PARLA DE MICHELIS SULLA GALLERIA DI PIALE E LA POLITICA TREMA

Finirà per toccare Villa San Giovanni e le sue ex amministrazioni l’inchiesta romana sulle grandi opere? Forse. O almeno questo fa pensare (sperare) l’insperata collaborazione di Giampiero De Michelis. Ingegnere di professione, De Michelis è stato direttore dei lavori, quindi primo e decisivo controllore pubblico delle imprese private per una serie di importanti opere pubbliche, dall’Alta velocità alla Salerno-Reggio Calabria.

Oggi è il primo pentito delle grandi opere, in grado di svelare il sistema degli appalti, dei lavori gonfiati, dei trucchetti che hanno consentito a lui (e ad altri?) di partecipare (e lucrare) sui lavori grazie a prestanome. A Villa San Giovanni De Michelis, che il 25 aprile scorso è stato rinviato a giudizio insieme ad altre 20 persone per un filone dell’inchiesta in corso, è un nome e un volto noto perché è stato lui a gestire i lavori della contestatissima galleria di Piale. Un progetto di cui l’ingegnere parla diffusamente ai magistrati con cui sta collaborando.

C’EST PLUS FACIL

Agli inquirenti De Michelis racconta il «progetto disastroso» della galleria di Piale dell’A3. Progettata dall’ex ministro Lunardi, la galleria – secondo De Michelis – è già progettata con il fine di garantire varianti, studi e lievitazione di costi da distribuire alle imprese. Spiega, De Michelis, che per iniziare uno scavo del genere occorre puntellare la montagna con “paratoie e micropali”: solo che paratoie e micropali erano posizionati dove non c’era la montagna.

«Bisognerebbe fermare tutto» – aggiunge l’ingegnere – «A quel punto ho tirato una riga dritta, siamo scesi con i micropali lì dove arrivava la montagna e siamo andati avanti». E, infatti, ce ne siamo accorti tutti di come siano andati avanti, con strade crollate, apertura di fornelli e crolli di edifici, senza fare rumore.

EFFETTI NEGATIVI

Con l’inizio dei lavori della galleria, Piale ha un sussulto. Anzi una serie di sussulti, di tremolizi, di dissesti, insomma Piale inizia a ballare, a cedere e iniziano le proteste, anche per i rumori notturni, mentre i giornali riportano dell’apertura di fornelli. Fino a quando, il 6 maggio del 2011, a seguito di una comunicazione istituzionale, il sindaco (Rocco La Valle) emette un’ordinanza di sospensione dei lavori e, sorpresa delle sorprese, conviene sulla costituzione di un comitato che monitori i lavori. E i danni!

Due mesi più tardi, il 4 Luglio 2011, a seguito di una riunione col “comitato” (?), l’ordinanza di sospensione viene revocata. Curiosamente dopo un viaggio “solitario” a Roma del Sindaco La Valle, presso l’ANAS.

Quello che più sorprende, tuttavia, è che la revoca dell’ordinanza si fonda sulle per nulla rassicuranti “rassicurazioni” – rese in sede di comitato – secondo le quali «non è possibile escludere probabili effetti negativi» e, tanto meno «fenomeni che possano minacciare o precludere la viabilità». Ed, in effetti, come riportato dai giornali dell’epoca, continua il verificarsi dell’apertura di “nuovi fornelli” e il crollo di edifici. In particolare il 2 febbraio 2013. E le parole dell’AD di ANAS, Pietro CIUCCI, al dibattito organizzato dalla testata “strill”, vengono più di un anno dopo che di quella vicenda c’eravamo occupati, anche durante un Consiglio Comunale. 

O MIA BELA MADUNINA

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti perchè la locale Procura della Repubblica aprisse un fascicolo, quanto meno per disastro colposo (?), esattamente come aveva fatto in una situazione simile a Ripoli, frazione del Comune di San Benedetto Val di Sambro, interessata alla costruzione della “Variante di Valico” e “a rischio” frane e smottamenti, La magistratura aveva aperto un’inchiesta per disastro doloso. A Reggio Calabria invece si continua a lavorare, nonostante su quell’opera e sull’ingegnere incaricato di supervisionarla aleggi l’ombra della ndrangheta.

A svelarlo è un articolo pubblicato a settembre del 2012 su “Corriere della Calabria”, che da conto delle indagini svolte dalla Procura di Milano, coordinate da Ilda Boccassini, sulla famiglia Lampada, ritenuta uno dei principali bracci economici della “cosca Condello”, in grado di sviluppare tapporti e relazioni anche con tanta politica calabrese e non solo grazie all’avv. Mario Giglio.

Un soggetto che proprio quell’inchiesta rivela in contatto con l’ing. Giampiero De Michelis (ancora lui). E non per caso grazie a lui De Michelis entra in contatto diretto o indiretto con Luigi Fedele, Assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Bilardi, Consigliere Regionale, e Rocco La Valle, sindaco di Villa San Giovanni. Perchè?

Allo stato non si sa. Ma, «tutti da chiarire» – scrive il cronista – rimangono i contatti con il sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle. Nell’intercettazione del 3 maggio (tre giorni prima della sospensione dei lavori), infatti, Enzo Giglio ha riferito all’ingegnere De Michelis il quale «ha parlato con Gigi (Fedele) che a sua volta gli ha detto che ha parlato con La Valle che è il fratello del cognato».

SERVITORE DI DUE PADRONI

Ma chi è «il fratello del cognato» del sindaco, riportato nell’intercettazione? Una risposta che emerge  scandagliando quel “comitato” voluto da La Valle, da Anas e dal Borgo di Piale. Viene fuori, nel corso del Consiglio Comunale del 27 febbraio 2013 che affronta la vicenda, e dove figurano l’Ing. Infantino (il succitato fratello del cognato del sindaco), l’Arch. Riggio (di cui si racconta nelle intercettazioni) e, soprattutto, l’avv. Francesco Idone del PD. Un duplice, contraddittorio e doppiamente retribuito incarico quello di Idone, che veniva infatti pagato sia da Impregilo che sovvenzionava il comitato, sia dai singoli utenti. Una situazione che perdura fin quando l’incarico “double-face” dell’avvocato non viene fuori.

A denunciare la situazione anche il PD. Circostanza, questa, che ha scatenato una vera e propria faida all’interno del PD. I Dem di Piale o, meglio, i Dem che a piale fanno il bello e il cattivo tempo (Ciccone, Idone ecc.), non ci stanno alle interferenze e s’inalberano quando, in dissenso con quanto viene detto dal loro stesso gruppo, circa una “gestione opaca” di una vicenda che vede coinvolti (ancora oggi), numerosi residenti a Piale. Ancor peggio reagiscono quando in aula viene denunciato il tentativo di speculare da parte di familiari del “cerchio magico” che, appurato l’El Dorado, tentano di trasferire la residenza da Roma al palazzo in bilico in quel di Piale.

Le nomine degli esperti non sono l’unica stranezza. Ancor più strana e disastrosa è la tenuta degli atti di quel comitato produce. Tutti i verbali non sono protocollati e non sono tenuti presso il Comune. Curiosamente ogni volta che qualcuno si mostra interessato a conoscerne il contenuto, la fibrillazione in Consiglio cresce e le scuse si moltiplicano.

TUTTO IN 84 MILLIMETRI

Una situazione paradossale che trascende nel ridicolo, quando nel tentativo di giustificarsi, La Valle, afferma che i verbali sono consegnati all’Autorità Giudiziaria, perchè, afferma «vengono inviati al Commissariato di P.S.»

Morale della favola, nel giro di poco il comitato viene sciolto con pochi risultati. E mentre ancora oggi non si ha idea dell’entità dei risarcimenti, molte famiglie, residenti nel palazzo che ha avuto il cedimento maggiore, che all’epoca era di 84 millimetri, restano a bocca asciutta. E il nuovo Consiglio d’Amministrazione di ANAS avrebbe deciso di dimezzare i risarcimenti e, soprattutto, di vederci chiaro.

Un salutare dietrofront, di Anas, che non risolve il problema dei residenti danneggiati, tanto più che – a quanto pare – l’esistenza di un danno da “Patema d’animo” (COME LA CASSAZIONE INDICA) – oltre ai danni materiali subiti – sembrerebbe rinvenibile solo a seguito di una sentenza del Giudice.

NUOVI GUAI PER IL SINDACO

Nel frattempo il sindaco La Valle inizia ad avere un po di guai, o comunque ad essere più volte evocato in contesti ed ambienti che poco si confanno ad un rappresentante delle istituzioni.

Salvatore AIELLO, parente dei De Stefano – che come gli ultimi collaboratori insegnano comandano anche a Villa –  dopo l’arresto nell’ambito dell’operazione “morsa sugli appalti” inizia a parlare con i magistrati. E tira in ballo anche La Valle che viene fuori come “dominus” di fatto della “galassia La Valle”, pur non avendone nessun titolo. Per il GIP (badate, non il PM) che firma le ordinanze, LA VALLE  «aveva usufruito di conoscenze criminali accreditate per svolgere i lavori e i servizi di raccolta, recupero e trasporto dei rifiuti a Siderno».

VIA RIVIERA A SALINI-IMPREGILO

Per naturale scadenza del  mandato, il sindaco diventa “ex” ma le sue iniziative non smettono di far registrare una curiosa puntualità. Ad esempio affitta un intero stabile, sito su via Riviera a Villa San Giovanni, di proprietà della famiglia della moglie, alla società “Impregilo” (dal 2011 diventata Salini-Impregilo). Mentre l’opposizione sempre curiosamente non fiata. Anzi, nel corso degli ultimi anni, questa commistione di ruoli e di rapporti è stata suggellata con la nascita dell’Associazione “Listretto“, dove – tra gli altri – siedono sia La Valle che Salvatore Ciccone, esponente di spicco dell’area “Pialese” del PD, del “Comitato Borgo di Piale”…ecc., oggi curiosamente candidato a sindaco e dove sedeva anche, fintanto che non è stato tratto in arresto sempre per questioni di appalti, Bruno Polifrone, anch’egli legato a imprese che si occupano di appalti importanti.

Un’associazione che gode immediatamente di considerazione istituzionale. “LISTRETTO”, non fa in tempo a chiedere un incontro con “Peppe” Falcomatà, sindaco della città di Reggio Calabria e della Città Metropolitana che subito viene accolta con tanto di sproporzionata coda mediatica. Incontri troppo frettolosamente accordati, come nel casi dell’avv. Paolo Romeo.

Questo il quadro, non proprio roseo, che negli anni si è composto attorno a La Valle. E che  oggi potrebbe peggiorare. Non solo per per le possibili rivelazioni di De Michelis (che oggi a Villa nessuno conosce), che molto sembra sapere di tutto quello che si è mosso attorno alla Galleria Piale, ma anche per quello che potrebbe dire Antonio Messina, ex sindaco e soprattutto ex vice sindaco di La Valle, oggi imputato nel processo Gotha. Un procedimento che tocca un altro nervo scoperto dell’amministrazione La Valle prima e Messina poi: la frettolosa apertura della Perla dello Stretto. Insomma, i nodi (e i problemi) per la Valle sembrerebbero arrivare al pettine. A meno che, come qualcuno suggerisce, un provvidenziale ingresso in Parlamento non gli fornisca un ottimo immunitario paracadute.

09/05/2017

antonio morabito

error: Content is protected !!
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: