popolo bue”, come ci definiscono. E non è un tempo troppo breve, quello del giorno delle elezioni, perchè cinque anni di sofferenze sono più che sufficienti per metabolizzare le ragioni dei danni provocati, delle promesse mancate, delle illusioni.

UN UOMO SOLO AL COMANDO

La democrazia non è uno sport individuale e non è nemmeno uno sport ma un gioco di squadra. E la politica non è fatta di eredita familiari, non si trasmette per testamento, ma si conquista dimostrando capacità, intuizioni e invenzioni.

Quello che stiamo osservando, invece, è l’occupazione del potere “manu militari” e la consumazione di faide, rappresaglie, imposizioni. Questa è l’agonia della democrazia, dove pochi “capetti”, lasciati liberi di imperversare, impongono i loro umori dentro e fuori le coalizioni. Perchè una cosa va detta: oggi non si scelgono solo i candidati che vincono ma si “lavorano” le liste anche per determinare gli sconfitti tra le proprie fila.

Maschere-di-CarnevaleNel “teatro buffo” messo in scena in queste ultime settimane (ma anche mesi e anni), abbiamo certezza di chi saranno i protagonisti principali (forse) ma non sappiamo cosa faranno, cosa offriranno, quali sono le priorità per questo “paesello”. E’ la logica dell’incertezza, della precarietà nel lavoro, nella salute, nell’ambiente, nella qualità della vita.

Lo determinerà, navigando a vista, il sindaco eletto da un “popolo beota”, la cui memoria corta rischia di diventare “encefalite” che una volta trattata con palliativi, sveglierà il paziente che comincerà a lamentarsi per il lavoro promesso e regolarmente sfumato, per l’assunzione persa, per il dolore delle persone prematuramente scomparse, per una vita di stenti, o per la stanchezza di alzarsi la mattina, avendo compreso che non si vive pensando a come arrivare la sera, perchè questo significa sopravvivere.

UNA SCELTA RESPONSABILE

galleria_dall_alto_e_il_cantiere_abbandonatoIn un Paese veramente democratico, frasi del tipo: “in questi 5 anni ci siamo occupati dell’ordinaria amministrazione, i prossimi cinque serviranno per programmare il futuro”, dovrebbero essere messe al bando, specie se a dirlo è un Dirigente Comunale che si spende a sostegno di un candidato a sindaco, nel silenzio di una stampa asservita che si limita a ricevere “veline” e le riporta senza colpo ferire.

Peccato che il “Dirigente”, in questo “pensiero stupendo”, non abbia riflettuto sul fatto che l’ordinaria amministrazione spetta proprio ai Dirigenti e che, quindi, oltre che falso, quanto detto rappresenta un’autoaccusa e una “chiamata in correità” con la politica che tutto questo lo ha consentito.

Allora la questione è un’altra: i partiti non c’entrano nulla ma ci sono capi di consorterie politiche, dall’una e dall’altra parte, che hanno tradito non solo gli stessi partiti ma soprattutto gli elettori e che sanno benissimo che stanno basando i loro successi sul “voto di scambio”, in un momento particolare di bisogno e che non basta inserire un reato nel codice penale ma che è necessaria una struttura adeguata che faccia rispettare il precetto.

UN POPOLO ASSOLTO

L'allegra compagnia
L’allegra compagnia

Con la vicenda del Ministero delle Infrastrutture, abbiamo scoperto il vero volto di un “politico” che in questi anni ha lavorato tanto, per impedire che i cittadini potessero ribellarsi e di fronte ad una foto che lo ritraeva con l’ex Ministro Lupi, finito nella bufera dopo l’arresto del suo maggior uomo di fiduca, ha dato di matto, minacciando e accusando chi aveva condiviso quell’articolo e quella foto.

Oggi, dopo le dimissioni dell’ex Presidente di “Stretto di Messina” e dell’Anas, Pietro Ciucci, con chi se la prenderà il buon “Messina”? Forse che la Variante di Cannitello, i danni, crolli, le crepe apertesi a Piale non rappresentano il frutto di una sudditanza amministrativa verso un potere cui è stato consentito di tutto?

Il “paesello” però, si autoassolverà. Lo ha fatto quando il fascismo incalzava, trascinandoci in guerra, seminando terrore e povertà, oscurando e soffocando il dissenso. All’indomani svegliandosi convinto di essere estraneo alle angherie e ai drammi del ventennio. E lo farà anche oggi, con la formula del  “non aver compreso il fatto”.

In fondo un fratello, un padre, una madre, un amico, un compare si troverà sempre nel momento del bisogno. E in questo momento è forte il bisogno di sentire il supporto pratico di un voto che vale cinque anni. Cinque anni per far cosa?

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