Villa San Giovanni non può rimanere ostaggio del silenzio e dell’incapacità

L'OSSERVATORIO MANCATO
decideranno i giudici

C’è una vicenda politico-amministrativa-giudiziaria, quella della variante urbanistica dell’ormai famigerato “Parco dei Falchi”, che rischia di trascinare la città nel baratro, con una richiesta di risarcimento di 60 milioni di euro, ma questo non sembra interessare né la maggioranza né la minoranza, evidentemente consapevoli che questa vicenda rappresenta un clamoroso pasticcio che ha origini lontane.

Certo è stucchevole che Rocco La Valle, pervicace convertito supporter della necessità di garantire sviluppo e occupazione sopra e oltre ogni regola e principio legalitario, come nitidamente sancito dal TAR di Reggio Calabria, non abbia ancora ritenuto di dover esprimere pubblicamente le proprie considerazioni politiche e amministrative. Non lo ha fatto a seguito delle pesanti censure del TAR e, tanto meno, sta dimostrando di volerlo fare adesso, di fronte ad accuse gravissime che è la stessa impresa ricorrente a rivolgergli.

D’accordo che ormai siamo ai “titoli di coda” per La Valle e per la sua amministrazione ma mai come in questo caso egli ha il dovere di interrompere quel silenzio che ha rappresentato la “colonna sonora” dell’attuale compagine amministrativa.

A stupire, però, è anche l’inerzia del Presidente del Consiglio Comunale, Rocco Cassone, la cui iniziativa, di fatto, ha  dato avvio al procedimento dichiarato illegittimo dal TAR e che con solerzia aveva informato i singoli consiglieri dell’obbligo di quella delibera censurata ma che, ad oggi, tergiversa sul contenuto di un atto che potrebbe chiamare ogni singolo componente della Civica Assemblea a rispondere col proprio patrimonio personale del richiesto risarcimento.

Sicuramente, però, pesano e peseranno come macigni le affermazioni contenute nel ricorso che nei prossimi mesi verrà discusso al Consiglio di Stato, secondo le quali l’impresa ricorrente accusa l’Amministrazione La Valle di averle provocato un danno per “grave negligenza, imperizia, mancata conoscenza di leggi e regolamenti”, adottando “provvedimenti, atti e comportamenti illegittimi”.

Comune a rischio
Comune a rischio

Accuse già gravi ma che valgono il doppio ove si considera, al netto di ogni ipocrisia, che queste accuse provengono da “fuoco amico” e che lasciano basito chiunque abbia seguito con attenzione la vicenda e le procedure eccessivamente bonarie adottate da La Valle per giungere all’approvazione di quella variante urbanistica di dimensioni abnormi.

A fare da contraltare, poi, una minoranza che appare estranea alle vicende che accadono in città, solo apparentemente impegnata nelle solite dispute interne e personali, usate come alibi per giustificare un’assenza la cui costanza e coerenza, su questa vicenda, è stata interrotta solo da pressioni esterne.

Nel mezzo Villa San Giovanni che ormai da troppo tempo subisce l’arroganza di una classe politica impegnata esclusivamente a garantirsi l’autoconservazione, attraverso una gestione trasversale, clientelare e personalistica degli affari pubblici e che ha trasformato questa Comunità in uno spazio territoriale cupo e tenebroso.

Villa San Giovanni, 31/01/2014

                                                                                                         Il Portavoce
Rocco Caridi

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