Tralasciando il dott. Saladino, per capire la genesi del ragionamento del nostro “eroe da tastiera”, Minniti, occorre innanzitutto capirne il pensiero che deborda da quell’articolo: Tutti colpevoli, nessun colpevole. Bene, e mettiamole in fila queste colpe.
Innanzitutto gli ultimi tre sindaci, due dei quali accusati di aver favorito un’associazione criminale di stampo mafioso. Il terzo, Siclari, condannato per abuso d’ufficio ma assessore nella Giunta La Valle e Vice Sindaco nella Giunta Messina. Ma questo, se anche avesse rilevanza, Minniti lo omette!
SICLARI HA INGANNATO IL 33% DI ELETTORI BEFFANDONE Il 76 %
Su questo la prima cantonata non l’ha presa solo Siclari, il Prefetto, il Presidente della Commissione Giustizia, Nico D’Ascola, la Ministra, Sen. Finocchiaro, l’On.le Rosanna Scopelliti e ogni singola componente della sua lista. Su questa vicenda la cantonata, l’inganno, la mistificazione l’ha presa quel 33 % che lo ha votato, beffando quel 67% che aveva capito.
Per certa stampa, tuttavia, la colpa è di tutti. Anche di coloro che credendo fortemente nei valori della giustizia, ma soprattutto assumendosi la responsabilità – non richiesta – di dover rappresentare quel 67% di elettori, ha messo la faccia ed ha chiesto al TAR di giudicare la legittimità degli atti.
CIASCUNO ESERCITI IL PROPRIO RUOLO
La Valle pagherà se lo riterranno responsabile e non spetta né a noi né a Minniti stabilire se egli abbia o meno concorso – sebbene esternamente – ad un’associazione a delinquere. Così come non spetta a noi, né allo stesso Minniti, “dare la croce in testa” a Messina, oggi sotto processo per un reato analogo. Noi possiamo solo esprimere posizioni politiche e valutazioni. Anche sull’appartenenza di Siclari alle due Giunte guidate da La Valle e Messina.
Quel “tutti responsabili, nessun responsabile” allora diventa il grimaldello per mandare nel nulla una battaglia per la legalità, una crociata per l’affermazione dei principi legalitari che – con i dovuti rischi e proporzioni – soprattutto la Procura guidata dal dott. De Raho sta portando avanti e che l’atteggiamento di certa stampa rischia di depotenziare. Non certamente nell’azione incisiva ma in quell’intesa, ancora sottile, con una società civile cui spetta la vera rivoluzione silenziosa per affrancarsi da ogni tipo di assoggettamento.
NON MI HO VOTATO IO
Come diceva Cetto Laqualunque, “non mi ho votato io”. E in questo caso l’inopportunità della nomina non l’ha determinata Saladino, ma il Prefetto Di Bari che lo ha nominato. Lo stesso prefetto che ha determinato – quanto meno per mancata vigilanza – l’annullamento degli atti da parte del TAR. Ma per certa stampa, la colpa è sempre di altri…
09/102017
antonio morabito