Lo stesso per i viaggi, pagati anche ai collaboratori – da loro stessi definiti storici – e per i quali a quelle date (es. 29 e 30 dicembre 2011) non è stato possibile rinvenire alcuna attività riconducibile al gruppo (specie a capodanno): «si’ ma» – risponde Fedele – «…perché tra l’altro è una mia collaboratrice storica questa» annotano i magistrati.
A rileggere i dati riportati nell’Ordinanza di richiesta di applicazione di misure cautelari, firmata dal G.I.P., c’è da rimanere senza fiato; a rileggere quei report si prova una vergogna profonda, la dimostrazione evidente che certa politica è in larga parte condotta senza contegno, senza morale, senza il benchè minimo rispetto del ruolo ricoperto. Con la complicità silente dell’altra metà.
E’ un’opera certosina quella condotta dai magistrati che attraverso l’analisi dei dati, delle singole fatture, ricevute, scontrini raggiunge un obiettivo più ampio: quello di interrompere (si spera) quelle pratiche di ostentazione, di opulenza, di ricchezza che equivale a dimostrazione di potere.
Quella odiosa pratica che tanto affascina i Calabresi e gli Italiani (non solo quelli medi) che accecati dalla possibilità di trarne anche il minimo profitto, sono pronti a ridare fiducia a uomini che non meriterebbero di svolgere nemmeno una professione a carattere privato.
CADUTI DAL PERO
Dice bene il Presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio che, entro oggi, ha dichiarato varerà una Giunta Regionale con soggetti “che mai hanno avuto responsabilità di governo”. E dice bene anche il Vice Segretario Nazionale del PD, Lorenzo Guerini, che afferma come «L’inchiesta della magistratura delinea in Calabria una situazione grave».
Ancora meglio fa Angela Napoli, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia ed ex Deputato, quando afferma che la responsabilità è di chi da’ incarichi di governo a coloro che sanno già essere sottoposti ad inchieste giudiziarie e di chi nei dei partiti di appartenenza difende gli “indifendibili”.
LA SFIDA PIU’ ALTA
Invece si sono accorti che di fronte hanno un potere indipendente, hanno una funzione alta che la politica, questa politica, ha tentato (e in minima parte ci è riuscita) a trascinare al proprio livello, perchè il delirio d’onnipotenza li ha spesso portati a piegarne alcuni, a renderli innocui, infangando quelli che sono morti nell’esercizio della professione in cui credevano e quelli che rinunciando alla propria vita familiare e di relazione, continuano a crederci.
Loro, invece, i politici, questi politici, non dovevano dar conto di niente: 2,5 mln di euro volati via (quelli accertati sino ad ora) persino per rimborsarsi un caffè, un gelato, come il Consigliere Giovanni Nucera che – probabilmente per errore – oltre che dal Gruppo si faceva rimborsare anche dal Consiglio Regionale.
COSI’ FAN TUTTI
Oliviero sapeva bene che De Gaetano era un politico chiacchierato, così come lo sapeva Guerini e anche la Napoli che dalla Bindi è stata chiamata quale consulente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Guerini e Oliverio, però, più degli altri, hanno la responsabilità piena di essere stati al centro della bufera all’atto della nomina, in Giunta, di De Gaetano, Ciconte, Guccione e del Presidente del Consiglio Scalzo. Li hanno difesi perchè difendendo loro hanno difeso i loro accordi elettorali, di cui le nomine sono la naturale evoluzione, ben sapendo che ad alcuni di essi, compresi Fedele e Bilardi (NCD) venivano contestate cifre che moltissimi calabresi non vedranno nemmeno in 15 anni di attività lavorativa.
Oggi non sappiamo se la soluzione possano essere nuove elezioni ma sappiamo certamente che Oliverio non può pensare di lavare le sue colpe presentando una nuova Giunta con persone che non hanno mai avuto responsabilità di Governo. Perchè oltre le sue, di colpe, questa scelta non laverà le responsabilità di un Consiglio Regionale delegittimato che, come se stesse aspettando un terremoto del genere, non ha ancora preso a funzionare.