Villa San Giovanni, Vigili in agitazione: il fallimento di Attila!

Prefettura: camera di  conciliazione
Prefettura: camera di conciliazione

Dopo le pesantissime accuse dei Vigili Urbani villesi, che hanno proclamato lo stato di agitazione, il prefetto Sammartino ha convocato per questa mattina l’amministrazione comunale per tentare di ricomporre la vertenza, come aveva espressamente richiesto l’organizzazione sindacale degli stessi Vigili.

vigili-urbaniLe accuse dei “poliziotti di città” sono gravissime: l’amministrazione comunale avrebbe tentato, in violazione delle norme di legge, di intromettersi nell’impiego tecnico operativo che, invece, è esclusiva competenza del Comandante di un Corpo – spesso questo aspetto sfugge – di Polizia a tutti gli effetti, con obblighi e doveri nei confronti dell’Autorità Giudiziaria. Ma, anche, con impegni accresciuti da quel “piano antindrangheta” approvato dal Governo Renzi.

Come finirà è presto per dirlo ma la vicenda s’inquadra come ennesimo episodio di arroganza da parte di una amministrazione comunale in cui prevale la prevaricazione. Una compagine incapace del confronto e che ha sostituito il ragionamento con l’imposizione, convinta assertrice che “chi più urla, più ha ragione”.

Proprio mentre scriviamo, giunge notizia che la mediazione svolta dal prefetto ha portato ad una prima forma di conciliazione che, tuttavia, nulla toglie alle gravissime accuse contro l’amministrazione guidata da La Valle.

No Comment!
No Comment!

I Vigili non lo dicono ma a far precipitare una situazione da tempo divenuta insostenibile, il tentativo di imporre un “demansionamento” di fatto degli operatori che il sindaco voleva costringere al ruolo di custodi di parchi e giardini, dimentico del fatto che la priorità delle attività di polizia avrebbero finito per comportare ulteriori disagi ad altri servizi.

La vicenda, se da una parte conferma i limiti culturali della pattuglia guidata da La Valle, dall’altra esprime il senso dell’incapacità a comprendere la delicatezza di ricoprire incarichi istituzionali che, sempre, devono essere accompagnati dal rigore e dal pedissequo rispetto dei principi di legalità.

E come ormai prassi, anche di fronte a fatti così gravi, provoca un assordante rumore il silenzio di La Valle, anche questa volta “impallinato” dai suoi stessi atti e che ha affidato al proprio capogruppo il cumulo di inesattezze (improprio eufemismo) dirette ad alimentare il conflitto.

E mai come in questo caso, l’amministrazione comunale, ha perso un’occasione d’oro per tacere, anche per evitare di confermare nel merito le accuse che gli uomini e le donne della polizia municipale rivolgono ai politici.

quotidiano vigili copiaIl sindaco (fintanto che non smentisce), infatti, per voce del proprio capogruppo conferma le telefonate al Comando di Polizia (nessuno ha mai parlato di telefonate su numeri privati) ma non chiarisce il contenuto. Non smentisce le ingerenze e non spiega le ragioni… ergo!

Dalla “non smentita”, si passa poi al “tu quoque, Brute, fili mi!”. Singolare ragionamento degno di essere approfondito dai giudici contabili.

Secondo la fulgida mente, i tre (non quattro) Vigili Urbani per i quali si è provveduto alla trasformazione del rapporto di lavoro (da tempo parziale a tempo pieno) avrebbero dovuto “venerare” e non “tradire” questa amministrazione (sebbene l’iter fosse stato avviato dal prefetto Ruffo).

A parte la visione feudataria contenuta in questa affermazione, la lettura del “pensiero criptico” induce a sospettare che tale modificazione del rapporto di lavoro non rispondesse alle pubbliche necessità dell’Ente ma ad un interesse, foss’anche solo politico, privato nella persuasione di dover ricevere vantaggi e onori da quelle “assunzioni”.

La Giunta Comunale
La Giunta Comunale

Argomento,questo, che se non avesse una origine “certificata”, suggerirebbe ben altri approfondimenti. E che non sia un semplice “stato confusionale” ma una incredibile concezione primitiva di come debbano essere usati i pubblici poteri, consta il fatto che la “voce del Primo cittadino” sia convinta di avere il merito di avere acconsentito alla creazione di un fondo, per la polizia locale, da accantonare dai soldi delle contravvenzioni”.

Avete mai provato ad osservare a distanza un savio ed un ubriaco? Dopo dieci minuti non saprete più distinguerli. E allora a che serve commentare che è l’art. 208 del codice della strada a stabilire, per legge quindi, la ripartizione dei fondi derivanti dalle contravvenzioni, anche per quella parte di pertinenza del personale di cui all’art. 12 dello stesso codice (quindi anche i vigili)?

polizia-municipale-vigile-multaStupenda, infine, la chiosa finale, a metà tra la “promessa brutale” e l’invito ameno, rivolto ai Vigili, a trasferirsi altrove. In pratica, l’apoteosi dell’ennesimo fallimento.

Ogni ragionamento appare, quindi, una inutile perdita tempo. Lo stesso tempo che una amministrazione, ormai in agonia, ha fatto perdere alla città lacerandola e subordinandola a interessi “stranieri”, facendole perdere mille occasioni e mille speranze di poter rialzare la testa.

Racconta, la leggenda, che al passaggio di Attila non crescesse più nemmeno l’erba. E allora non può essere un caso che ovunque si accosti questa amministrazione, lasciando che le fulgide menti esprimano il “Comune-pensiero”, si lascino dietro strascichi di polemiche e conflitti che provocano solo divisioni e contrasti dentro la città. E allora come non capire che, forse, è giunto il momento di finirla?

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