ELEZIONI/1 – UN CLIMA DA OPPRESSIONE: SERVIRANNO I CASCHI BLU

La “Vertenza Vigili Urbani” si è chiusa troppo velocemente e troppo silenziosamente per sperare che tutti, ma proprio tutti, sentissero appagato il desiderio di verità e giustizia che questa vicenda merita al di là delle apparenze.

vigile-sordiL’accusa era gravissima: interferenze (evidentemente illegittime) nelle attività tecnico operative della Polizia Locale da parte della politica, anche attraverso telefonate (evidentemente sgradite). Ed è ovvio che un’accusa del genere non può essere liquidata con un “abbiamo conciliato” in prefettura, perché questa affermazione si addice più a “Otello Celletti”, interpretato da Alberto Sordi nel film “il Vigile” che non ad una moderna struttura di polizia urbana, incastonata in una realtà che vuole vivere da “Paese civile”.

La “procedura di raffreddamento”, infatti, è più affine ad una vertenza sugli straordinari, sull’orario di servizio, sulla progressione di carriera che non su una questione che potrebbe invadere funzioni di polizia giudiziaria, prevenzione, stradale, annonaria, sanitaria ecc. ecc.

Quelli che la difesa della legalità è uno slogan

Passi il doveroso silenzio istituzionale della polizia municipale, quello che stona è il mutismo di una amministrazione che ci ha abituato a grandi (e vacui) proclami e passerelle per annunciare, sistematicamente, il nulla.

Allora ci si sarebbe aspettati che… quelli che l’antimafia parolaia, quegli stessi… che la difesa della legalità finisce per essere solo uno slogan tra panini e salsiccia, al primo consiglio comunale utile pretendessero spiegazioni plausibili e fondate su quanto accaduto, per capire il “merito” di quelle “telefonate non gradite”.

l'opposizione
l’opposizione

Certo, questo avrebbe portato ad “incrinare” l’ottimo rapporto mantenuto sino ad oggi con La Valle e, forse, avrebbe fatto “volare gli stracci” tra maggioranza e minoranza, con reciproche accuse che l’ira del momento avrebbe potuto fare debordare in atroci verità. A cominciare da quella sulla “Vicenda Piale”.

Parchi, giardini e lei non sa chi sono io

il sindaco "No Comment!"
il sindaco “No Comment!”

La formale richiesta del sindaco, di far aprire echiudere il parco robinson ai vigili, sarebbe stata la tipica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una richiesta restituita inevasa al mittente perché inammissibile e improcedibile.

Inammissibile e improcedibile per fatti formali e sostanziali, che avrebbero potuto essere ragionevolmente spiegati ed altrettanto ragionevolmente compresi e che, dunque, non giustifica un così alto livello di scontro. Tale da aver avuto bisogno del ricorso al prefetto.

Dunque la domanda è: e se la vicenda fosse stata solo un banale pretesto per riscattare vecchie (ma neanche troppo) ruggini tra alcuni esponenti dell’amministrazione e polizia municipale?

E così che si scopre come, una leggenda, narri che a seguito di quel “lei non sa chi sono io”, segnalato fedelmente su questo blog, ha avuto avvio un “pressing” del capogruppo Cama, sui vigili urbani, affinché venisse presentata una querela contro gli autori di quell’articolo. Richiesta che, però, non sortiva alcun effetto provocando infiammazioni acute alle vie biliari.

Una coincidenza è poca, due sono troppe

Qui si innesca l’altra coincidenza, non solo temporale ma, anche, relativa ai protagonisti di quell’episodio, tutti in qualche modo coinvolti: dal sindaco (invocato dalla consuocera), a Cama, co-protagonista di quella vicenda, per avere espresso apprezzamento sull’operato dei vigili in quella sede e, probabilmente, successivamente redarguito, avrebbe tentato di recuperare con il pressing (a vuoto) sui vigili affinché presentassero querela contro “benvenutiasud”.

polizia-municipale-vigile-multaNella vertenza sindacale (?), infatti, Cama – che non aveva ottenuto quanto richiesto – è stato il soggetto più attivo, a dispetto di un assessore alla mobilità che ha dato l’impressione di voler prendere le distanze da certe improvvide iniziative.

Insomma, una fotografia deprimente di una istituzione comunale ormai ridotta lo spettro di se stessa da una gestione politica ormai in frantumi, perchè consapevole della disastrosa stagione di cui è stata protagonista e che le sta provando veramente tutte per imporre e reiterare se stessa.

Troppe, le coincidenze, infatti, e troppi gli strascichi di un episodio (non certo l’unico), sintomo di un nervosismo esasperato che troppo spesso è sfociato in atti di intemperanza e gesti sconsiderati, nella certezza dell’impunità e nella convinzione che la democrazia ed il consenso si possano conquistare con le trame, gli intrecci, la coercizione e l’arroganza. Ed, allora, è giunto il momento di renderli pubblici questi comportamenti, quanto meno per evitare, più avanti, l’intervento dei caschi blu dell’Onu per garantire un voto che, ad oggi, i fatti dicono non poter essere espressione di libertà.

Si, perchè se qualcuno non se ne fosse accorto, la campagna elettorale è già iniziata da tempo ma, esauriti gli inganni, svelati gli inciuci, fotografati i trasversalismi, è necessario che la verità diventi patrimonio delle moltitudini, in modo che sia chiaro come dietro i sorrisi di facciata si nasconde una faretra piena di frecce avvelenate…ma ormai innocue

…ma questo la saprete alla prossima puntata

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