Cassone, La Valle e la corazzata Kotëmkin tra inchieste giudiziarie vecchie e nuove

imagesCassone andrà avanti «finchè sarà possibile» – ci tiene a sottolineare – nonostante il gruppo di Alleanza Popolare abbia “tempestivamente” cominciato a scalciare minacciando «finanche eventuali dimissioni» e non si capisce bene il perchè.

A Cassone viene imputata la sostituzione dell’Assessore Bellantone in luogo di Marco Santoro, subentrato in consiglio dopo la sospensione dei condannati per la vicenda delle concessioni demaniali marittime. E, certamente, Santoro non poteva essere nominato prima dal sindaco-titolare, Antonio Messina, per il semplice fatto che non risultando eletto, non faceva parte della maggioranza consiliare.

Certamente il “gruppo La Valle” non può avercela per la scelta di Santoro come assessore, proprio perchè egli è stato Assessore della “Giunta La Valle” in assoluta continuità e, tantomeno, può prendersela con Cassone che solo dopo l’incontro con il Prefetto di Reggio Calabria ha dato vita ad un mini-rimpasto, tenendo a precisare che «finché sarà possibile» andrà avanti nel compito che la “Severino” gli ha attribuito.

Maggioranza granitica, minoranza in cerca d’autore

foto-di-gruppo-a-romaAl netto delle dichiarazioni di facciata, quello che trapela è che quel “finché sarà possibile” sia la chiave di volta dell’intera vicenda poichè – questo il mormorio – sembra che per la città sia imminente (addirittura dopo il referendum) lo scioglimento del consiglio comunale conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso.

Per questa ragione non convince la presa di posizione degli uomini e delle donne di La Valle, che sembra legata più al tentativo di smarcarsi da certe situazioni, dopo essere stato il primo artefice della candidatura di Messina. E per questo chiede il convolgimento della minoranza (mal comune mezzo gaudio) che, tardivamente, ha deciso di non partecipare più ai consigli comunali.

Una scelta di grave irresponsabilità e assolutamente tardiva, quella assunta dalla minoranza, visto che non sono stati eletti nel consiglio di amministrazione di una società privata ma in un consiglio comunale in cui la città tutta, a nostro avviso sbagliando, li ha delegati a difendere se stessa, nel rispetto della legge e degli interessi dei cittadini.

Accusare solo ora – come fa il “gruppo La Valle” e come in sostanza ha fatto la minoranza del PD e di Cittadini (IR)Responsabili – chi guida la città di “personalismi gretti, poca trasparenza, concretezza, capacità e professionalità politico amministrativa, significa solo tentare di salvare il salvabile e quel che resta di una stagione amministrativa in cui non solo Antonio Messina era Vice Sindaco e plenipotenziario ma anche (forse soprattutto) che la vicenda da cui tutto questo ha avuto origine risale proprio al periodo in cui sindaco della città era Rocco La Valle.

Basterebbe questo a dimostrare che non è alla città che pensano e che dietro la “facciata” si nascondono altre e più penose verità che stanno togliendo il sonno a molti.

La corazzata Kotëmkin atto I

memoser lightIl giorno dopo il risultato elettorale, con la valanga di voti riversata su Messina, a coloro che si guardavano smarriti dicemmo: questo è l’inizio della disfatta di Messina e di questa maggioranza! Nè ci sorpresero le giravolte della minoranza del PD e di Silvia Lottero, tutti insieme appassionatamente stretti sempre di più nel “cerchio magico” del “signore e padrone” che, ammaliato dal delirio d’onnipotenza, da subito diede il segno della sua signorilità e dei suoi servigi a favore delle Istituzioni, nel rispetto delle leggi.

Sicchè a fine novembre, quando messe insieme tutte le carte ci recammo in Procura, non fummo affatto scalfiti dalla sterile quanto vergognosa reazione della stessa minoranza, che invece di indignarsi e fare ammenda (per quello che loro non avevano fatto) mostrò alla città tutta la solidarietà possibile ad un “uomo” che invece di rispettarle, le istituzioni, le stava calpestando facendo assumere la propria consorte e in un turbinio di scambio reciproco di favori, consegnava le chiavi della città ad affaristi e mercanti.

Quella fu la pietra angolare che segnò, per la città tutta, il bivio per la legalità. E quello è l’appuntamento mancato dei “ragazzi” di una minoranza smarrita, che avrebbero dovuto fare le barricate e li, casomai, dimettersi, senza chiedere, a distanza di un anno, le dimissioni di questa maggioranza che, giustamente, per voce del Facente Funzioni, ha risposto: noi non ci dimettiamo ma per coerenza e dignità dovete farlo voi!

Il resto, la prima metà dell’inchiesta “Fata Morgana” e di quelle che sono venute e che verrano, così come la condanna nel processo “BandaFalò” (per semplificazione), sono solo il corollario di una stagione putrida che sta portando solo vergogna ad una città mai intaccata (forse per responsabilità degli inquirenti) da simili vicessitudini

La corazzata Kotëmkin atto II

urlo-di-homer-postersSecondo indiscrezioni, sempre più avvalorate dagli eventi, nel luglio scorso l’ex Prefetto ha sottoscritto la richiesta di Commissariamento del Comune di Villa San Giovanni, all’esito delle informative ricevute dalla Procura di Reggio Calabria per l’inchiesta “Fata Morgana”, in cui risultano – al momento – indagati il sindaco Messina e il Capo dell’Ufficio Tecnico, Franco Morabito, per avere favorito una organizzazione criminale di stampo mafioso.

Sembra che l’inchiesta, i cui primi provvedimenti furono emessi nel maggio scorso, ha goduto di una concessione di proroga di sei mesi, scaduti qualche giorno addietro e si avvia a produrre effetti devastanti e inimmaginabili.

Entrambe le circostanze sono indicative di un terremoto giudiziario che si profila e i cui effetti si vedranno all’esito del Referendum. Non perchè fossero una conseguenza stabilita ma per una conseguenza temporale.

Cosicché il “Gruppo” che fa capo a La Valle, già condannato per la vicenda delle concessioni demaniali insieme a Messina ed altri, ben consapevole di queste vicende (il segreto di pulcinella), vorrebbe prendere le distanze da una situazione che si fa imbarazzante, sperando che la magnanimità di cui ha goduto quando era sindaco resti immutata, lasciando Cassone col cerino in mano e abbandonando la nave  insieme a PD e Cittadini (IR)Responsabili.

Insomma, come disse il ragionier Fantozzi: «la corazzata Kotëmkin è una cagata pazzesca!»

04/12/2016

antonio morabito

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