Benvenuti nelle Terre della Fatamorgana – Villa la “Birmingham Italiana”

Certo nessuno lo avrebbe mai immaginato che nell’era di internet, della comunicazione che viaggia alla velocità della luce, ci si sarebbe imbattuti in una così immane e strampalata castroneria, incastonata in una cornice indimenticabile – come recita la presentazione – di panorami mozzafiato, di millenni di storia, arte, cultura.

Cultura, appunto! Quell’insieme di credenze, tradizioni, leggende, storie, monumenti che costituiscono il patrimonio di una civiltà e che molto spesso hanno rappresentato le basi per un uso turistico del territorio.

Benvenuti nelle “Terre della Fatamorgana”, l’ambizioso progetto turistico capeggiato da quel “modello reggio” ormai sul viale del tormentato tramonto di una città turistica a cavallo tra debiti impressionanti e l’ombra angosciante di invasioni criminali nelle istituzioni locali. Ma non è della “bella reggio” che vogliamo parlare né della degenerazione di quella “primavera” di cui resta solo la toponomastica del più bel chilometro d’Italia (sempre meglio del chilometro più lungo d’Italia).

Oggi vogliamo parlare di una città, Villa San Giovanni, che partendo dalla propria storia e dalla propria cultura, vuole candidarsi a diventare un polo turistico d’eccellenza anche attraverso l’adesione a quell’ambizioso progetto che prende il nome di “Terre della Fatamorgana”.

Si, è vero, mancano i servizi basilari, l’acqua va e viene, la depurazione è vaga, i servizi miglioreranno. Ma non possiamo negare lo sforzo immane, compiuto negli ultimissimi anni, l’attenzione, soprattutto, con cui l’assessorissimo alla cultura ed al turismo sovrintende ad ogni iniziativa che rinnovi la tradizione e la storia di questa perla incastonata sullo Stretto di Messina.

Ogni dettaglio è curato con attenzione maniacale, sottoposto con cura a verifiche per garantire autorevolezza alle informazioni. Perché la cultura è tutto per una città che voglia imporsi con autorevolezza nel panorama turistico internazionale.

Lo dimostra la compiutezza delle informazioni sulla storia di Villa San Giovanni, che campeggiano in bella mostra nel sito istituzionale del progetto “Terre della Fatamorgana” e dedicate a questa città, dove non manca il riferimento allo storico appellativo di “Birmingham italiana”, a ragione della propria tradizione industriale.

Si, non lo ricordavate? Villa San Giovanni venne definita la “Birmingham italiana” per la sua analogia con la città inglese che nell’era della rivoluzione industriale diventò punto di riferimento della siderurgia d’avanguardia.

E che ch’azzecca, direbbe Di Pietro, la siderurgia con la città di Villa San Giovanni ?

Boh! Chiedetelo a chi impersona la cultura di questa città, perché il nostro ricordo, seppur vago e sbiadito di qualche libro letto in giovane età, ci rimanda ad un discorso pronunciato in parlamento da un Deputato – anzi no, una volta erano Onorevoli – in cui definiva Villa San Giovanni “La piccola Manchester”.

Lui, l’Onorevole, che quando ancora internet non c’era aveva comunque avuto modo di leggere, di studiare di economia e di geografia, di storia e di politica, sapeva bene che Manchester era sede del più importante polo industriale tessile e che era proprio questo l’elemento comune alla città di Villa San Giovanni, sede dei più importanti stabilimenti meridionali per la lavorazione della seta.

Abbiate pietà di noi!

3 Risposte a “Benvenuti nelle Terre della Fatamorgana – Villa la “Birmingham Italiana””

  1. Forse, sarebbe ora che qualche “politico” (chiamiamo così chi si interessa del progresso dei molti) passasse un pò più di tempo in bibblioteca e un pò meno sui palchi a presentare bagaglini vari o davanti alle bancarelle della frittola e del panino con la “salciccia”.
    Ma, a proposito, la bibblioteca a Villa (nonostante tutto) sopravvive? E se si, come?

    1. Dimenticavo di dire che bibblioteca con due “b” è rivolto al livello culturale e/o subculturale del politico “lettore” cos’ da non farlo sentire in imbarazzo eh eh eh

  2. Passato sul sito e notato che hanno fatto la variazione solo che il piccola non piace e, perciò, invece di “piccola Manchester” hanno lasciato “Manchester italiana”.
    Mi torna il mente un certo Rutelli che diceva “Pliiiiz, visiit, Italiii”

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