L’insostenibile falsità della Giunta tandem

Signori, si replica! Era già successo con i buoni spesa: partendo dalle bozze definitive in approvazione al Consiglio dei Ministri, alcuni sindaci (e non poteva certo mancare la Richichi ff), il giorno 19 marzo emanavano provvedimenti diretti a far credere che quella fosse una iniziativa autonoma ed indipendente che nulla centrava col Governo. Una storia che si è ripetuta costantemente in questi mesi di blocco forzato che hanno messo in luce l’incapacità, l’inadeguatezza e le furbate e le falsità di molti amministratori locali ma, in particolare, della nostra eroina per caso (ma è veramente un caso?).

L’apertura della Santelli e la chiusura della Richichi

Il giorno in cui, Jole Santelli, apriva giustamente alla possibilità di servire ai tavoli all’aperto (provvedimento poi stupidamente impugnato per ritardare di una settimana l’apertura), nel copiare l’ordinanza in maniera sbagliata la Richichi invece che aprire chiudeva pensando di aprire le attività. Ed era costretta ad una nuova ordinanza mentre sulla stama elogiava la Santelli cui era andata, di fatto, contro. Insomma una serie di cervellotiche e isteriche iniziative!
Che la Richichi e la sua Giunta fossero nel pallone è un fatto arcinoto. Lo si legge nei comportamenti,  negli scritti plurimi. E lo si legge nei fatti: il nulla assoluto, fatto di inadeguatezze, mancanza di coraggio, sciatteria e menefreghismo. Menefreghismo nei confronti di parte dei suoi stessi elettori che rappresentano la spina dorsale economica di questa città. Una condizione in assoluto equilibrio con la sparita minoranza (ammesso che ci sia mai stata).
Come diceva Cetto Laqualunque: lei mi chiede cosa abbiamo pensato per imprenditori e commercianti? Ecco, il francesismo utilizzato nella risposta lo lasciamo alla vostra fervida immaginazione! E pure quando erano stati gli stessi commercianti ad avanzare proposte concrete su tasse, affitti e balzelli vari la sua risposta è stata sempre la stessa!

Caminiti, l’arroganza di un assessore

Il 13 maggio, si replica! Dopo che per almeno due settimane erano circolate bozze del D.L. “Rinascita”, contenente all’art. 187 anche l’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico, il Presidente Conte, in conferenza stampa, annunciava che il provvedimento era stato licenziato dal Consiglio dei Ministri.
L’antefatto: dopo l’apertura della Santelli, era necessario che la Richichi assumesse un provvedimento generale per concedere le aree pubbliche. La risposta è stata: il suolo pubblico deve essere pagato! Tranne poi, il giorno dopo che il Governo lo ha concesso a tutti, senza oneri per i Comuni (che verranno risarciti dei mancati introiti), il noto assessore alla mancata raccolta differenziata comunicava che la Giunta aveva deciso di non far pagare la TOSAP. Una pagliacciata cui l’assessore replicava confondendo autoritarismo con autorevolezza.

Il buco senza niente intorno

A dispetto delle date contenute nell’atto di pubblicazione (immodificabile per questioni tecniche), Caminiti anche di fronte all’evidenza non si arrendeva. Con una figura oltremodo barbina che lo inchioda alla falsità di quell’atto e dei suooi contenuti, per due motivi: il primo è dato dalla sequenza cronologica dell’atto (il 12 maggio, a seguito di Giunta erano state pubblicate già 3 delibere, omettendo di pubblicare quella che lui asserisce essere del 9 maggio ma che il processo di pubblicazione data 14 maggio) e, il secondo, ancora più grave, riguarda i contenuti.

Cioè, posto che il Governo, la sera del 13 maggio (ma in realtà già dalle settimane precedenti) ha previsto che la TOSAP non vada corrisposta, perché mai la Giunta non ha regolamentato, ad esempio, esenzioni e agevolazioni per chi ha già pagato per tutto l’anno? E, ancora, perché la sensibilità e solerzia della Giunta e dell’assessore, non ha orientato l’interesse a risolvere i problemi burocratici, permettendo agli esercenti di occupare porzioni di suolo pubblico con una verifica successiva?
Quello che non dice l’assessore, ma che ormai tutti sanno, è che una gestione dissennata dell’Ente ha prosciugato le casse comunali: in sostanza, non c’è un euro!
Le bugie hanno le gambe corte, in questo caso, cortissime!

16/05/2020

antonio morabito

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