VILLA, PORTICCIOLO: CHIUSI IN CASA A STAPPARE LO CHAMPAGNE

Vi ricordate la solenne promessa di Maria Grazia Richichi, nella sua breve e temporanea esperienza di sindaco ff? Ebbene, la brutta notizia è che la promessa (ennesima) di chiamare a raccolta la città, il 31 dicembre, per brindare al nuovo anno presso quello che solo gli stolti continuano a chiamare “molo di sottoflutto”, non potrà realizzarsi, per cui aspettiamo che la ex ci inviti tutti da qualche altra parte di modo che potremo farci chiedere scusa.

Non si realizzerà, infatti, non solo perché, in modo previgente, il Commissario Prefettizio ha furbescamente avanzato una richiesta di proroga che per altri fini doveva utilizzarsi ma, soprattutto, perché è stato violato l’art. 4 della “transazione” siglata sempre “dalla ex” e dalla ditta esecutrice, nella parte in cui ci si impegnava a consegnare l’opera finita entro la prima decade di dicembre.

Difatti, ad oggi, abbondantemente fuori termine, i lavori proseguono come nulla fosse e senza che alcuno sollevi un minimo dubbio o informi la città sui ritardi (ormai di circa 10 anni).

 

UNA RICHIESTA DI PROROGA MOLTO ANOMALA

Dopo le magre figure preannunciate e dopo che il TAR aveva azzerato tutte le nomine della “ex” e della Giunta, dopo che in consiglio comunale la maggioranza aveva gettato la maschera sul “Polmoncino di Sosta” che prima aveva tentato di smembrare, poi di fare un parcheggio ed infine di prometterlo ai Vigili del Fuoco, e dopo avere ufficialmente risposto alla minoranza, che ne aveva ribadito la richiesta per il tramite del Prefetto, dell’assenza di qualsiasi documento che potesse ricondurre all’Autoporto, quando tutti ormai abbandonavano il campo delusi, noi abbiamo tirato fuori il faldone “in originale” dell’importante opera che, di colpo, spuntava anche al Comune. E c’è un nesso tra un “progetto definitivo” sparito e il finanziamento all’associazione di cui la Richichi era presidente?

Lasciamo stare i dettagli (per ora) che non fosse stato per noi avrebbero portato alla rifusione “personale” di tutte le spese sostenute per la realizzazione di qualsiasi opera diversa, il 22 novembre, il Commissario Saladino sottoscrive una richiesta di proroga dove oltre ai fondi da salvaguardare per l’Autoporto già progettato dal 2012, a sorpresa inserisce la proroga per il “molo di sottoflutto”.

Nella prassi burocratica – diciamo – in casi come questi, alla richiesta di proroga si antepone un generico…su richiesta della ditta appaltatrice con atto prot. “x”, qui pervenuto in data “X”. Ma della richiesta della ditta nemmeno un cenno. E che può voler dire questo? Che la proroga la chiede il Comune? o che la chiede il Comune per favorire la ditta sì da fare salva l’eventuale violazione della transazione?

SU SCHERZI A PARTE

All’articolo 4 della transazione, si legge che la ditta s’impegnava a consegnare l’opera finita entro la (ormai trascorsa) prima decade di dicembre e il certificato di collaudo entro il 31 dicembre 2017, per dare modo alla “ex” di brindare con i suoi concittadini. 

A parte che non essendo (secondo il TAR) mai stata nominata la Richichi, l’atto di transazione è nullo e nessuno lo ha convalidato, nella richiesta di proroga, sottoscritta dal Commissario Saladino, si accampa la scusa che i ritardi “sarebbero addebitabili” ad altri Enti per il rilascio di alcune autorizzazioni: due della Capitaneria di Porto, rilasciate l’11 e il 31 ottobre (e quando sono state richieste?) e la terza della Regione Calabria per la quale – si riporta testualmente – «…si è in procinto di consegnare la pratica per l’ottenimento del Nulla Osta Regionale per il Dragaggio del materiale….». Ma stiamo scherzando? Ma davvero pensano che siamo tutti con gli anelli al naso? Davvero pensa, un funzionario dello Stato, di potersi prendere gioco di un’intera Comunità di persone? E la minoranza così esercita i controlli?

Vale a dire che chiunque può accampare i ritardi di un altro Ufficio per un’autorizzazione che ancora non ha richiesto? Una cosa surreale, fuori dal mondo, persino pazzoide! Ma che il Commissario, inviato qui per far funzionare gli organi, si presume nel rispetto della legge, che avalla una stupidaggine del genere e che il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, dovrebbe rimuovere senza ulteriori indugi, infischiandosene delle blandizie di una minoranza (perchè la maggioranza è minoranza nella città) che dovrebbe solo vergognarsi di mettere il naso fuori di casa!

LA SERIETA’ DELLA POLITICA

Come ci eravamo ripromessi, copia del progetto definitivo, della richiesta di proroga e di una relazione accompagnatoria, è da almeno 15 giorni nelle mani del Ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio il quale, ignaro, sembra sia rimasto stupefatto ma ha comunicato la difficoltà burocratica, in “zona cesarini”, di far ottenere una proroga al finanziamento.

Un notizia che dovrebbe far stracciare le vesti ai politici di professione che però non sembra aver scalfito più di tanto i nostri eroi. Che però, dovranno fare i conti con la magistratura, ordinaria e contabile, su una vicenda che ha dell’incredibile e che fa sprofondare definitivamente questa città.

Nel frattempo, il Commissario Saladino, dopo avere desistito grazie al nostro richiamo, a rimpinguare con l’ennesimo obolo dei contribuenti le casse comunali lasciate vuote dagli attenti professionisti della menzogna, si avvia all’approvazione del Piano Urbano del Traffico, stravolgendo il senso della sua stessa permanenza in città

Il Piano Urbano del Traffico, infatti, è un atto di pianificazione, è discrezionale e non stava nei programmi elettorali di alcuno. Giusto che si approvi, certamente, ma che ad approvarlo (con l’approvazione e adozione differite) sia la politica che si assume la responsabilità della scelta politica. O no? Oppure lo approva sulla base delle direttive di qualcuno?  

13/12/2017

antonio morabito

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