VOLEMOSE BENE! LA SVOLTA GANDHIANA DI CASSONE E LE FINTE DELLA MINORANZA

domenicaIl «supremo interesse di Villa», in questa fase particolarmente delicata «deve prevalere un forte senso di responsabilità sia istituzionale che personale». E’ con queste affermazioni che il neo sindaco facente funzioni, Rocco Cassone, lancia un messaggio al Consiglio Comunale tutto ed è in queste parole che racchiude il fallimento di una missione – quella di portare il PD dentro la Giunta comunale – ipotesi che sarebbe stata bocciata dai vertici reggini, evidentemente consapevoli che tira aria di forte burrasca.

Una compartecipazione ufficiale che i “ragazzi del PD” non avrebbero disdegnato, che avrebbe formalizzato quello che ormai appare da tempo (forse da sempre), a parte le teatrali dichiarazioni di guerra quando è ora di affrontare in pubblico la maggioranza.

Sicché Cassone – da abile manovratore – pur di non rinunciare al ruolo di primo piano che il “fato” gli ha fatto piovere addosso, ha voluto lanciare un messaggio alla città (non alla politica con la quale le vicende si discutono in privato) ed ha suggellato la sua svolta Gandhiana, poche ore dopo un altro sibillino messaggio proveniente dalla stessa famiglia agnatizia.

PACE E FELICITA’

Caimages2-cassongandhissone diventa sindaco facente funzioni quasi per caso, perché il sindaco eletto (non Unto ma solo eletto), una paio d’ore prima che il Giudice Pratticò leggesse il dispositivo della sentenza sulla “vicenda Bandafalò”, con un atto d’imperio aveva deciso di modificare la propria Giunta, ritrovandosi poi sospeso e favorendo il subentro di Cassone.

Una condanna che ha scontentato molti Lanzichenecchi, fruitori di prebende e privilegi, che per protestare contro quest’atto bolscevico della magistratura, non hanno esitato a rievocare le stragi parigine di “Charlie Ebdo” e “Bataclan”. E per correggere questo filone, tra l’altro, che Cassone alla sua prima uscita pubblica ci ha tenuto a esprimere vicinanza ai condannati “Tutti” ma anche alla magistratura e alle forze dell’ordine. Insomma, il messaggio è chiaro: con i Guelfi ma anche con i Ghibellini!

Nella “svolta Gandhiana” di Cassone, dopo la battuta d’arresto che sarebbe stata imposta dai vertici provinciali del PD, solo messaggi di pace e felicità,  «per garantire una agibilità amministrativa» e rasserenare gli animi (?). E anche quest’ultima indicazione è significativa, perché è evidente che tra le numerose inchieste della magistratura e i desiderata dei singoli che aspiravano ad un “posto al sole”, la possibilità di amministrare la città è solo una chimera.

IL MIO PEGGIOR NEMICO

momento-del-passaggio-di-consegneLa “sindacatura di Messina” si è aperta senza opposizioni ,con una minoranza che mentre annunciava un “contrapposizione” attenta e sui fatti, dall’altra compartecipava ai provvedimenti della maggioranza, aprendo il ciclo con l’approvazione di una “Consulta Giovanile” che dimostra quanto sia la competenza, anche solo “lessicale” di chi ci governa, tranne poi arrivare a protestare dopo averne scritto lo statuto.

Non avendo avuto opposizioni e contrapposizioni, Messina può ringraziare solo se stesso del disastro politico, amministrativo e personale in cui si è cacciato (e non è ancora finito). Dalla vicenda “Cuzzola” all’assunzione della propria consorte; dalla vicenda “Fata Morgana” a quella della vicenda “Bandafalò” alla grana dei diportisti e del “piano spiagge” fino a al sequestro delle aree di ripascimento, addebitate a terzi per convenienza ma frutto di una faida tutta familiare, a quelle che verranno.

Dunque, Messina non ha da recriminare contro nessuno se non se stesso e anche sul piano più strettamente Amministrativo, che egli afferma in continuità con la precedente sindacatura (e quindi anche la condanna), con l’aumento delle tasse locali di quasi il 90% in soli tre anni, con il degrado cittadino che è sotto gli occhi di tutti e, soprattutto, con imprese e professionisti che da anni sono in attesa che vengano pagate le fatture.

ASSERRAGLIATI NEL PALAZZO

palazzoIl nostro provetto “Gandhi” ha ragione ma sbaglia bersaglio: quella che è pregiudicata non è l’agibilità amministrativa ma l’agibilità democratica. E il dato lo esibisce lo stesso Messina, nel momento in cui nomina una nuova Giunta in “zona Cesarini” con la sentenza (non ci soffermiamo sui dettagli temporali), dopo avere svolto, la sera prima, un Consiglio Comunale in cui nemmeno annunciava la sua intenzione di modificare gli assetti e senza (così appare) averne fatto cenno ai suoi della maggioranza.

Sarebbe un filone lunghissimo, questo dell’agibilità democratica che esiste solo laddove esistano ruoli definiti, non solo nella maggioranza ma soprattutto nella minoranza, silente, che ha lasciato che al presidente del consiglio comunale (come ad altri consiglieri) venisse attribuita una delega, nonostante i chiarissimi pareri espressi dal Ministerto dell’Interno e persino quando su importanti inchieste ha mostrato remissività di fronte all’arroganza di un sindaco che non ha inteso fornire risposte alla città.

Egli poteva farlo, ovviamente, ma un minuto dopo avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni. Non avendolo fatto lui, questo compito spettava alla minoranza ma è già troppo tardi, segno di intese morbose, forse persino incestuose! Adesso, prima che altro accada (e accadrà), dovremo solo aspettare che il Ministro Alfano provveda (di certo, dopo il Referendum) ma senza poi dire…..la colpa è di questo o di quello!

21/11/2016

antonio morabito

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