SCUOLA TRASFERITA… Dal disastro all’incompatibilità passando dal conflitto d’interesse . E ora il Consiglio Comunale avvii la procedura.

L'uomo della provvidenza... mancato
IL SINDACO SACRIFICIO E SOFFERENZA

la Scuola “Giovanni XXIII”

Mai provvedimento amministrativo aveva provocatotanti disastri, uno dietro l’altro. Prima il trasferimento per non avere chiesto, come consente la legge, l’anticipata esecuzione delle opere di ristrutturazione della scuola “Giovanni XXIII”; poi il trasferimento in una struttura non ancora adattata alle nuove esigenze e il trasporto con gli scuolabus. Poi il passaggio dagli scuolabus ad un autobus di dimensioni spropositate per il tipo di servizio da svolgere.

Poi la pretesa del pagamento di un contributo per il nuovo servizio, pagato 275 euro al giorno per arrivare in ritardo già dal primo giorno. Una miseria, rispetto alle “frittole” e all’estate villese che La Valle e Santoro, insieme a tutta la compagine amministrativa, avevano chiesto ai genitori. E proprio per questo vergognosamente inopportuna.

La Giunta geniale che avrebbe voluto far pagare per un diritto che L’Ente non è in grado di garantire

Infine la revoca del provvedimento con cui si chiedeva il “contributo”, a testimoniare il grado ed il livello di approssimazione politica, amministrativa e istituzionale di La Valle e dei suoi compagni di viaggio. Il tutto senza mai che alcuno di loro sentisse il bisogno di rivolgersi alla città per chiedere scusa.

Chiunque conservasse un minimo di dignità e di amor proprio, di fronte a questi disastri avrebbe già avuto un rigurgito di coscienza ed avrebbe tratto le conseguenze del proprio fallimento. Primo tra tutti, proprio per la delicatezza di un settore, come quello della scuola a cui la Comunità affida il proprio futuro, l’Assessore Marco SANTORO, protagonista indiscusso della “compilation” di sciagure che artificialmente si sono abbattute su questa istituzione.

D’altro canto, nel profilo ch’egli ha inserito sul sito istituzionale dell’Ente, ha tenuto a scrivere che Nessuno di noi nella società, come nelle associazioni, può esercitare un ruolo significativo ed incisivo, se non ha il consenso e la condivisione del gruppo”.

L’uomo che parlava al consenso

Santoro, ovviamente, non si dimetterà, convinto nonostante l’evidenza, di avere il “consenso del gruppo” (di quale?). Ma non lo farà soprattutto perché egli è alieno da quel senso di responsabilità, da quel rigore e dai quei valori etici che sono propri di coloro che sul campo si sono guadagnati l’appellativo di “uomini delle istituzioni”, di cui è carente questa amministrazione.

Epperò a sentirli durante le varie passerelle, sembra che su di loro incomba solo sacrificio e dolore (magari al pianobar davanti ad un gin tonic), tanto da suscitare angosciose domande trai cittadini: ma se provate tutto questo dolore, ma se la vostra esistenza è ormai solo sacrificio e visti i disastrosi risultati, perché non la smettete di aiutarci?

La risposta ognuno la ricavi dalla propria sensibilità. Fatto sta che, ad oggi, che il servizio Bus è partito con il “partner privato”, ancora nessun atto è stato regolarmente pubblicato all’albo pretorio, sì che le “sensibilità” che avevamo sollecitato a trarre le risposte, non potranno che dedurre giudizi parziali.

Dio ci salverà?

Tuttavia, la riflessione che viene, leggendo il “brand” dell’azienda di trasporti che si è aggiudicato il servizio (non sappiamo come per carenza ingiustificata di atti) è che mentre l’Europa chiede all’Italia di assumere decisioni drastiche per fronteggiare la cattiva e/o interessata gestione delle pubbliche risorse economiche e mentre l’intero Paese è attraversato, da nord a sud, da un terremoto politico-istituzionale che il Ministro SEVERINO giudica “ben più grave di Tangentopoli”, in questo piccolo lembo di terra c’è ancora chi crede di godere dell’immunità e dell’impunità.

Attenzione, la genericità di tale affermazione non induca a ritenere che vi sia una sorta di volontà reticente all’affermazione della verità dei fatti ma solo alla doverosa necessità che il dettaglio e l’estrinsecazione dei fatti vengano, prima di tutto, resi noti all’organo comunale che avrà il compito di avviare il procedimento per la dichiarazione di “incompatibilità sopravvenuta”.

15/10/2012

di Antonello Morabito

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