Lo ricordiamo a noi stessi (nonostante le tante segnalazioni ricevute anche in questi giorni), l’opera “Magna” (qualcuno dice magna magna), come risulta in atti, nel 2007 (trascrivete le date) nell’ambito delle operazioni di progettazione dell’ammodernamento dell’A3, venne “DECISO” che la livelletta delle gallerie sarebbe stata spostata a valle, senza valutare che, a valle, ne avrebbe sofferto il centro abitato di Piale se qualcosa fosse andato storto.
Per fortuna, invece, tutto è andato bene. I possessori e proprietari di case e appartamenti sono ancora tutti vivi, alcune case sono state abbattute e ricostruite mentre le altre si sono inclinate di oltre 8 centimetri e non consentono più, ai “legittimi” possessori, di giocare a biliardo. Che è poca cosa rispetto a chi, invece, il danno lo ha subito perchè sentendo odor di risarcimento non è riuscito(a) a trasferire la propria residenza.
TRA RITO AMBROSIANO E QUELLO ASPROMONTANO
Ripoli, frazione di San Benedetto Val di Sambro e Piale, frazione di Villa San Giovanni, entrambi i territori interessati alla costruzione di nuove gallerie autostradali ed in entrambe le località si sono registrati problemi di smottamenti e movimenti franosi. E qui finiscono le analogie, perché nel comune bolognese, interessato ai lavori per la “variante di valico”, al semplice, si fa per dire, paventato rischio, la Procura della Repubblica di Bologna ha immediatamente aperto un fascicolo ipotizzando il reato di disastro colposo.
A Piale, invece, i cittadini continuano avivere una situazione di disagio, dove, addirittura, si sono registrati movimenti franosi che hanno interessato strade e abitazioni, e si continuano a rincorrere le voci dei comitati senza che vi sia notizia di un intervento da parte dell’Autorità Giudiziaria.
STRADA SENZA USCITA
Alcuni ritengono, anche che il livello della strada si sia abbassato e che i lavori nonsiano stati fatti a regola d’arte. Tanto che la discussione sorta sui social network si è surriscaldata in pochi minuti (come la pioggia caduta).
Ma qual è il punto? La solita questione delle acque meteoriche? No, il punto è la competenza che ricade sulla Provincia (in ipotesi). Di più: la vera questione è chi ha progettato quei lavori e chi li ha realizzati. E da come si è sviluppata la discussione….anche chi glieli ha fatti fare.
Diamo, infatti, per scontato che chi è intervenuto su quella strada abbia ottenuto tutti i permessi e le autorizzazioni (anche della Provincia e magari anche del Comitato) ma per le modifiche apportate (o fatte apportare) ci si sia trovati di fronte ad una realtà nuova e diversa. Questa si non calcolata.
Dunque la soluzione migliore è quella di negare che vi sia un difetto progettuale e comunque il problema non può essere né dell’ANAS né del Contraente Generale, perchè questo farebbe saltare tutti gli accordi e tutte le intelligenze.
CIUCCI, UN PROBLEMA
Il Presidente dell’ANAS (ex Commissario della Stretto di Messina spa) lo ha detto chiaro: «sulla questione delle gallerie di Piale c’è stato un problema che stiamo cercando di risolvere con i risarcimenti».
Signor Presidente ci scusi, ma non le crediamo. Non perchè la riteniamo responsabile di quanto avvenuto a Piale, più di quanto la legge non ci consenta, ma perchè una risposta del genere apre numerosi altri interrogativi.
Il primo è di natura organizzativa: la partecipazione alle riunioni del “comitato di Piale” risponde a logiche democratiche. Ciò che non si capisce, tuttavia, è se l’Avv. Francesco Idone fosse difensore di una parte in causa o del Comune o del Contraente Generale o dei danneggiati. Perchè Lei, dott. CIUCCI, capirà che le cose non sempre sono come appaiono;
Il secondo problema è se l’arch. Ciccone facesse parte del “Comitato” o del Consiglio Comunale, perchè non ci sembra che su una questione tanto rilevante il Consiglio Comunale abbia avuto un ruolo, seppur la legge affida allo stesso organo la competenza esclusiva sulla pianificazione e sul patrimonio;
Il terzo: ma Ciccone era Consigliere, componente del comitato o terzo danneggiato? E danneggiato per cosa?
INTANTO IL MARE A PIALE
Ora che “il mare è arrivato a Piale”, e pure le polemiche (che si accendono e spengono di continuo), vorremmo, di grazia, sapere perchè mai si chiama in causa la Provincia? Perchè, casomai, la Provincia dovrebbe chiamare in causa la ditta esecutrice delle opere ed il progettista.
E, infine, se quella è una strada provinciale, vorrà dire che Piale è un Regno a sè, perchè dal 1992, data di approvazione del Nuovo Codice della Strada, ai sensi dell’art. 2, comma 6, lett. d), sono “Comunali” tutte le strade urbane nonché i tratti urbani delle strade statali, regionali o provinciali, che attraversano centri con popolazione pari o superiore a 10.000 abitanti.
Qualche conto non torna….o forse più di uno. E tra questi i continui tentativi di confondere la gente distribuendo disinformazioni e verità costruite ad hoc.