LA SINDACA NON SCAPPA, CORRE PER RILANCIARE L’ATLETICA LEGGERA

La sindaca, Giusy Caminiti, non può pensare di scappare in eterno per glissare sulle risposte che è tenuta a dare a chiunque e soprattutto alle diverse anime politiche di questa città, sperando anche di farla franca! Questo atteggiamento infantile deve trovare un argine fermo rispetto alle domande chiare, alle affermazioni limpide che vengono fatte, senza confidare in una “querelle” con una minoranza consiliare, selezionata “ad hoc”, che possa esaurire un dibattito politico che è tuttora in corso.

L’ultima vicenda, quella nata dalla “fontana infame”, porta infatti con se una questione gravissima e che attiene all’affidabilità politico-istituzionale di una Prima cittadina che stenta a dare il segno tangibile di una distanza siderale che dovrebbe distinguerla da quella subcultura che impedisce a questa città ogni prospettiva ma che, ove venisse verificato quanto sta emergendo, porrebbe lei, la sindaca stessa, in una condizione di incompatibilità morale con tutti coloro che intendano fare affidamento sulle Istituzioni Repubblicane.

Fortunatamente quanto accaduto ha coinvolto chi ha già dimostrato, nella sua storia personale e professionale che la sindaca conosce fin troppo bene, di avere spalle larghe abbastanza, tali da poter sostenere pesi ben più gravi, ma se questo accaduto – ribadiamo – venisse accertato e fosse vero, costituirebbe un ostacolo capace di frenare chiunque voglia legittimamente opporsi ad ogni sopruso.

La vicenda della “fontana”, infatti, va ben al di là del fatto in se e fa comprendere benissimo, al di la di ogni ragionevole dubbio, come l’intesa elettorale sia stata spinta ben oltre la libertà che deve sottendere ad un sindaco nell’esercizio della propria funzione: un sindaco deve difendere tutti e soprattutto deve difendere la legge, deve essere schermo e difesa di ogni cittadino che se oggi si rivolge a chi scrive è perché non si fida – a ragione – di chi dovrebbe farlo per mandato ricevuto.

Certa (in)cultura infatti non riguarda solo i fatti criminali ma va intesa in una accezione più ampia e riguarda la negazione delle regole sociali a favore di regole private che distorcono il rapporto pubblico/privato. Ed un Ente pubblico non può mai essere usato come luogo personale e diretto a soddisfare bisogni personali.

In questo senso un sindaco non può pensare che possa tollerarsi ch’egli s’incontri, come ha fatto: né reiteratamente né saltuariamente con simili personaggi personaggi, né come singoli né come formazioni sociali che, evidentemente, condividono e tollerano queste condotte, perché si offre all’opinione pubblica un’immagine disdicevole di chi, piuttosto che onorare un impegno pubblico, preferisce calpestarlo lanciando un messaggio chiaro contro coloro che vogliono affrancarsi da certe condotte prevaricatrici.

Difendere oltre ogni misura sacche di potere arroganti e prepotenti, significa non solo mortificare un ruolo che non si è compreso fino in fondo, ma soprattutto vuol dire mostrare l’ipocrisia di una presenza a commemorazioni importanti che offendono la storia e la memoria di chi si è sacrificato anche per lei.

Di questo la sindaca può non rispondere alla sua coscienza ma certamente deve rispondere alla città, prima ancora dei suoi programmi amministrativi, perché questo vuol dire prendere consapevolezza di un ruolo e della estrema, assoluta, imprescindibile necessità di offrire modelli di valore e di giustizia sociale. Senza cercare alibi e giustificazioni puerili rispetto a condotte che tutti hanno visto e rispetto a fatti che sono a conoscenza di tutti.

Risponda se è in grado e lo faccia in fretta, perché la strada si fa sempre più stretta, più buia ed in salita e lei rischia di rimanere sola con la sua coscienza ed i suoi fantasmi!

22/08/2022

Italia dei Valori
Resp.le Cittadino
Antonio Morabito

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