Il quesito è tutt’altro che di semplice comprensione o, meglio, la decisione dei Ministri e della locale Prefettura rischiano di lasciare sconcertati e aprono a scenari che potrebbero indurre a ritenere come i grandi e particolari interessi di un piccolo Lembo di Patria, vogliano svuotare di contenuti una serie di inchieste giudiziarie, che finalmente hanno coinvolto la città di Villa San Giovanni.
UN ESEMPIO A CASO
La “Perla dello Stretto”, ad esempio (non la Nuova Perla dello Stretto), nata nel 2001 in un contesto che la Squadra Mobile di Reggio Calabria aveva ben delineato, come ha riferito in aula, nel processo “Archi Astrea”, il Dott. Silipo e l’Isp. Crucitti, come un mastodontico affare per gli uomini dei clan e per gli “arcoti” in particolare, ma che sembra essere rimasta lettera morta.
I pratogonisti e i fatti dell’epoca occupano una casella importante ma che è rimasta vuota anche nelle responsabilità che di qualcuno dovevano pur essere, nonostante gli atti dimostrassero persino le falsità che hanno sotteso a quell’apertura, ben più di quella odierna dove il favoritismo pare si annidi sulla speditezza dell’iter di alcune autorizzazioni.
DUBBI CHE PERMANGONO
La magistratura però, faccia la sua strada (senza dimenticare nulla) e ad essa va il merito, il grande merito di essere riuscita a violare anche i santuari mai esplorati (non solo quello di Polsi). E se è vero che la lotta alla ndrangheta è una lotta sinergica, attraverso più forze, dove ognuno fa un pezzo di strada, accanto alla magistratura non devono esserci solo gli uomini delle Forze di Polizia ma anche gli altri apparati dello Stato, le Istituzioni più alte e, infine, la società civile.
Ecco, ci sembra che dietro la NON decisione – perchè assumere la decisione dell’invio di una Commissione d’Accesso era un fatto più che naturale – restino dubbi che la mente umana non riesce a superare con la sola ragione. Specie di fronte ad un sistema politico zitto su questo tema e interessato solo a chi dovrà essere chiamato a svolgere la funzione di sindaco.
E PURE GLI ATTENTATI
Ed è un atto atto ancora più meschino, se si considera la grave sfida alle istituzioni, per un gesto perpetrato nel giorno in cui, le rivendicazioni femminili, hanno fatto da sfondo ad una giornata che ha abbandonato i gli scenari festaioli per diventare la celebrazione di una giornata di lotta per la rivendicazione della parità di genere.
Una lotta che ci ricollega alla ragione che induce lo Stato, ad ostinatamente impedire l’arrivo della Commissione d’Accesso e che, di certo, se la Liberto trovasse anche la lucidità per affermare, sebbene in ipotesi, l’ambiente che ha armato la mano degli incendiari, aiuterebbe moltissimo Ministri e Prefetto e renderebbe un servizio a questa città.
09/03/2017
antonio morabito