ELEZIONI: LA SANTA PASQUA NON FERMA CIARLATANI E MILLANTATORI

tutta la giuntaNon si ferma davanti a nulla, nemmeno al ricorrere della “Santa Pasqua”, l’opera certosina di millantatori e ciarlatani, supportati da una informazione che distribuisce la loro versione di racconti che, quando non è frutto di fantasie, è a tratti surreale e priva di riscontri.

Stranamente, però, piuttosto che guardare in ogni “casa”, ci si sofferma su quello che fanno gli altri. Omettendo le contraddizioni e le frizioni, che pure ci sono in numero strepitoso, in quella che viene considerata la “casa madre”.

UN CENTRODESTRA UNITO

La Valle Messina MorabitoPer ragioni di cavalleria, quindi, e per dare una informazione che sia quanto più possibile corretta mentre il “mondo intorno a noi” starnazza, è doveroso stabilire quanto stia accadendo in quella “gioiosa macchina da guerra” esteriormente unita e compatta ma che per chi non volesse fermarsi alle veline, sta mostrando squarci e lacerazioni di cui nessuno osa parlare.

Messina, non c’è dubbio, è il candidato a sindaco fedele al vecchio adagio “squadra che vince non si cambia” e che, quindi, verrà confermata in blocco, con qualche piccolo ritocco dovuto all’indisponibilità di alcuni (La Valle, Salzone, Bambara) ed all’obbligatorio ingresso di sei donne. Forse!

Forse, perchè la “gioiosa macchina da guerra” appare consumata, al proprio interno, da errori di valutazione e da vere e proprie faide, alcune delle quali si consumeranno all’atto della presentazione delle liste ed, altre, in piena campagna elettorale.

ciucci_la valle emessina sul cantiere della varianteLe donne innanzitutto: sei secondo la nuova normativa ma solo quattro nella visione di quel che rimane del Nuovo Centro Destra. Due caselle, infatti, vengono attribuite alle uscenti, Attinà e Richichi: la prima in totale opposizione con La Valle negli ultimi anni e, la seconda, rimasta orfana del “gruppo MPE” che le aveva garantito l’elezione alle ultime amministrative.

Le altre quattro, invece, (per le quali ancora si cerca di trovare la quadra) sono vissute come un male necessario, quindi viste più come riempilista che realmente in grado di competere con i loro colleghi maschietti.

Una valutazione gravemente errata, cui si starebbe, solo ora, tentando di porre rimedio, ricercando personalità in grado di reggere il confronto elettorale, anche cercando di “rubare” qualche nominativo alle altre liste.

Pronte, dunque, a saltare le candidature che sembravano già predestinate!

Anche sul fronte dei “maschietti”, il futuro appare incerto, tanto che – esattamente come le altre liste – Messina può ora contare su 7/8 nominativi, anche per via di alcune grane scoppiate all’interno e che hanno aperto una faida con il sindaco uscente, Rocco La Valle.

L’idea è che alcune di queste “rese dei conti” verranno liquidate all’atto della presentazione delle liste, con la sparizione di alcuni nominativi che avrebbero osato schierarsi apertamente contro, mentre per altri la battaglia si consumerà in sede di campagna elettorale, col tentativo di mitigare il responso delle urne, magari a vantaggio di altri.

Il consumarsi di queste lotte intestine porta, inevitabilmente, a ridurre la portata di quella che – senza avversari – era considerata una “corazzata”.

IL RESTO DEL MONDO POLITICO

La battaglia sui nomi è una questione che riguarda un certo modo di «non» amministrare la città, così come lo abbiamo visto negli ultimi 5 anni, tranne che tentare, in tutta fretta, di recuperare nell’ultimo scorcio di mandato con provvedimenti urgenti e, proprio per questo, dannosi.

D’altro canto, a parte l’intervento di Franco Morabito – secondo il quale gli ultimi cinque anni ci si è occupati dell’ordinaria amministrazione – i prossimi cinque anni serviranno per occuparsi della programmazione e del futuro della città.

Come dire: l’amministrazione comunale si è occupata di quello che avrei dovuto fare io in qualità di Dirigente comunale. E  ammesso che qualcuno gli dia credito, non si capisce il perchè, coloro che in 5 anni non hanno fatto nulla, se non clientela, dovrebbero farlo nei prossimi 5.

Sull’altro fronte, proprio per superare una concezione vecchia e usurata, si tenta di proporre un nuovo concetto di politica, fatto di programmi e programmazioni che tengano conto degli interessi della città.

In questa direzione, nell’ultima settimana (e solo nell’ultima), nel corso degli ultimi due incontri ufficiali tra il PD ed il “Comitato 20 Dicembre”, la discussione ha impegnato le due delegazioni su aspetti programmatici, sottolineando che la sottoscrizione di un accordo di questo tipo non possa prescindere da due elementi fondamentali. Il primo è che ove ci fosse intesa, il patto sarebbe sottoscritto da due coalizioni che sottoscrivono l’accordo “innovativo” e senza posizioni precostituite; il secondo è che porterebbe ad una visione civica della coalizione.

Al di fuori di queste opzioni ogni proposta è irricevibile, dal momento che qualsiasi scelta operata precedentemente appartiene ad una sola delle parti in causa, anche perchè operata sulla spinta di vicende emozionali che poco o nulla hanno a che vedere con la politica.

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