E PER CERTI GIORNALISTI LA LEGALITA’ DIVENTA UN OPTIONAL

All’indomani della sentenza con la quale il TAR ha annullato gli atti sottoscritti dal sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari e della sua Vice appena nominata, Maria Grazia Richichi, a stupire è l’articolo del giornalista, Consolato Minniti, su “LaC24”, il quale oltre a “decantare” le qualità morali del neo Commissario Prefettizio e Prefetto a riposo, dott. Saladino, dall’alto (o dal basso) della sua formazione culturale se la prende con tutti, sposando – guarda caso – la tesi dei supporters del sindaco appena spodestato.

Tralasciando il dott. Saladino, per capire la genesi del ragionamento del nostro “eroe da tastiera”, Minniti, occorre innanzitutto capirne il pensiero che deborda da quell’articolo: Tutti colpevoli, nessun colpevole. Bene, e mettiamole in fila queste colpe.

Innanzitutto gli ultimi tre sindaci, due dei quali accusati di aver favorito un’associazione criminale di stampo mafioso. Il terzo, Siclari, condannato per abuso d’ufficio ma assessore nella Giunta La Valle e Vice Sindaco nella Giunta Messina. Ma questo, se anche avesse rilevanza, Minniti lo omette!

SICLARI HA INGANNATO IL 33% DI ELETTORI BEFFANDONE Il 76 %

L’autorevole giornalista si sofferma – per un’attimo – sulle responsabilità di Siclari che avrebbe dichiarato prima, durante e dopo le elezioni vinte (con appena il 33%), che la nomina della sua Vice sarebbe stata regolarissima e che il TAR non avrebbe potuto far altro che ribadirlo.

Su questo la prima cantonata non l’ha presa solo Siclari, il Prefetto, il Presidente della Commissione Giustizia, Nico D’Ascola, la Ministra, Sen. Finocchiaro, l’On.le Rosanna Scopelliti e ogni singola componente della sua lista. Su questa vicenda la cantonata, l’inganno, la mistificazione l’ha presa quel 33 % che lo ha votato, beffando quel 67% che aveva capito.

Per certa stampa, tuttavia, la colpa è di tutti. Anche di coloro che credendo fortemente nei valori della giustizia, ma soprattutto assumendosi la responsabilità – non richiesta – di dover rappresentare quel 67% di elettori, ha messo la faccia ed ha chiesto al TAR di giudicare la legittimità degli atti.

CIASCUNO ESERCITI IL PROPRIO RUOLO

Allora, come si giustifica certa stampa? Un ex sindaco fermato per concorso esterno in associazione mafiosa ha appoggiato la lista del Partito Democratico e questo è un fatto esecrabile. Peccato solo che La Valle non fosse candidato in lista, a meno che non vogliamo tornare alla tesi, “tutti responsabili, nessun responsabile”. E badate bene che di tutto possiamo essere accusati, ma non certo di difendere La Valle. Non da ora, ma da tempo immemorabile!

La Valle pagherà se lo riterranno responsabile e non spetta né a noi né a Minniti stabilire se egli abbia o meno concorso – sebbene esternamente – ad un’associazione a delinquere. Così come non spetta a noi, né allo stesso Minniti, “dare la croce in testa” a Messina, oggi sotto processo per un reato analogo. Noi possiamo solo esprimere posizioni politiche e valutazioni. Anche sull’appartenenza di Siclari alle due Giunte guidate da La Valle e Messina.

Quel “tutti responsabili, nessun responsabile” allora diventa il grimaldello per mandare nel nulla una battaglia per la legalità, una crociata per l’affermazione dei principi legalitari che – con i dovuti rischi e proporzioni – soprattutto la Procura guidata dal dott. De Raho sta portando avanti e che l’atteggiamento di certa stampa rischia di depotenziare. Non certamente nell’azione incisiva ma in quell’intesa, ancora sottile, con una società civile cui spetta la vera rivoluzione silenziosa per affrancarsi da ogni tipo di assoggettamento.

NON MI HO VOTATO IO

Pittosto che ricercare la notizia si cerca il casellario giudidiziale e così, grazie a Consolato Minniti, sappiamo che il Prefetto a riposo, Vittorio Saladino, da poche ore Commissario Prefettizio di Villa San Giovanni, sarebbe stato rinviato a giudizio per lo stesso reato per il quale Siclari (ed altri) sono stati già condannati. Bene, e a parte l’inopportunità, quale sarebbe la notizia?

Come diceva Cetto Laqualunque, “non mi ho votato io”. E in questo caso l’inopportunità della nomina non l’ha determinata Saladino, ma il Prefetto Di Bari che lo ha nominato. Lo stesso prefetto che ha determinato – quanto meno per mancata vigilanza – l’annullamento degli atti da parte del TAR. Ma per certa stampa, la colpa è sempre di altri…

09/102017

antonio morabito

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