I PONTI SONO SIMBOLO DI UNIONE E PROGRESSO

I ponti sono simbolo di unione, di integrazione, di futuro e non possono diventare strumento di disgregazione e di conflitto e questo ci pare l’aspetto positivo che il convegno “le vie per il sud” ha fatto cogliere a chi, come noi, non è interessato ad entrare a far parte delle due opposte tifoserie: l’eventualità che si possa realizzare il “ponte sullo Stretto” o il “ponte del Mediterraneo” come è stato ribattezzato durante il convegno, non deve essere intesa come minaccia ma come opportunità qualora venga sancita la sua realizzabilità dal punto di vista tecnico, economico e finanziario. E bene ha detto il rappresentante dell’Ordine degli Ingegneri, contestando chi antepone l’attraversamento stabile ad una miriade di opere necessarie al territorio, perché quelle opere, strettamente connesse al territorio, appartengono alla competenza di amministrazioni locali ed il Ponte, invece, investe un interesse trasnazionale.

Qui però si attaglia il tema vero di un dibattito che a tratti è apparso surreale nei contenuti, che ha fatto emergere l’esiguità del pensiero e la strumentalità di alcuni interventi da parte della classe politica e dirigente locale. E stupisce che l’ex sindaco della città di Villa San Giovanni ed il componente del CDA della Società Ponte sullo Stretto SpA ed attuale Presidente dell’Ordine degli Avvocati, a più riprese si siano retoricamente chiesti chi abbia fermato la costruzione dell’opera: la costruzione dell’opera fu bloccata da Silvio Berlusconi e dalla sua maggioranza che il 27 ottobre del 2011 decretò il definanziamento dell’opera, attraverso l’approvazione di una mozione presentata da Italia dei Valori e che incassò l’appoggio del Governo Berlusconi, dichiarata nell’aula di Montecitorio dal Viceministro alle Infrastrutture, Aurelio MISITI (con il voto favorevole del Coordinatore di Forza Italia, Verdini, i Ministri Gelmini e Brambilla, i sottosegretari Ravetto, Saglia e Guido Crosetto) .

Il presidente del Consiglio successivo, Mario Monti, diede alla “Stretto di Messina SpA” la possibilità, fino al marzo successivo, di trovare finanziatori dell’opera che – a dispetto di una ricostruzione fantasiosa fatta dall’avv. Infantino – Pietro CIUCCI non riuscì a reperire portando così alla messa in liquidazione della società che il CIPE aveva, in relazione alla mozione parlamentare, provveduto a definanziare con la Delibera nr. 6 del gennaio 2012.

Berlusconi in contraddizione sul il Ponte

Per molti una notizia quasi surreale, una novità, una sorpresa dell’ultima ora ma in realtà si tratta di storia Istituzionale, ormai passata ed archiviata tra i resoconti parlamentari, con tutti gli esponenti del Governo dell’epoca che votarono, come chiedeva il massimo sostenitore del Ponte, Silvio Berlusconi, a favore della mozione di IDV che prevedeva di togliere i soldi alla “Stretto di Messina SpA” e destinarli al Trasporto Pubblico Locale.

Ma a schierarsi contro quel progetto di Ponte non fu solo Silvio, il suo maggiore sostenitore, ma anche il prof. Remo Calzona, che per 12 anni dal 1985, nominato prima componente e poi Presidente della Alta Sorveglianza dell’azienda di Stato, ANAS, per controllare e indirizzare le scelte e la progettazione del ponte sullo stretto di Messina. Ma oggi anche la Struttura Tecnica di Missione del MIMS ed i 50 esperti nominati dal Governo Conte nel “Gruppo di Lavoro” ritengono eccessivamente rischiosa la soluzione a “campata unica”, favorendo quella a più campate. Che però dovrà essere approfondita e studiata. E come fa un ex componente del Consiglio di Amministrazione della società “Stretto di Messina SpA ad affermare di non sapere ancora chi ha dato lo stop al manufatto per l’attraversamento stabile sullo Stretto di Messina e a dire che quel progetto, a campata unica, era perfetto sotto tutti i punti di vista?

In buona compagnia

Infantino è in buona compagnia, perché solo qualche minuto dopo ad intervenire era l’ex Sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle, coautore insieme a Marco Santoro di un libro sul ponte e sullo sviluppo mancato del sud ed in particolare del Porto di Gioia Tauro.

Nel suo intervento La Valle non si è limitato a chiedersi chi abbia fermato l’opera <<seconda per importanza all’andata sulla luna (cit. Nino Calarco, già Presidente onorario Stretto di Messina SpA) ma ha fornito alla platea una forbita disquisizione su Corridoi Europei, problemi di geopolitica internazionale e linee A/V-A/C ferroviaria, dimenticando, come direbbe “Giovannino” “che è tutta una questione di pendenza” (lo ricordano bene i meno giovani) e che l’Alta Velocità-Alta Capacità italiana, ha costi pari a più del doppio di quella francese, spagnola e tedesca che hanno due diverse linee: una dedicata ai passeggeri ed alla logistica leggera ed una dedicata alle merci più pesanti. E sulla questione “Ponte” ha poi glissato sulle ferite al territorio che egli stesso ha contribuito ad infliggere quando, il 4 ottobre del 2011, ha firmato l’avviso ai creditori che ha consentito ad Eurolink di smantellare il cantiere della “Variante di Cannitello”, lasciando una ferita profonda che sconvolge tuttora la città.

La UE e la Commissaria ai trasporti

Come affermato dalla Commissaria Europea ai Trasporti, Adina Valean ed a conferma di quanto già sancito negli anni dall’UE, l’Italia deve ancora presentare un “solido” progetto economico-finanziario credibile e un progetto definitivo che sia stradale e ferroviario, liquidando per ora la questione dell’attraversamento stabile, che non appare poi così incalzante ma che viene utilizzata per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sui temi più pregnanti. E qui si pone l’altra questione che la politica locale non vuole sentire ma che diventa preminente per accedere ai finanziamenti europei: senza un osservatorio in grado di esprimere numeri e scenari passati, presenti e futuri, d’ora in avanti sarà difficile ottenere provviste dall’Europa e piuttosto che accapigliarsi su questioni ideologiche, le istituzioni locali comincino col sancire l’unicità del traffico merci e passeggeri sullo Stretto.

Rifletta su questo la politica locale, avvinghiata al proprio “delirio d’onnipotenza” e incapace di dare risposte, le più banali, al territorio e che dimenticando competenze e giurisdizioni ha perso di vista il compito che è stata delegata a rappresentare e difendere.

Le Istituzioni non sono una scatola vuota

Lo rammenti il sindaco FF della Città Metropolitana mentre discetta su improbabili emendamenti alla Legge Finanziaria, richiesti col suo omologo messinese e che nella redazione del documento posto all’attenzione delle aule Parlamentari, non solo ha dimenticato che la Sicilia è Regione a Statuto Speciale ma soprattutto che la “Riforma Delrio” attribuisce alle Città Metropolitane la sola competenza del trasporto pubblico locale, peraltro in Calabria ancora nemmeno trasferite dalle Regione.

Rifletta, il Sindaco FF che si è assunto l’onere del progetto del Porto a Sud per la città di Villa San Giovanni, perché anche su quello egli sta debordando competenze e giurisdizioni che appartengono all’Autorità Portuale dello Stretto.

Rifletta bene anche il nostro sindaco sull’enorme contraddizione che sottende alla coalizione che la sostiene, con irriducibili difensori dell’immobilismo ambientale e finti oppositori di un “no al ponte” a fasi alterne, fino al confine di incarichi sul Ponte e dintorni ma che fortunatamente non hanno mai ottenuto.

La sua coalizione si è presentata agli elettori senza un programma e senza un’idea ed è evidente la navigazione a vista ed il danno sociale che sta subendo la Comunità su tutti i fronti e soprattutto dal punto di vista culturale.

Non ci si può improvvisare uomini o donne delle istituzioni pensando che le cariche elettive si riempiano da sole di contenuti: le regole sono parte delle istituzione, è il come vengono declinate che le fa brillare o sbiadire.

23/12/2022

Italia dei Valori
Resp.le Cittadino
Antonio Morabito

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