IL SECONDO TRAGICO PD

parafrasando
parafrasando

Dopo appena tre anni e mezzo, il partito democratico villese ha preso atto di avere perso le elezioni ed è ora assillato da una sorta di sindrome ossessivo-compulsiva.

La “class action” (solo annunciata) sulla TARES (e di fatto il silenzio in aula); il mutismo sull’utilizzo dei fondi “ecopass” e sui trasporti; la ritirata sul “parco dei falchi”; le ambiguità sulla vicenda di Piale; l’inerzia sul “mostro di Cannitello”; una storia amministrativa deprimente che è sotto gli occhi di tutti, sono fatti che segnano la “cifra psicologica” di un partito le cui celebrazioni sono ormai ridotte a convivio familiare  che per ragioni di liturgia si continua a chiamare “festa democratica”.

Ed è imbarazzante che per coprire la crisi di “vocazione” di iscritti e simpatizzanti, un partito che ha perso le colonne e l’anima, si sia ridotto a ricorrere a trucchetti e sotterfugi, facendo mostrare foto di “partecipate manifestazioni” che, nella migliore delle ipotesi, si riferiscono ad almeno un lustro addietro o, addirittura, che tenti di sottolineare la validità di una prospettiva ed il rafforzamento dell’azione politica, ostentando adesioni raccattate su isole deserte e comunque familiari. Anagraficamente familiari.

Se questo è un partito, direbbe Primo Levi!

la foto d'archivio rinnovata
la foto d’archivio rinnovata

Il partito democratico – scrive – “ritiene doveroso replicare con forza alle opinioni del Consigliere Morgante, espresse nella sua lettera al Presidente del Consiglio Comunale”. Solo che Morgante non ha inviato una lettera ma una serie di “proposte di deliberazione” ai sensi dell’art. 22 del Regolamento. (vai al documento di Morgante)

Il partito democratico stalinista villese è in crisi e si vede. Con un colpo di mano dell’ultima ora, in violazione di tutte le norme regolamentari, di “bon ton” e calpestando ogni principio democratico, aveva tentato il “golpe” chiedendo al Consiglio di “piallare” Morgante per occuparne il posto in Commissione Territorio. Una commissione, cioè, che fa gola nella prospettiva della imminente apertura della discussione sul nuovo piano regolatore (strutturale).

Colto con le “mani nella marmellata”, piuttosto che rimettersi alla “clemenza della corte”, il PD addebita a Morgante di non avere posto la questione “sinergicamente” insieme al PDmenoL che, però, occultamente ha coltivato la speranza, sino alla fine, di poter consumare un vero e proprio “agguato” ai danni di Morgante, attraverso quelli che in gergo si definiscono “atti idonei, diretti in modo non equivoco” a esautorare Morgante dalla Commissione Territorio.

severa opposizione?
severa opposizione?

D’altro canto, per capire che il PD stia mentendo, è sufficiente leggere il Regolamento sul funzionamento delle Commissioni laddove, una volta elette, si può procedere alla sostituzione dei componenti con semplice indicazione del capogruppo di appartenenza, cioè del PD (art.9, comma7).

Delle cose dette dal PD villese, però, due sono davvero insopportabili: la prima è l’immaginaria “severa” contrapposizione con l’attuale amministrazione, della quale daremo conto nei prossimi giorni, lasciando ai lettori il giudizio su dove finisca la pavidità e dove inizi la complicità; la seconda è che fa un certo effetto sentire il PD villese parlare di rispetto della “legalità”, quando di fronte alla propalazione, da parte di organi di stampa, di intercettazioni che coinvolgono una delle più potenti famiglie mafiose reggine su fatti amministrativi comunali, proprio nel periodo in cui il centrosinistra era al governo della città e della provincia, non abbia sentito il bisogno di offrire chiarimenti su una storia che, oggi più di ieri, grida verità e giustizia.

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