ESCLUSIVO: PONTE SULLO STRETTO, RIECHEGGIANO GLI INTERESSI

Inopportuno, sconveniente, incauto? No, meglio, imbarazzante!

lo stesso giorno nel quale il comitato di esperti depositava il lavoro svolto per incarico del Governo (Conte2), il Sen. Marco Siclari (FI), metteva su in fretta e furia un convegno online e in presenza, nella sala consiliare del Comune di Villa San Giovanni (una delle due sponde su cui poggerebbe l’opera) per poi sottoscrivere con altre forze politiche il “Patto per il Ponte” sullo Stretto di Messina e due minuti dopo, insieme al Sindaco facente funzioni, Maria Grazia Richichi (il sindaco, Giovanni, fratello del senatore è impedito da una msura cautelare che gli impedisce di risiedere a Villa San Giovanni) annunciare “urbi et orbi” che Villa San Giovanni da quel momento aveva la stessa importanza di Roma Capitale..
Con lui, oltre alla deputata Gelsomina Vono (detta Silvia), eletta con il M5S e transfuga nel partito di Renzi (Italia Viva), anche il deputato Trizzino, anch’egli eletto col M5S ma iscritto al Gruppo Misto (sebbene sia da più parti considerato vicino alla Lega), i due Presidenti delle Regioni interessate, diversi tecnici e studiosi e i sindaci di Villa San Giovanni (cdx) e Campo Calabro (csx).
Nemmeno il tempo di annunciare, Urbi et Orbi, che Villa San Giovanni si accingeva ad essere assimilata a Roma Capitale che, all’improvviso, una bomba si imponeva sulla scena attraverso un’ANSA. La bomba era sganciata dall’assessore Regionale alle Infrastrutture della Regione Calabria, Ing. Domenica Catalfamo, con l’affermazione perentoria che <<La relazione conclusiva non era sufficiente per impulso riavvio iter>>.

TRA I NO ED I SI AL PONTE

Non si può continuare a dire “no ai muri, si ai ponti” e quando è ora di esprimere un giudizio sul Ponte dello Stretto di Messina, tirare fuori le più variopinte corbellerie per opporsi al futuro. I ponti sono, prima di tutto, opere “sociali” che creano integrazione, scambi culturali, legami e amicizie tra le popolazioni. Così come non si può affermare la necessità si abbandonare la visione consumistica, industriale e scegliere l’ambiente quale priorità che dovrà traghettare il mondo verso il futuro e poi preferire opere che l’ambiente lo deturpano selvaggiamente. Piutosto la domanda da farsi è se e quanto un ponte sia sostenibile.
A questa domanda, per l’ennesima volta, a rispondere sono stati gli “esperti”, nominati dal Governo “Conte 2” ed a scrivere una parola definitiva (almeno per ora) e, si spera, lontana da ogni ideologia. Esperti che hanno concluso, escludendo la possibilità del tunnel e dicendo che il Ponte è un azzardo. Di più lo è quello a campata unica ma lo è anche quello a più campate che diverrebbe unico al mondo. Una sorta di prova…se va bene… (scarica la relazione del Gruppo di Lavoro)

DANNI COLLATERALI

Già con il primo avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto (2009) e in particolare della Variante Ferroviaria di Cannitello, opera propedeutica, le ferite inferte al territorio sono state immani e ancora oggi aperte. A prescidere dalle più o meno marcate omissioni e inadempienze delle Amministrazioni locali.
Altro che dire il Ponte è bello!

Gli attuali Amministratori, piuttosto che lamentare le mancate convocazioni per discutere del Ponte (nuovo), avrebbero dovuto e dovrebbero dire che la città è pronta a sedersi nuovamente ad un tavolo per discutere sul possibile riavvio dell’iter per la costruzione dell’opera, ma solo dopo che siano stati ristorati tutti i danni già provocati; dovrebbero imporre il dolore di una città al cui territorio è stata inferta una ferità grave e profonda, come precondizione necessaria per convocare un “tavolo di lavoro” che discuta sul tema.
Invece la città subisce in silenzio ed è incapace di pretendere una soluzione – come scrivono gli esperti – di breve/medio periodo. Pur avendola la soluzione che, pazienza, non è venuta da loro!

L’IMBARAZZANTE INIZIATIVA

Promotore dell’iniziativa del “Patto per il Ponte” è il più giovane rampollo della famiglia Siclari (che già, da Consigliere Comunale del Comune di Roma, si era segnalato per la singolare proposta di nominare una strada alla mamma di Silvio Berlusconi). Una dinastia che ha visto il padre, Franco, Consigliere Comunale di Villa San Giovanni che nel 2004 fu nominato dal Ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, “Consulente per l’espletamento delle attività di comunicazione promozionale, finalizzata alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Una nomina tornata utile quando, il 9 ottobre 2009 (Franco Siclari aveva terminato da poco il mandato), una delle aziende di famiglia, la ECO srl, aveva chiesto al Comune l’autorizzazione all’apertura di una Cava in località Serro La Torre (ex Agro Corigliano, una zona a fasi alterne contrassegnata come Zona di Protezione Speciale ed ora finalmente e definitivamente tutelata dall’UE). Appena un mese e mezzo prima che la Società Stretto di Messina iniziasse i lavori del Ponte sullo Stretto con la cd “Variante Ferroviaria di Cannitello. Ma le coincidenze non si esauriscono qui!
La Società Eurolink che aveva vinto l’appalto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto (poi interrotto), con la Società ECO srl, aveva subito sottoscritto un accordo per l’acquisto di “terra vegetale” presso la Cava appena aperta. Terra vegetale che la stessa Eurolink depositava su un terreno attiguo alla costruenda Variante di Cannitello che aveva provveduto ad espropriare temporaneamente e di proprietà della società POOL 22. Non un terreno qualsiasi ma un appezzamento sul quale la Società proprietaria aveva già un progetto (per far approvare il quale era dovuta ricorrere al TAR) per la realizzazione del complesso edilizio “Baia sullo Stretto”.
Ironia della sorte, oltre la ECO srl, anche la società POOL 22 era riconducibile alla famiglia Siclari!

UNA SFORTUNATA COINCIDENZA

Ad attestare la fortuita coincidenza, una firma diventata famosa nel panorama nazionale, quel Lucio Musolino oggi collaboratore del “Fatto Quotidiano” quando scriveva per il Corriere della Calabria del compianto Paolo Pollicheni.
Un giornalista meticoloso, attento che pur partendo, per evidente induzione, da un dato rivelatosi tutt’altro che esatto, finisce per raccontare la verità sul grande “affaire Ponte”.
Musolino, nell’articolo, non si limita a narrare i fatti ma pubblica anche i riscontri, le dichiarazioni da cui emergono anche le partecipazioni societarie dell’oggi senatore Marco Siclari. Come compartecipe delle iniziative imprenditoriali, a fasi alterne, lo sono anche gli altri componenti della famiglia Siclari.

Come scrive lo stesso legale della famiglia, nella piccata richiesta di rettifica all’articolo di Musolino e che piuttosto che smentire, conferma come le società facenti capo alla famiglia abbiano intrattenuto rapporti economici non solo col General Contractor, Eurolink, ma anche con il ministro delle Infrastrutture, segnalando così, quanto meno, l’inopportunità di tali rapporti. Evidentemente tollerati dalla politica. Inopportunità che, secondo le voci correnti, potrebbero a breve ripetersi!

14/05/2021

antonio morabito

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