Fatta questa debita premessa , è giusto mettere in fila i fatti: le ultime elezioni hanno consegnato alla città un sindaco con quasi 5 mila preferenze, dato che ha subito dato l’impressione di una abnormità. Ma che poteva voler dire due cose: il fallimento di ogni azione di contrasto a politiche scellerate, oppure una contaminazione grave del sistema elettivo democratico.
Il nuovo sindaco, uscito dalle urne nella primavera del 2015, in assenza di riscontri, partiva da una condizione di assoluto dominio, riconosciuto – ricordiamo agli smemorati – anche dalla minoranza in occasione del primo consiglio comunale.
Poi, pian piano, quelle politiche scellerate hanno cominciato a mostrarsi ed a mostrare alla città tutte le voragini di una gestione a dir poco personalistica.
LE SEGNALAZIONI ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE
L’attribuzione di servizi per conto del Comune ad una Società in cui era impiegata – per eredità pubblica – la propria consorte e l’attribuzione, all’amministratore di questa società, dell’OIV comunale con il placet della dirigente del settore finanze, compagna di scrittura di opere editoriali del medesimo OIV. E quell’attribuzione di servizi per conto del Comune, con le “segnalazioni certificate” all’Agenzia delle Entrate, a parte l’illegittimità dell’affidamento, fa sorgere il sospetto che sia stata utilizzata per annientare gli avversari.
A novembre del 2015 la prima “comunicazione”, con la pubblicazione sul Corriere della Calabria di una interrogazione parlamentare firmata da 7 senatori e che portava dapprima alle spontanee dimissioni dell’OIV (dopo che la Procura della Repubblica aveva provveduto ad ordinare al Comune l’esibizione degli atti).
Ora, la colpa è dei senatori firmatari dell’interrogazione, dei giornali e giornalisti che hanno pubblicato la notizia, della Procura che ha aperto il fascicolo, di chi ha presentato l’esposto oppure di una scelta dissenata del sindaco Messina, che dimostra come i poteri pubblici venivano esercitati a fini privati?
LA FATA TURCHINA E QUELLA MORGANA
Dal maggio del 2016, questa inchiesta ha coinvolto diversi soggetti, da Antonio Messina all’ex giudice Tuccio, passando attraverso il sen. Caridi e l’ex Presidente della Provincia Raffa, accusati a vario titolo di essere artefici di un progetto politico-affaristico-mafioso in capo a questo presunto direttorio della ndrangheta.
Ai più attenti, però, non è sfuggito che l’inchiesta notificata a ridosso di Capodanno e gli atti circolati, appaiono parziali e lasciano intendere un 2017 scoppiettante che dovrà colmare i vuoti che le quattro inchieste riunificate hanno lasciato in attesa. A conferma che si è trattato non di una manovra finalizzata a far “calare di traverso” i cenoni già imbanditi ma di una scansione di tempi dettati da norme di legge.
COLPE “ALL INCLUSIVE”
La questione è anche e soprattutto politica, perchè le inchieste devono approdare a decisioni che spettano alla magistratura (questo significa democrazia), esattemente come avvenuto per la questione delle concessioni demaniali marittime, dove la grettezza e l’interesse dei soliti noti ha tentato di far passare i Giudici per terroristi e gli autori del reato per vittime, in questo modo offendendo l’intera Costituzione che, guarda caso, erano loro stessi a voler modificare.
Prima ancora, però, che la sentenza di condanna di primo grado disvelasse i propri effetti, con la sospensione degli amministratori per almeno 18 mesi, questa maggioranza era già avvitata su se stessa, imbrigliata nelle troppe, tante promesse che non era riuscita a mantenere, consumata da invidie, gelosie, pressioni e forse pure ricatti.
Il fallimento della “Gestione Messina” non è avvenuto (né poteva avvenire) per volontà giudiziaria, perchè la sospensione (che ha riguardato altri Comune ben più importanti) non ha minimamente intaccato l’operatività della maggioranza, che ha visto i suoi “pezzi”, uno per volta, cercare altre e più sicure strade, nella speranza di evitare quel “lungo”, speriamo lunghissimo, periodo di commissariamento che inevitabilmente metterà il primo timbro d’infamia su questa più o meno inconsapevole città
Stiano sereni, quindi, i “Leoni da Tastiera”, rivoluzionari da sofà, liberamente interessati a mantenere prebende e privilegi, stipendi e benefit, perchè il vero nemico di una maggioranza uscita (a forza?) dalle urne è stata se stessa. Che questa volta può uscirne assolta solo per non aver compreso il fatto!
02/01/2017
antonio morabito