Operazione Octopus di Calabrò e La Valle

Qualcuno spieghi a Calabrò, il “Guru” del PD villese, che l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto non deve approvare nessun progetto cantierabile nell’immediato ma solo un Documento di Programmazione Strategico di Sistema, propedeutico all’avvio della procedura per arrivare alla realizzazione ed all’approvazione del Piano Regolatore di Sistema Portuale. Un semplice documento economico-strategico per dire quali sono gli obiettivi, come si vuole raggiungerli e con quali fondi, partendo dai diversi scenari.

Chi lo farà, provi, con calma, a spiegargli anche, con molto tatto per non urtare la suscettibilità sua e dei suoi pochi fans, che il “Porto a Sud” non è inserito nel Decreto Emergenza del 6 dicembre 2001 (Calabrò prenda appunti una volta, 2001 non 2003!) ma nell’Accordo di Programma del 1990 (già, 1990, tre anni prima che diventasse sindaco lo stesso Calabrò).

Ora, non si tratta solo di una figura stantia, di un uomo che fa finta di non ricordare che avrebbe quindi dovuto, egli e munito della borsa necessaria in un periodo di “vacche grassissime”, occuparsi dello spostamento degli approdi ma del come, e guardando quali interessi, è stata governata la città. E ce lo ricorda lui stesso, quando prima dimentica (ancora!!!) che la priorità dell’AsPS è quella di mettere in sicurezza i pedoni e poi con un pericoloso esercizio di equilibrismo rimbrotta la stessa AsPS di non avere pensato al gommato, cioé ai mezzi diretti e proveniente dalla Caronte. Esattamente come fece lui e Melito che per favorire quella società autorizzarono l’apertura abusiva dello svincolo di via Zanotti Bianco, distratti che lo svincolo Autostradale, da Accordo di programma del 1990, avrebbe dovuto essere realizzato su via Pozzicelli. Nemmeno questo ricorda il buon Totò!

Soccorso Rosso

Non abbiamo mai difeso l’AsPS e lo abbiamo dimostrato nel tempo (anche in tempi di silenzi degli ex sindaci) ma una cosa dobbiamo dirla: a parte le inosservanze metodologiche, della neo Costituzione e della legge, l’Autorità Portuale ha presentato i documenti per la redazione del DPSS secondo la propria visione, non avendo ricevuto dalle amministrazioni passate (quindi anche la sua) documentazione che andasse in questa direzione. L’unico documento ricevuto è stato quello dei due consiglieri comunali, Caminiti e Ciccone, ampiamente e pesantemente smentiti anche da questa Amministrazione.

Quanto a questo aspetto va poi detto che oltre alle riserve anche da altri espressi, questa città dovrebbe indignarsi per il semplice fatto che nessuno abbia dato indicazioni all’AsPS su quale tipo di scenario di prospettiva si sarebbe dovuta indirizzare l’Autorità e sulla base di questo, quali aree avrebbero potuto essere destinatarie di vantaggi e finanziamenti della Zona Economica Speciale.

Dunque, oltre al richiamo all’AsPS perchè faccia quello che in realtà ha fatto e l’endorsement alla Caronte che sarebbe stata scippata (di cosa non si sa) della dovuta attenzione per la propria clientela, non ci è sembrato di leggere, nella nota di Calabrò alla stampa (sempre attentissima su altri fronti a trovare formule confutazionali), nessun richiamo a difendere il diritto dei cittadini ad un ambiente sano, al dovere di tutela dell’integrità delle coste minacciato dall’erosione (dei due torrenti tappati Calabrò non sa niente!).

Peraltro dimentica, sempre Calabrò, di avere in questi anni scaldato la poltrona di Consigliere Comunale, senza mai aprire bocca in merito ad un “Autoporto”, progettato e finanziato, che avrebbe tenuto insieme ed equilibrato i di diritti di tutti: dei cittadini che avrebbero visto un abbattimento di oltre il 50% dei fattori inquinanti (non si capisce da dove sia uscito il 40% indicato da alcuni); degli Autotrasportatori che avrebbero finito di bivaccare lungo le piazzole di sosta; di passeggeri al seguito di veicoli che avrebbero trovato un’adeguata ed attrezzata area di attesa. Anche questo ha dimenticato Calabrò!

Ecco allora che per tempi e modi, ci sembra che la logica dell’intervento di Calabrò, sia stata diretta a fare uscire dall’angolo in cui si era, questa volta da sola, cacciata la sindaca dopo le dichiarazioni, ad oggi non smentite, del Segretario Generale dell’AsPS con l’affermazione secondo cui la documentazione era stata tutta depositata al Comune di Villa e che se non era stata consegnata, la colpa non era dell’AsPS.

Ora, non c’era bisogno dell’intervento, impreciso e sconclusionato di Calabrò per sapere che la documentazione non è stata nascosta dal Comune. Semplicemente per il fatto che non c’era altra documentazione perché grazie a tutti i sindaci da Calabrò in avanti, sul tema dell’attraversamento, oltre le chiacchiere, non è stato mai prodotto alcun atto, e da qui l’impossibilità per l’AsPS di andare oltre con la documentazione. Sarebbe bastato che il Sindaco lo dicesse!

Soccorso Azzurro-Rosso

Questo non è l’unico “soccorso” e Calabrò lo dice chiaramente, preso dall’enfasi (o delirio d’onnipotenza?), tanto che timidamente s’introduce, in un dibattito che lo ha visto assente dalla scena per almeno 30 anni, citando la sua orgogliosa appartenenza ai 5 ex sindaci. 5 ex che uno si aspetta avessero osservazioni da fare e suggerimenti da dare, se non nella fase di apertura della Sindaca o dell’Autorità, quanto meno nel dibattito pubblico che la precedeva. Esattamente come ha fatto Fratelli d’Italia, come ha fatto (pur correggendola in corsa) la minoranza o come ha fatto la maggioranza. E invece no ed ancora di meno si spiega questa uscita singolare ed estemporanea.

A meno che la stessa non sia stata spinta, ispirata, suggerita, non dalla sindaca ma da Rocco La Valle che non si è limitato a Calabrò, ma che ha ridotto anche il Capogruppo di minoranza, Marco Santoro, a più miti consigli dopo essere stato trattato, a ragione, a pesci in faccia, affinché scrivesse a quattro mani il documento unitario che il Consiglio Comunale si accinge a presentare all’AsPS.

I termini ed i contenuti del documento li vedremo a breve, così come vedremo il voto unanime di un Consiglio Comunale che tutto rappresenta, tranne che la democrazia e questa città!

Democrazia anche economica, nel senso di spendiamo tutti in modo equo! Cosicché la Città Metropolitana di Reggio Calabria, che non ha competenza sui Porti attribuiti all’Autorità Portuale, chiede i finanziamenti del PNRR per progettare un porto sul quale non accampa alcun diritto, come dire che sul terreno di tizio, caio realizza un progetto. Un modo per distribuire prebende in campagna elettorale o c’è dell’altro? Probabilmente c’è dell’altro ma al momento l’unica cosa certa è che buona parte di quel finanziamento a valere sui fondi del PNRR – una porzione di quei 122 miliardi che ci toccherà pagare – li dovremo restituire tutti noi. Bella operazione, grazie

12/09/2022

Antonio Morabito

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