ELEZIONI, FINISCE COME ERA COMINCIATA: COL FALLIMENTO DELLA POLITICA

Lo avevamo per tempo previsto, spiegando anche come si inizia un progetto politico: la fattibilità dell’idea, il gradimento, gli obiettivi, gli step e infine si riempiono le caselle. Ma lo si fa veramente, non facendo finta, guardando altri obiettivi molto meno nobili di quelli dichiarati. Invece sono tutti partiti alla caccia del candidato sindaco che tirava di più, con obiettivi personali non dichiarati: da una parte e dall’altra con l’occupazione dei partiti, a dimostrazione che la città viene vissuta come un male necessario nello scacchiere degli interessi e del potere.

Si è addirittura oltrepassato il ridicolo quando i protagonisti dei partiti degli ultimi 40 anni, hanno fatto appello alla società civile ma non a quella realmente civile ma a quella appositamente selezionata, istruita e arruolata con tanto di ruoli e di funzioni che facciamo finta di non sapere: e questo vale per i 5 ex sindaci come per il gruppo “Bellantone-Liberto” attuali plenipotenziari del PD locale.

Una sorta di barzelletta che continua, tanto da sfiorare la contravvenzione per abuso della credulità popolare. Si, insomma il vecchio delitto di P.S. meglio noto come “ciarlatani”. E pensare che lo fanno con il sostegno di chi le scienze politiche le ha studiate, fa accapponare la pelle!

La Grosse Coalition

I partiti hanno una funzione Costituzionalmente protetta che è quella di interpretare i bisogni dei cittadini e trasformarli in progetti politico-amministrativi. Dire che si fa appello alla “società civile” è un’aberrazione, è la negazione della Costituzione e, insieme, l’impietosa sentenza di condanna contro i partiti che si sono, sino a quel momento, rappresentati. Fu nel 1966, che per la prima volta, in Germania, venne dato vita alla “Grosse Koalition” tra CDU e Socialdemocratici e non fu certo fatto un appello alla società civile ma alla stessa si presentò l’accordo formale su un progetto preciso in una situazione drammatica dal punto di vista economico.

Ora Villa è in una situazione di disastro economico, amministrativo, ambientale e occupazionale, motivo per il quale ci sarebbero tutte le condizioni per dar vita ad una coalizione larga, in grado di far superare il momento di crisi. Se, solo, ci fosse la coscienza di cosa si vuole fare, se solo si avesse il coraggio di firmare un patto con gli altri partiti e ci fossero gli attributi per presentarlo alla società civile e con esso presentarsi agli elettori.

Invece è talmente evidente che non si sappia come e da cosa partire per recuperare il disastro e dove in realtà si voglia andare a parare che tutte le formule al momento utilizzate sono il frutto di intrecci di potere e finalità inconfessabili.

Tra etica e conflitti d’interesse

Mentre si avvia a conclusione l’ingloriosa parentesi dei 5 ex sindaci, restano in piedi le due “corazzate potemkin”, l’una formata dal duo Bellantone-Liberto, il primo in evidente conflitto d’interesse e la seconda che le inchieste giudiziarie ben raccontano la sua cura e il rispetto per i beni comuni e l’altra capeggiata dal sindaco in esilio. Ecco, questa potrebbe rappresentare la “Grosse Koalition” de noartri, con l’aoutsider del candidato a sindaco, Leonardo Corbini fortemente sostenuto da Cassone, Richichi e frattaglie varie.

Corbini è conosciuto come una persona perbene ma è, al momento, Organismo Indipendente di Valutazione, incaricato, cioé di valutare le performance dei dirigenti comunali e che sarebbe, dunque, in mezzo ad un conflitto di interessi etico grande quanto una montagna. Che non farebbe altro che confermare la convinzione dell’attuale centrodestra villese, il quale attribuisce la dichiarazione di dissesto ad una sorta di complotto da parte dei dirigenti e che sarebbe ulteriormente rafforzata dal sostegno della Richichi, che con le sue dimissioni ha determinato l’invio di un Commissario prefettizio.

Insomma il contrario di quello che la città si aspetterebbe, in una rappresentazione finto legalitaria degna del peggiore teatrino di quart’ordine.

22/04/2022

Antonio Morabito

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