Un fatto certamente grave, quello di anticipare implicitamente un giudizio amministrativo ancora in itinere ma che, finalmente, svela l’esatta natura di un commissariamento di parte, che avrebbe deciso di adottare un provvedimento che appartiene alla competenza di un sindaco, una giunta e una maggioranza legittimamente eletta e capace di effettuare scelte programmatiche e di indirizzo politico, assumendosene la responsabilità.
CATTIVA CONSIGLIERA
Vero è, infatti, che lo strumento cui sta lavorando il Commissario Saladino, da quel che emerge sulla stampa, è un insieme di contraddizioni e di misure vessatorie nei confronti dei cittadini e non affronta in alcun modo il problema della sosta residenziale e di quella fluttuante, facendo pagare indistintamente tutti. E senza giustificare i quasi 10 anni di ritardo rispetto ad una Delibera d’Indirizzo che si riproponeva obiettivi omogenei e compatibili di sicurezza e fluidità della circolazione e ignorando totalmente opere pubbliche già deliberate, finanziate ed autorizzate dal Ministro dei Trasporti.
PROFILI DI ILLEGITTIMITA’
Orbene, ammesso che questo sia tollerabile, prima ancora che lecito, non c’è chi non veda una continuità tra queste misure e le disposizioni emanate alla Polizia Locale e subito rientrate e che vanno della direzione di rimpinguare le esangui casse comunali, svuotate da una politica dissennata che così non avrà alcuna responsabilità di fronte alla città. E lo dimostra il reiterato riferimento a quella forma di obolo che, nato in via sperimentale per 6 mesi è stato fatto marcire fino alla sentenza del Giudice Amministrativo di Catania.
A parte, poi, le contraddizioni di più atti amministrativi che s’intendono approvare, dove nel Piano Urbano del Traffico si fa riferimento alla sosta di veicoli a “Castelluccio” – dimostrando di non conoscerne nemmeno la funzionalità dell’Autoporto – e, dall’altra, viene negata la sua realizzazione con una mozione che va nella direzione di ripetere gli errori attuali, con la realizzazione di area di sosta e biglietterie nell’ipotesi di nuova portualità.
IL PSC IGNORATO
Insomma più che un Piano Urbano del Traffico, si tratta di un ennesimo “pasticcio amministrativo”, che ripercorre errori e strategie perverse che negli anni hanno già mostrato i loro effetti nefasti e senza aprirsi a contributi di singoli, associazioni e partiti. E allora se è un “pasticcio”, perché non demandare queste scelte programmatiche e di prospettiva a un’amministrazione politica legittimata e delegata dai cittadini?
15/12/2017
Resp. Cittadino IDV
antonio morabito