VILLA: IL MARCHESE ONOFRIO DEL GRILLO E I SOVRANI DEL MONDO ANTICO

marchese-del-grillo«C’era una vorta un Re cche ddar palazzo mannò ffora a li popoli st’editto: «Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo, sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto». Che più che tratto  dal “Marchese del Grillo”, il grande Alberto Sordi – nella sua interpretazione – la estrapolò da un sonetto dell’altrettanto grande Giuseppe Gioacchino Belli.

E’ un sonetto che racconta come «un banditore del re si aggira per Roma, gridando ai popolani un editto scritto dal re. Il re dichiara i suoi pieni poteri nella città, dicendo che può fare quel che vuole, senza preoccuparsi di essere contestato da qualcuno».

Il Consiglio Comunale di ieri è stato la parafrasi del “Marchese Del Grillo” o, meglio ancora, del sonetto del Belli: “i sovrani del mondo antico”, impersonati dal sindaco Messina che raggiunta l’agognata carica si prende gioco dei propri pari e della città intera e delle istituzioni tutte.

SIPARIETTO PARA-ISTITUZIONALE

sindaco e presidente del consiglio
sindaco e presidente del consiglio

Messina è scatenato, se la prende col mondo intero (che paura!!): «non faccio passi indietro, la mia maggioranza è coesa (l’ultimo a dirlo fu Prodi)» Poi sfida tutti: «la mia famiglia non si tocca, è stata seguita mia moglie» e poi prosegue con frasi sconnesse…«non ho avuto tempo per denunciare l’autore» – del fattaccio – e poi la minaccia:«lo farò». E quando, visto che già è passato un mese!

Infine l’ultima chicca la rivolge urlando al pubblico:«tu stai registrando. Registra, registra, io queste cose le dirò in pubblico» (a dimostrazione che il consiglio comunale viene vissuto come luogo privato), rivolgendosi ad uno dei presenti che gli risponde per le rime.

Qualcuno ha persino paura per la salute del Primo cittadino che poi però, esce per chiedere scusa al malcapitato, senza che mai nessuno, compreso il presidente del consiglio, gli imponga di rispettare il regolamento. La logica è quella del “più siamo, più valiamo”, tipica del livello altissimo in cui è scivolata la politica villese, trascinando nel ridicolo la città.

ROMA O ORTE

Silvia Lottero
Silvia Lottero

Solidarietà al sindaco, colpito da mani ignote nei suoi interessi (personali) giungono dall’assessore Cassone e dal capogruppo Liz Ciccarello (al secolo Elisabetta) che si chiedono se Morgante faccia ancora parte del Gruppo “Cittadini Responsabili” ma che si interrompono quando lo stesso Morgante ricorda come più che occuparsi delle vicende private del Gruppo, dovrebbero preoccuparsi di rimuovere o spiegare le loro incompatibilità che invece interessano, oltre che la legalità, anche la città.

Senza alcuna sorpresa arriva anche la solidarietà della Lottero, che ci tiene a non turbare il principe: «qualcuno usa il simbolo e il gruppo impropriamente» e prende le distanze da Morgante a dalle sue affermazioni. Dimenticando che lei non è né proprietaria del simbolo e tantomeno di un gruppo per il quale è stata solamente candidata e ben presto allontanata. Ma questo lo vedremo in seguito.

Morgante, invece, è chiaro: «non ho alcuna intenzione di dimettermi», spiega che lui (l’unico forse insieme al PD) agisce in nome e per conto di un gruppo che ha basato il proprio programma (lo stesso della Lottero?) sul rispetto della legalità. Aggiunge che l’interrogazione sul quello che è diventato “il caso Messina”, l’ha sottoscritta anche la Lottero che ha poi “dimenticato” come, in “debito d’ossigeno”, dopo la risposta del sindaco e della dirigente, ha affermato che occorreva assumere iniziative ulteriori, rimanendo però ferma immobile.

ANCORA NESSUNA VERITA’

plumberNo, al netto delle battute risibili del sindaco, non è emersa alcuna verità! Qualcosa si intuisce per le stesse affermazioni del sindaco, sull’assunzione della moglie che, però, è un fatto talmente pubblico (persino sul sito della società) che seguirla avrebbe solo voluto rappresentare una perdita di tempo. E nemmeno sulla Interdata (Center o Cuzzola) che Messina e la Salzone a settembre continuano a chiamare “Center”, nonostante dal 30 aprile non esista più.

Il Primo cittadino è abbottonato su questo, dice che risponderà (si spera) alla magistratura, condannando la città all’ignavia. E persino sul dott. Vincenzo Cuzzola, nominato O.I.V. resta in silenzio. Dice solo che grazie a questa società, quest’anno,  il Comune recupererà oltre 1 milione di euro di evasione.

Come dire che se chiamo l’idraulico per fare un lavoro e questo viene, poi violenta moglie e figlia, uccide il cane e ruba i preziosi…beh, in fondo la riparazione è fatta bene, quindi che importa! Poi capisce la stupidaggine e dice: si, revocheremo l’incarico alla società ma lei, Morgante, si assuma la responsabilità dei maggiori costi.

TIMIDO RISVEGLIO

Peccato che mentre il sindaco si stracciava le vesti (per difendere cosa?), il capogruppo del PD, con intrepida determinazione, leggeva e depositava un documento in cui chiedeva le dimissioni dell’Organismo Indipendente di Valutazione.

Apprezziamo quanto meno il gesto, visto che alla “revoca” dell’OIV provvederà direttamente il Dipartimento della Funzione Pubblica e che, comunque, di fronte ad un’Assemblea così attenta al rispetto della legalità, essendo, i reati, ormai commessi e consumati, provvederanno le istituzioni competenti.

Di più non poteva chiedersi ad un partito che ancora annaspa, a livello nazionale, su una questione di images“conflitto d’interesse” che, per il momento, riguarda il magistrato, Rossi, nella sua duplice funzione di indagatore delle banche sotto accusa e di consulente di Palazzo Chigi.

Pensavamo che le nuove elezioni avessero portato una ventata di novità, con i molti volti giovani che siedono in Consiglio Comunale e ci siamo ritrovati solo con gli involucri, dietro i quali si nascondono sovrani di un mondo antico. Con il Marchese Del Grillo che dalla finestra del Palazzo grida: «Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo».

23/12/2015

di antonio morabito

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