ECOPASS: E SE FOSSE STATO UN SUICIDIO?

dove sono finiti i quattrini?
dove sono finiti i quattrini?

Più che un rischio ormai è un pericolo imminente ed attuale, una di quelle condizioni per le quali le norme di protezione civile autorizzano interventi straordinari. Ed a rischio è l’incolumità delle persone, minacciate non da disastri naturali, da eventi atmosferici ma dall’azione disastrosa dell’uomo, anzi, della politica.

Occultata dalla grande dignità delle persone e in molti casi dall’aiuto dei nonni, che oggi pagano non solo per i loro figli ma anche per i nipoti, di qui a qualche mese la crisi economica delle famiglie, i paurosi livelli di disoccupazione, faranno esplodere un dramma che non ha precedenti. E li ci accorgeremo che il 28 e 29 marzo 2010, quella che per una minoranza di cittadini doveva essere una scelta di cambiamento, si è trasformata in un suicidio collettivo.

Ed è inutile che i traffichini di turno continuino a lodare le doti di questa Amministrazione comunale, perché a breve anche loro, destinatari di prebende, si troveranno trascinati nel pieno del vorticoso disastro.

A dispetto dei molti, i quali pensavano che l’imprenditoria al potere avrebbe avuto idee e progetti per risollevare le sorti di questa città e di fronte alle condizioni favorevoli derivanti da fatti esterni, il risultato prodotto da La Valle&Co conduce a due verità:

  • o si tratta di malafede nell’aumentare il disagio sociale (lo stato di bisogno come garanzia di autoconservazione del potere),
  • oppure di incapacità allo stato puro.

Ma questo ci farebbe inerpicare per sentieri impervi, alla ricerca delle modalità con cui sono state costruite certe fortune imprenditoriali. Rimaniamo ancorati ai fatti e prendiamo un esempio: l’ecopass.

L’ecopass

Una iniziativa amministrativa che La Valle si è ritrovato in mano senza che gli appartenesse e che è riuscito non solo a sciupare (per la città ma non per chi l’amministra) ma a trasformare in danno.

Lasciamo stare che oltre 1 milione di euro già incassato e già stato speso o impegnato non si capisce bene come (oppure si capisce benissimo) e andiamo ai fatti amministrativi.

L’accordo con la Città di Messina

L’accordo con Messina prevedeva una fase sperimentale, durante la quale il Comune di Villa San Giovanni avrebbe dovuto realizzare le Zone a Traffico Limitato.

Fase terminata il 15 gennaio 2012 e mai rinnovata, tanto che all’assunzione dei poteri da parte del Commissario del Comune di Messina, questi interrompeva il trasferimento delle quote.

La Giunta Comunale
La Giunta Comunale

Di qui la corsa, inutile, dell’Amministrazione villese, a deliberare il 18 giugno scorso (ma pubblicato solo il 5 luglio) un provvedimento che, solo nel titolo, introduceva la ZTL ma che nel corpo si trasformava in una proposta al Consiglio Comunale.

La discrasia tra titolo e corpo della delibera è presto detta, dal momento che “fonti confidenziali solitamente attendibili” presso le quali furbescamente è solito abbeverarsi La Valle, attraverso i suoi “lanzichenecchi” avevano avvisato che la ridelimitazione della ZTL comportava una modifica del Piano Urbano del Traffico e che questa era di esclusiva competenza del Consiglio Comunale. Dunque la delibera di giunta non avrebbe avuto valore.

Pensando di averla fatta franca anche stavolta, quella introduzione si trasformava in una semplice “proposta”, senza sapere che anche quando il Consiglio Comunale votasse quella “proposta”, la stessa sarebbe illegittima per violazione delle direttive ministeriali in materia.

Cado dalle nubi 3
L’imprenditoria al potere

Poco male, però, perché a ben guardare (anche se nel rispetto delle norme sulla trasparenza non vengono pubblicati gli atti), qualora si volesse dar seguito a quella deliberazione, si dovrebbero istituire i varchi di accesso alla ZTL a pagamento, presidiarli per contestare le violazioni, costituire un sistema di acquisto dei tagliandi, far cessare il pagamento dell’ecopass in area FS (che è fuori dalla ZTL). E tutto questo districandosi tra bandi pubblici o costituzione di società, selezione di personale e via discorrendo.

Un iter che l’Amministrazione Comunale non ha saputo e voluto compiere in tre anni e che adesso dovrebbe realizzare in appena 20 mesi che la separano dalle nuove elezioni.

É evidente che se questo iter fosse iniziato per tempo, ad occhio e croce oggi saremmo nella fase di selezione del personale necessario a gestire non solo l’ecopass ma il sistema di sosta e tutte quelle iniziative necessarie a far funzionare questa articolata iniziativa, compresa la contrazione della pressione fiscale che avrebbe proiettato la città verso un futuro di modernità, efficienza, benessere e certamente di nuovi investimenti.

Tutto questo è solo uno dei provvedimenti che avrebbe fronteggiato lo stato di disagio economico delle famiglie ormai disperate. E c’è qualcuno che ha ancora bisogno di prove?

16 luglio 2013

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