Villa San Giovanni – IL PD RIMESTA NEL TORBIDO….MA E’ IL SUO

Sulla mozione della variante ferroviaria di Cannitello, Il Presidente del Consiglio Comunale, Rocco Cassone, è stato chiarissimo: sul punto, a norma di regolamento (che legge anche), può parlare solo un rappresentante per ogni “Gruppo Consiliare”. E questo spiega perché Morgante – che il Regolamento lo conosce – ha abbandonato i lavori continuando a denunciare la mancanza agibilità democratica.

PD IN CODICE ROSSO
PD IN CODICE ROSSO

Morgante, infatti, com’è ampiamente noto, per disposizione “dittatoriale” è stato “cancellato” da ogni Gruppo, dunque, non poteva – come ha ricordato Cassone – intervenire nel dibattito.

Certo, questo comporta anche un “danno ingiusto”, a Morgante come a tutti coloro che lo hanno votato, ai principi Costituzionali, alla democrazia. Ma questa è un’altra storia di cui la Procura si sta occupando e di cui, invece, la Prefettura se ne sta infischiando.

IL DIAVOLO, LE PENTOLE E I COPERCHI

Diavolo-pentole-e-coperchiLiquidato Morgante, il copione prevede la presentazione della mozione da parte della maggioranza, lo spostamento di qualche virgola da parte del gruppo del PD (con annessa passerella)… e vissero tutti felici e contenti. Ma qualcosa è andata male!

Già al precedente Consiglio Comunale, Ciccone e Sorrenti avevano dato la disponibilità a trovare una “linea unitaria” conla maggioranza sulla mozione ma, evidentemente, dentro il Partito Democratico, durante la settimana, le cose si devono essere complicate maledettamente (c’è ancora una ragionevole speranza).

Colpo di Teatro
Colpo di Teatro

Come ricordava CASSONE, infatti, sulla questione può parlare un componente per ogni Gruppo Consiliare a meno che uno non parli “in dissenso dal proprio Gruppo”. E, infatti, dopo la presentazione della mozione da parte del “Nuovo Centrodestra”, il primo a prendere la parola è Natale SANTORO (PD), il quale “frantuma il sogno coltivato “fuori campo” e delinea tutte le responsabilità della maggioranza: intempestività, ingenuità, inadeguatezza, poca trasparenza.

Bene, se questa fosse stata la posizione del PD, l’intervento di Natale SANTORO avrebbe esaurito gli interventi (uno per Gruppo) del Partito Democratico. Invece, seguono a ruota quelli del cognato di Calabrò, di Crimi e di Ciccone. E allora i conti non tornano!

A chiarire che SANTORO avesse parlato “in dissenso dal proprio Gruppo” è lo stesso SANTORO il quale, incalzato dalla maggioranza che gli ricordava la precedente posizione espressa da Sorrenti e Ciccone, favorevole ad una “intesa unitaria”, rammentava – SANTORO – di appartenere ad un partito che rispetta le opinioni diverse. Dunque?

I FUNANBOLI DELLA POLITICA

Un fatto – dicono i Codici (civile e penale) – può essere desunto da elementi gravi, precisi e concordanti.

Ciccone
Ciccone

Ebbene, se Natale SANTORO ha avuto la necessità di chiarire la sua militanza in un partito che “rispetta le opinioni diverse”, è perché o la sua era la posizione ufficiale del partito (e ve ne erano altre divergenti) o, viceversa, era di SANTORO la posizione divergente.

Del resto, se la posizione del PD fosse stata “unitaria” e fosse stata rappresentata da SANTORO, a norma del regolamento ricordato da CASSONE, nessuno del gruppo avrebbe dovuto e (soprattutto) potuto intervenire. Altrimenti vuol dire che il regolamento si applica solo “contro” MORGANTE. Invece si sono susseguiti gli interventi di Sorrenti, Crimi e Ciccone, cioè tutti.

Vero, gli “indizi” potrebber non essere ancora sufficienti.

Il Nuovo Centrodestra, per tentare di salvare il salvabile di fronte a quel caterpillar di SANTORO, faceva disperatamente notare che la “mozione” parlava di “mostro di Cannitello”, con ciò lasciando intendere l’attribuzione di un valore negativo all’opera e che, dunque, la mozione poteva essere votata dal Gruppo del PD.

A fargli da contraltare l’intervento di Ciccone (PD) che se la prendeva con Loiero e Naccari per avere espresso il “nulla osta” sulla Variante Ferroviaria (dimenticando che la regione a guida Loiero si rivolse anche alla Corte Costituzionale sollevando il conflitto di attribuzione sul caso). Come dire: tu accusi la tua parte, io la mia e così troviamo l’intesa e facciamo finta di fare una “crociata” per la città. E vissero tutti felici e contenti. Però, è andata com’è andata

RIMESTARE NEL TORBIDO

Di fronte a fatti oggettivi, riportati più o meno uniformemente dalla stampa che aveva seguito il Consiglio Comunale, il PD convocava una conferenza stampa per chiarire cosa non si è ancora capito, visto che su nessuno di quei fatti “oggettivi” è stata data una interpretazione diversa. Anzi non è stata proprio data alcuna interpretazione.

E questo aggiunge un altro dato a quelli sciorinati sino ad ora. Si, perché alla conferenza stampa, oltre all’assenza di Calabrò e Melito, ormai distanti anni luce da questa “pattuglia di statisti”, si è aggiunta la pesante assenza di SANTORO (ufficialmente occupato da impegni professionali) che avrebbe potuto chiarire la ragione della sua dichiarata “appartenenza ad un partito che rispetta le opinioni diverse”.

Invece SANTORO non c’era. Ed il PD è stato costretto a “rendere dichiarazioni autonome”, che non trovano – per dirla col rito penale – riscontro in altri elementi che ne possano confermare l’attendibilità.

semigruppo del pd
semigruppo del pd

Ma la politica è una cosa seria e deve tornare ad essere etica, ragionamento, logica riflessione. E allora, se fosse vero tutto quello che in conferenza stampa il PD ha enunciato (spesso in difformità dagli eventi), non si comprende perché il Gruppo Consiliare non si sia presentato, in aula, con una propria mozione.

Una mozione che avrebbe potuto avere natura emendativa di quella presentata dalla Maggioranza (ove l’intenzione fosse stata quella del documento unitario), ovvero di censura di quella della maggioranza e che il PD avrebbe potuto votare, da solo, come documento di minoranza.

Scriveva Macchiavelli: Sono tanto semplici li uomini e tanto obediscono alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare.

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