VILLA, ELEZIONI: IL SISTEMA FRANA TRASVERSALMENTE MA E’ SOLO L’INIZIO

Ex Scopelliti
Ex Scopelliti

Ha vinto il partito dell’astensione, come avevamo suggerito e anticipato. Il resto sono solo discussioni da bar per indorare la pillola amara che dovranno ingoiare tutti gli “statisti indigeni”.

Il dato sull’astensione, infatti, non è quello solito, fisiologico ma si è trasformato in una manifestazione d’opinione. Una bocciatura sonora dell’intero quadro politico locale, perché se una cosa è certa, è che queste Elezioni Europee erano inusualmente cariche di un significato politico-amministrativo.

Chiunque gioisca del risultato ottenuto, tenga a mente che la propria gioia è riconducibile ad una minoranza di elettori e che se queste fossero elezioni amministrative le elezioni sarebbero nulle.

COME IL MURO DI BERLINO

Voto a perdere
Voto a perdere

Nel 1989, il sistema che aveva governato la Germania Est, crollò sotto colpi ben assestati di piccone. E sembra un caso, eppure a far crollare il “sistema” governato da Scopelliti da diversi anni, non è stata la Commissione d’Accesso e nemmeno la condanna a 6 anni nel “processo FALLARA”.

A demolire il sistema del “Rais” calabro è stato sempre un Piccone. Filippo, per la precisione, Eurodeputato uscente che ha totalizzato circa 500 voti in più dell’ex Governatore, scivolato così al terzo posto nella IV Circoscrizione (Italia Meridionale) e al quinto posto in quella generale del Nuovo Centrodestra.

Proprio quei 500 voti fanno ora riflettere il campione delle preferenze, l’ex Sindaco più amato dagli italiani e l’ex Governatore più acclamato, perché passata l’enfasi e il nervosismo dello spoglio e la delusione del risultato, ora il clima sembra quello della resa dei conti.

TU QUOQUE

I numeri del sindaco
I numeri del sindaco

Scopelliti sa che la battaglia l’ha persa in casa e non certo nella sua città. A Reggio Calabria, ufficialmente, non aveva “poteri comunali” da spendere e la scelta di porre la sua candidatura alle europee, avvenuta in emergenza, insieme ai danni della sua infelice gestione amministrativa, non gli hanno consentito di racimolare più di quanto raccolto.

L’ex Governatore, ex sindaco, ex leader Scopelliti, puntava, invece, sugli amici amministratori. Su quelli che durante la sua carriera politica aveva sempre favorito e che lo avevano seguito in questa catastrofica scelta del Nuovo Centrodestra.

Primo tra tutti, Rocco La Valle, sindaco di Villa San Giovanni che dopo 4 anni di amministrazione, da Scopelliti sempre favorito con l’esercizio di “ogni potere”, non è riuscito a portare in dote, allo stesso ex governatore, più di 512 miseri voti, su un elettorato di oltre 11 mila elettori.

Al di là delle farneticazioni ufficiali che darebbero il NCD villese per “moderatamente soddisfatto” del risultato ottenuto, La Valle sa bene che su questa elezione si è giocato la faccia. E l’ha persa.

Non si trattava di una elezione qualsiasi: questa era la partita della vita per il suo amico ex governatore. E bastano le iniziative avviate per dimostrarlo, dalla costituzione di ben 32 circoli del NCD, alla farsa dell’autosospensione.

La verità è che queste elezioni hanno dimostrato che non è solo Scopelliti ad essere finito. E lo aveva ben messo in conto, lo stesso La Valle, tanto da avere “strutturato” un piano di contenimento insieme alla minoranza.

NON FACCIAMOCI DEL MALE

PD fuori dal tempo

Il PD locale è il vero mattatore di queste elezioni. E questa cosa è vera come l’atto di vendita di Totò (De Curtis) della Fontana di Trevi nel film “Totò Truffa” del ’62.

E’ vero, infatti, che il PD in città ha totalizzato il 39,19% di preferenze ma il dato è rapportato alla percentuale di affluenza, pari al 48,16%, cioè di quella “MINORANZA” che si è recata alle urne.

Andando oltre le percentuali, infatti, si scopre che a queste elezioni europee, il PD ha ottenuto 1975 preferenze, cioè appena 216 voti in più rispetto alle elezioni politiche del 2013, quando totalizzò 1759 preferenze. Dunque, di cosa stiamo parlando?

Ciccone-Se non bastasse, sarebbe sufficiente farsi un giro tra le singole preferenze e le singole sezioni per capire come l’apporto dei “leaders di cartone” non sia andato oltre il nulla, visti i voti racimolati da candidati “liberi” da vincoli con il circolo villese del PD.

Ed è altrettanto semplice scoprire, tra i vicini di casa ed amici che non 216 ma molti di più sono i voti guadagnati dal PD grazie a Renzi, alle delusioni generate dal centrodestra ed alla paura di Grillo e del M5S che in città perde ben 589 voti pur retrocedendo di meno di 2 punti percentuali per effetto del drastico calo dei votanti. Dunque, cosa abbia da festeggiare il PD locale non si capisce proprio.

IMG-20140227-WA0001Al netto di bandiere e sorrisi, questo dato i democrat villesi lo conoscevano benissimo anche prima delle elezioni, tanto che ufficialmente o per “corrispondenza di amorosi sensi”, confermando una linea “morbida” che dura ormai da anni, hanno prima tentato l’inciucio della “mozione unitaria” con La Valle sulla questione Variante di Cannitello e, successivamente, hanno rinunciato a discutere di “rifiuti” prima delle elezioni, sempre per non danneggiare La Valle. Di più: si sono astenuti con dichiarazioni di apprezzamento alla maggioranza sul regolamento TARI, la cui tariffa avrebbe dovuto, come per il 2013, essere ridotta dell’80% per via dell’interruzione del servizio.

Una vicenda, quella dei rifiuti, sulla quale l’attuale Segretario del Circolo, oltre al Gruppo Consiliare, si sono macchiati di un “peccato d’omissione” sul quale dovranno, prima o poi, trovare il coraggio di rispondere pubblicamente, oltre che alla loro coscienza.

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