PERLA DELLO STRETTO: ATTI AL VAGLIO DELLA PROCURA MA VA CHIARITO IL RUOLO DELLA POLITICA

5.0.2Ecco il perché del silenzio della stampa e delle istituzioni. Una semplice ordinanza, per giunta emanata con difetto di competenza, che finisce per scoperchiare un verminaio che promette movimenti sismici in grado di attraversare la Calabria intera.

Lo avevamo detto che dagli atti emersi, sulla vicenda del Centro Commerciale “La Perla dello Stretto”, non c’era bisogno di approfondimenti per capire l’impellenza di trasmettere gli atti alla Magistratura.

Lo avevamo consigliato al sindaco che, ovviamente, ha declinato l’invito, rimanendo col “cerino in mano”

col cerino in mano
col cerino in mano

ora che, pare, la sezione fallimentare del Tribunale, sulla base del contenuto degli atti, ha trasmesso il carteggio alla Procura della Repubblica.

E qui emerge il primo problema, perché (e non c’è motivo di ritenere il contrario) se fossero vere le trascrizioni di certe intercettazioni apparse lascorsa settimana su un periodico, la competenza dovrebbe immediatamente passare alla Procura Distrettuale Antimafia. Ed è evidente che il silenzio fatto calare sulla vicenda, anche da parte della stampa, servisse proprio a scongiurare questa possibilità, perché è sempre più evidente che dietro la dubbia operazione che ha portato all’apertura, nella provincia di Reggio Calabria, della prima vera struttura dedicata alla grande distribuzione, vi siano connivenze e complicità di una tale vastità da far tremare parecchi “palazzi del potere”.

Gli atti lo dicono chiaramente: il centro commerciale è, dall’origine, privo dell’agibilità e, quindi, senza possibilità di ottenere l’autorizzazione. Ed anche sul fronte della destinazione d’uso emerge una montagna di dubbi, visto che la struttura, ex FIAT, era destinata quasi completamente ad attività industriale e non risulta alcuna variazione adottata dal Consiglio Comunale. E poi atti acquisiti sulla parola, una sorta di “poi passo” di chi non potrà passare per l’inesistenza di quegli atti; relazioni di comodo smentite nei fatti per gli effetti provocati dal traffico veicolare generato a seguito dell’apertura del “Centro”, mobilità immobile in una città appena dichiarata in “emergenza ambientale” proprio acausa del traffico veicolare. E poi effetti devastanti sul tradizionale sistema commercialee d il silenzio della politica. Tutta!

cosa nasconde?
Tremano i palazzi del potere

Una serie di “anomalie” che alimentano sospetti terribili, perché si intrecciano con l’inchiesta sulla criminalità organizzata fatta emergere dal “Corriere della Calabria”, dove risulterebbe che la cessione della struttura ex Fiat ed ora Centro Commerciale, ruotò al centro di interessi pilotati dalla criminalità.

Un’inchiesta, quella riassunta dal “Corriere della Calabria”, che unirebbe il tesoriere della Lega Nord, professionisti, uomini d’affari e pezzi della ndrangheta. Che vuole, soprattutto, vederci chiaro nei rapporti tra la Fiat, il Comune di Reggio Calabria e la Società Leonia, partecipata dall’Ente Pubblico e finita, secondo l’accusa dei magistrati, nelle mani della ndrangheta, proprio per questo concorrendo allo scioglimento del Consiglio Comunale.

Il Dott.GRATTERI DDA
Il Dott. GRATTERI DDA

Come fu possibile un così palese occultamento di atti che consentirono l’apertura della “Perla” è difficile da crederlo, tanti furono gli Enti coinvolti nei pareri, nulla osta e autorizzazioni. E non solo, visto che l’Assessorato regionale al lavoro, dell’epoca finanziò la formazione del personale poi impiegato in quella struttura priva di agibilità. Un paradosso clamoroso ove si pensi alla vicenda dell’imprenditore DE MASI, a rischio fallimento per essere entrato nelle farraginose maglie di un apparato amministrativo quanto meno strabico in alcune circostanze ma che, in questa vicenda del “Centro Commerciale”, non ha, evidentemente, osato sbirciare tra gli atti. O, meglio, tra la mancanza degli atti.

Ora che la vicenda rinnova la memoria le stranezze affiorano e si fanno più nitide, anche sul fronte della selezione e della formazione del personale, convocato con telegrammi che hanno indotto in errore parecchi partecipanti. E questo potrebbe essere un altro punto di contatto con l’inchiesta segnalata dal giornale, perché coincidenza vuole che la formazione e la selezione del personale della “Perla dello Stretto” pare sia stato affidato alla stessa società che si occupò della selezione del personale assunto dalla Leonia.

Come dire: una coincidenza è poca, due sono troppe!

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