IL RELAX AL MARE SI TINGE DI GIALLO ANCHE DOPO L’INTERVENTO DELL’ARPACAL

arpacalAl sindaco di Villa San Giovanni, affi

puntapezzo
la geomappa arpacal

ni, amici e lanzichenecchi vari non piace la tranquillità doverosa per permettere ai magistrati di fare piena luce sulle serie questioni che stanno interessando questo paese. E non essendoci riuscito con noi, tirandoci per la giacchetta, lo ha fatto tirando in ballo l’Agenzia Regionale per l’Ambiente (ARPACAL) che oggi è intervenuta con un criptico, inusuale ma utile comunicato stampa per chiarire la vicenda della balneabilità delle acque in località Pezzo di Villa San Giovanni e finendo per moltiplicare i dubbi.

Dice, l’ARPACAL, che rispetto al dato di “Goletta Verde” di Legambiente, che al prelievo effettuato all’altezza “del civico 47” (quasi altezza di via Briatico) ha riscontrato acqua di mare

Fonte Ministero della Salute: dati del 20016
Fonte Ministero della Salute: dati del 20016

“fortemente inquinata”, il punto di prelievo da loro effettuato è diverso come diverso è lo scopo e cioè «di valutare l’impatto del refluo del depuratore sul corpo idrico recettore». Punto di prelievo che indicano allegando una mappa ma senza dire se a sinistra o a destra del loro punto di prelievo sia stata effettuata analisi e quale sia il grado di balneabilità e, tantomeno, senza dire quanti e con quale frequenza sono stati fatti i campionamenti ed in quale orario.

Non v’è dubbio – come ricorda l’Agenzia – che l’avere il Comune operato lavori di allungamento

Fonte Ministero della Salute: Dati del 2005
Fonte Ministero della Salute: Dati del 2005

della condotta di scarico, la qualità delle acque

è notevolmente migliorata, come si evince dalla comparazione dei dati con quelli degli anni precedenti, consultabile al link portale delle acque del ministero della salute, da cui pure risulta che anche lo scorso anno vi fosse un andamento ciclico (es lo scorso anno il 6 luglio le cariche batteriche erano  pari a 1, identiche a quelle di quest’anno e impennandosi nuovamente nelle settimane successive fino a valori ben al di sopra del limite).

CORREZIONE IN CORSA

La stessa Agenzia, che non indica quando è stato effettuato il campionamento (verosimilmente datato 04/04, 18/04, 2/5 e 16/05/2016), nel pubblicare i dati sul sito istituzionale della Regione Calabria, all’allegato “C” che tiene conto dei dati sulla qualità “SCARSA” delle acque e trasmesso al Ministero della Salute, indica le coordinate geografiche di due punti: 15°38’37.039″E 38°14’1.172″N  che corrisponde più o meno esattamente anche a quello dei campionamenti di “Goletta Verde” e l’altro, 15°38’6.279″E 38°13’50.532″N  più o meno corrispondente al secondo punto “blu” non intestato della geomappa allegata da ARPACAL nel comunicato .

Oltre 800 metri in cui ARPACAL asseriva la “non balneabilità”, poi corretta e adesso rettificata ma che nulla chiarisce in tema di salute delle persone e dell’ambiente, poichè è noto che l’area è stata interessata per decenni dallo sversamento in mare di reflui fognari, con sedimentazioni nell’area indicata che – come dice l’ARPACAL – evidentemente non sono stati oggetto d’indagine da parte della stessa Agenzia ma che, tuttavia, sono stati sufficienti per indicare al sindaco che quell’area è balneabile…

Ci sia consentito, a noi, di ritenere questi dati non totalmente attendibili per via dei dati empirici e per la qualità delle correnti in relazione ad una attestazione più che dubbia sulla sicurezza della salute e dell’ambiente, fermo restando che la stessa ARPACAL può pure avere riscontrato nell’acqua (non sul fondo) “colonie batteriche” ininfluenti con la balneabilità ma che il dato sulla “SCARSA” qualità delle acque non può essere confutato se non attraverso diversi campionamenti fatti nell’arco di almeno mezza giornata e che, comunque, non tengono conto di altri fattori afferenti la salubrità di un ambiente che dopo decenni non può essersi ricostruito.

ALTRA SABBIA STESSO MARE

momento-del-passaggio-di-consegneAncora più enigmatica appare la “spiegazione” sul ripascimento nell’Area cui la stessa Agenzia Calabrese per l’Ambiente avrebbe «dato parere favorevole sulla compatibilità del materiale da movimentare» prescrivendo – continua l’Agenzia – «IL DIVIETO DI DEPOSITARE SABBIA» 30 metri a sinistra e 30 metri a destra della tubazione di scarico rilevata in sede di sopralluogo.

Peccato che il materiale depositato NON FOSSE AFFATTO SABBIA ma, una TERRA chiamata “SABBIA DI MESSINA” ma che sempre terra è, come lo era per Porticello e per tutte le aree in cui è stato posto in essere un maldestro tentativo di disinformare e sono state attuate una serie di iniziative volte a realizzare una “distrazione di massa”, facendo credere che ci si trovasse a “Copacabana” e consentendo a qualche imprenditore più o meno grande, più o meno complice, più o meno senza scrupoli, di evitare le dispendiose (economicamente e amministrativamente) procedure per il trasporto e il riversamento in discarica della terra di risulta di scavi, gallerie e quant’altro.

«Dagli atti in possesso», conclude una nota non firmata ma vergata su carta intestata “ARPACAL”, «il ripascimento su quel tratto di spiaggia non dovrebbe essere stato fatto», anche qui senza chiarire se 30 metri a destra e sinistra dello scarico rilevato o se per l’intera opera di ripascimento!

IO NON C’ERO

Quando il Corpo Forestale dello Stato effettuò il primo controllo sul ripascimento della spiaggia del quartiere Pezzo, nessuno si scandalizzò ed anzi (era forse febbraio o marzo), il sindaco corse a dichiarare che nessun blocco era stato imposto ai lavori. Tranne poi doversi ravvedere, dal momento che l’Ufficio Tecnico Comunale aveva intimato alla ditta di sospendere i lavori e munirsi del “nulla osta paesaggistico” che la ditta dichiara non essere stato tra i documenti richiesti dal Comune.

Per connessione oggettiva, la questione oltre che restare nella competenza del Corpo Forestale, passò anche nella competenza del Commissariato di P.S. di Villa San Giovanni che sulla “vicenda ripascimento” stava indagando e che il sindaco stesso, nel corso del Consiglio, ha ringraziato più volte. Non sappiamo se si riferisse a tutto l’Ufficio, solo ad alcuni o uno in particolare. E sicuramente sarà così se è vero, come è vero, che suoi strettissimi collaboratori, giganti della politica, hanno invece usato parole non proprio di cordialità su quell’Ufficio.

Il perchè, dunque, avvenne il successivo sequesto della “pseudo” cava e del cantiere del ripascimento, non è dato sapere e nemmeno ci interessa, per ora, la convalida successiva dell’A.G.

prelieviCi interessa, invece, che “IGNOTI”, nel rispetto di quella illegalità diffusa, perpetrata e perpetuata con arroganza (di cui ancora non smettono e non smetteranno di parlare i  giornali), più o meno tollerati da TUTTE LE AUTORITA’, abbiano più, e più volte, commesso impunemente il reato di “Violazione dei Sigilli” della “cosa in sequestro”, peraltro inducendo in errore i bagnanti, e tra essi bambini, più esposti ad eventuali rischi per la salute che, inconsapevoli del potenziale danno arrecato da una possibile, e per questo in via di accertamento, attività contro l’ambiente e la salute pubblica, continuavano fino ag oggi ad utilizzare la spiaggia per i cosiddetti “pubblici usi del mare”, mentre tecnici e consulenti dell’Autorità Giudiziaria effettuavano prelievi e campionamenti. Ma, evidentemente, anche con la “silenziosa tolleranza” di chi avrebbe l’obbligo giuridico di impedire che ciò avvenga.

NANI, GIGANTI E ISTITUZIONI

policeLe istituzioni, casomai, dovrebbero spiegarci perchè hanno sonnecchiato o si sono girate dall’altra parte di fronte ad uno scempio ambientale di dimensioni immani, che ha coinvolto tutta la costa: da Porticello in poi! E sì che fanno tutti finta, in pubblico, di non leggerci per poi, in privato, esprimere pareri anche sui dettagli dei diversi articoli. Certo vorremmo capire come hanno fatto, in questi mesi di nostro silenzio, ad informarsi.

Anche questa volta, però, come nel caso dell’inchiesta “Fata Morgana” (vero Assessore?), gli unici responsabili siamo noi di “BenvenutiaSud”, additati quali oscuri tessitori di una trama degna dei migliori thriller che, prima inducono esponenti del Corpo Forestale (che ha altre frequentazioni mattutine), poi inducono la Polizia ad esercitare il proprio ruolo ed, infine, inducono la Procura a sequestrare e il GIP a convalidare i provvedimenti. E magari ora l’ARPACAL a smentire se stessa!

In fondo però, è meno fastidioso quando le accuse arrivano dal sindaco Messina, che ben potrebbe guardare alla propria “famiglia agnatizia” per trovare ristoro, piuttosto che lo facciano donne sull’orlo di una crisi di nervi o uomini che, invece di servire le Istituzioni, pare abbiano “giurato” fedeltà ai propri padrini politici, a meno che non vogliano difendere posizioni in divenire che, grazie all’operato di Magistrati, hanno imboccato la strada del “non ritorno”. Ma almeno poi non dite che non ve lo avevamo detto!

26/07/2016

di antonio morabito

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