COVID-19: Qui nella terra di nessuno, immune dalle epidemie

Sgomberiamo il campo da ogni equivoco: riteniamo non sia questo il tempo per chiedere dimissioni di nessuno, né nella minoranza così come nella maggioranza! E’, invece, tempo di chiedersi se questo quadro politico, anche quello regionale, abbia compreso bene quale sia la reale situazione del Paese che il Governo Conte sta tentando di arginare e quali siano la competenza e le prerogative del Governo Regionale e quelle del Comune Villese, più di ogni altro, che per natura geografica è collocato in un’area di frontiera.
Non è il caso il fare allarmismo ma nemmeno è il caso di rimanere a guardare, noi che viviamo in una “città di frontiera”, di fronte all’avanzare di un’epidemia che ancora gli scienziati stanno studiando. E proprio per questo il Governo Conte ha, da subito, adottato provvedimenti rispettosi di quel “principio precauzionale” che dal 2000 è entrato nel lessico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ma che noi ricordiamo solo quando è tempo di “salvaguardare precauzionalmente le persone” che – risibilmente – abitano in Piemonte, per questioni legate all’elettrosmog.

Questo strano virus in numeri

Ad oggi, secondo i dati riportati dall’OMS, nel mondo i casi confermnati di “Nuovo Coronavirus” sono 105.523, con 3.584 decessi ed hanno coinvolto 101 Stati nazionali. In Italia i casi confermati sono 5.883 con 234 decessi e 589 guariti. Sono numeri che non devono allarmare ma è chiaro che siamo di fronte – come affermato dall’OMS – ad un’epidemia di livello medio-grave (l’OMS cataloga anche i più blandi virus influenzali).
Il fatto è che gli scienziati non possono basarsi su pregeresse esperienze e mentre il mondo intero sta lavorando ai vaccini, dopo avere isolato il virus, i Governi nazionali non possono far altro che affidarsi al principio precauzionale, adottando misure, anche drastiche, contenitive e capaci di circoscrivere i focolai.
Anche l’ultimo Decreto emanato dal Governo va nella direzione (di fronte alle frastagliate competenze dovute ad una riforma Costituzionale a dir poco approssimativa) di stabilire precetti generali, richiamando i sindaci all’adozione di Ordinanze specifiche e particolari.
E le Regioni? Già, le Regioni sulle quali incombe il Servizio Sanitario Regionale; le Regioni sulle quali incombe la Responsabilità della Protezione Civile Regionale, quelle che fanno oltre a lamentarsi per questioni di bandiera?

Resistere, resistere, resistere

La Presidente della Giunta della Regione Calabria, in conseguenza dell’ultimo “Decreto Conte”, ha immediatamente prodotto un’Ordinanza nella quale, oltre ad ordinare a tutti coloro i quali provengono dalle zone indicate nel Decreto stesso, di comunicare, a loro volta, al numero verde appositamente attivato (in Calabria abbiamo scordato di attivare il 112 che per obbligo è il Numero Unico delle Emergenze), il loro “status”, dimenticando di adottare ulteriori misure, e di effettuare i dovuti controlli, sull’obbligo di igienizzazione che alle aziende di trasporto viene imposto dall’art. 2, comma 1, lettera h) del DPCM del 4/3/2020; dimentica la Santelli, di adottare provvedimenti per contingentare l’accesso nei porti, dimentica di attuare misure idonee per salvaguardare il personale, anche di aziende private, che nei porti o sulle navi opera per necessità, omette di assumere misure dirette alla tutela del personale di biglietteria, dimentica di attivare preventivamente l’unità di crisi della protezione civile regionale che abbia, quantomeno e in questa fase, compiti di informazione e coordinamento.
Ora, non è il momento di chiedere le dimissioni di alcuno (altrimenti i primi destinatari della richiesta dovrebbero essere donne e uomini della minoranza in Consiglio Regionale), ma almeno il Prefetto del Capoluogo di Regione, su cui incombe l’obbligo di verificare l’uniformità e la conformità dell’ordinamento, sarebbe troppo chiedergli un segno di vita?

La Richichi la smetta di pensare a dimettersi

Non è questo il momento di dimettersi! Lo scrive chiaro il Governo e il Presidente del Consiglio dei Ministri che prima di rivolgersi ai cittadini ha rivolto “un invito” ai sindaci a collaborare, per non rendere vane le misure assunte che allo stato sono, al di là della meritoria azione di tutto il Servizio Sanitario in ogni sua articolazione, le uniche azioni adeguate per cercare di contenere un fenomeno serio proprio perchè ancora in parte sconosciuto.
Lo deve fare, la Richichi, assumendo questa volta il piglio rigoroso e autorevole che gli deriva dalla carica ed assuma, anche se tardivamente, quelle iniziative necessarie per preservare l’immunità che al momento appartiene a questa città.
Deve farlo intanto chiedendo alla Regione Calabria di riservare uno stanziamento speciale per far fronte alle misure contenitive per l’emergenza “Nuovo Coronavirus”; deve farlo chiedendo uno sforzo alla Società che raccoglie i rifiuti, per garantire le misure urgenti di salubrità dei luoghi pubblici e privati (e se la richiesta non basta, lo ordini); adotti provvedimenti di disinfettazione e igienizzazione quanto meno nelle vie d’accesso alla città; provveda a reperire i dispositivi di protezione individuale e ad attivare un’unità di crisi h/24, 7/7 della Protezione Civile; inviti la popolazione anziana a rimanere, ove possibile, in casa e provveda a censire le persone con difficoltà a deambulare, attivando servizi specifici di assistenza domiciliare (ben oltre quelli previsti dai PAC); convochi urgentissimamente le Aziende di Trasporto via mare e verifichi quali iniziative hanno già assunto per garantire l’applicazione dell’art. 2, comma 1, lettera h) del DPCM e ad emanare un’ordinanza che tuteli il personale (a bordo e a terra); convochi un tavolo permanente con le Forze di Polizia tutte ed adottino quei provvedimenti necessari a garantire un attraversamento dello Stretto sicuro e controllato. Certamente, sono misure tardive ma è essenziale non perdere ulteriore tempo.
Questo non si chiama allarmismo ma senso di reponsabilità!

08/03/2020
di Antonio Morabito

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