Non sappiamo altri ma, di sicuro, il fatto che i Comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni abbiano tentato, attraverso l’approvazione del Regolamento sulla TARES, di modificare una norma nazionale (art. 14, comma 20, D.L. 201/2011), dimostra una “anomala” comunità d’intenti, diretta a salvaguardare situazioni amministrative in totale spregio dei più elementari principi giuridici.
Una sorta di “invisibile pensiero unico” che, a Villa San Giovanni, si sta traducendo nel tentativo di “minimizzare” e screditare l’iniziativa di “Benvenuti al Sud”, nonostante il TAR di Reggio Calabria continui a rendere merito alle nostre tesi.
Ancora una volta, infatti, il TAR di Reggio Calabria, rinviando la decisione finale all’udienza del prossimo 5 giugno, due giorni fa ha ribadito, come già fatto con i ricorsi n. 47 e 76 del 2014, che con riferimento all’art. 14, comma 20, del D-.L. 201/2011,
Ciò vuol dire che a prescindere da qualsiasi “amenità” deliberata dal Consiglio Comunale nel regolamento sulla TARES, fa fede e va applicata la norma di rango superiore che è, appunto, il D.L. 201/2011.
Tra Tar e Commissione Tributaria
La strada intrapresa da “Benvenuti al Sud” non è stata quella di ottenere l’annullamento del regolamento sulla TARES, proprio perché se la disciplina regolamentare è in contrasto con la normativa di rango superiore, è quella comunale a soccombere, come costantemente affermato dal giudice amministrativo: Cons. Stato, sez. IV, 26 gennaio 1992, n. 154; sez. VI, 29 aprile 2005, n. 2034; 2 marzo 2009, n. 1169; TAR Campania, Napoli, sez. VIII, 19 febbraio 2010, n. 1033, Tar Campania, Napoli, Sez. VIII, n.17301/2010.
L’obiettivo, quindi, è quello di ottenere, in forza della norma, il riconoscimento dell’indebita maggior somma richiesta dal Comune. Intanto sollecitando un atto di autotutela e, in seconda istanza, rivolgendosi al “giudice competente” che, in questo caso, è la Commissione Tributaria Provinciale.
Secondo l’art. 2 del D.Lgs. n. 546/92, come modificato dall’art. 12 della L.448/2001,
Termini, ragioni e modi li abbiamo già in parte esplicitati (clicca per andare all’articolo).
Regione Calabria, un mare (di cose) da scoprire
Con l’Ordinanza contingibile ed urgente n. 41/2012, il Presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Scopelliti, sul tema dei rifiuti, peraltro già esploso per le strade e le piazze dell’intera Calabria, nel fotografare una situazione di pericolo per l’ambiente e per la salute, assumeva il provvedimento di autorizzare il
La domanda però nasce spontanea: ma per quale ragione l’intero “sistema regionale” delle discariche era entrato in sofferenza?
Domanda legittima ma risposta difficile, se non fosse che in soccorso ci viene una interrogazione presentata dal Consigliere Regionale Mario Magno il 3/10/2012, nella quale afferma:
Ancora più illuminante la risposta dell’Assessore Regionale Pugliano:
Clicca per scaricare interrogazione e risposta
Tradotto in soldoni, significa che sin da novembre 2012,il “sistema delle discariche” era andato in crisi perché la Regione e/o l’Ufficio del Commissario per l’Emergenza Rifiuti, non onoravano i debiti, nonostante l’oltre miliardo di euro (quasi 2000 miliardi di lire) sperperato in 14 di emergenza ambientale.
Un fatto scandaloso di cui nessuno ha parlato con la rilevanza che una notizia del genere meritava. E non solo perché non si capisce che fine facciano i soldi dei contribuenti ma, anche, perché nonostante i salatissimi tributi, i contribuenti sono stati costretti a vivere, in più occasioni, in una situazione di degrado a loro non imputabile.
Che fine fanno i soldi dei contribuenti?
Come sappiamo, la componente “servizi” della TARES serve a concorrere al pagamento dei cosiddetti “servizi indivisibili”, cioè l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade compresa la segnaletica, verde pubblico ecc. ed ammonta ad euro 0,30 al mq della superficie imponibile.
Bene, giudicate voi stessi:
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